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Spesa per la cultura a Corato, la replica dell’assessore Marcone alle polemiche: “Oltre il populismo”

“Corato investe sulla sua anima e sul suo futuro”

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Beniamino Marcone assessore alle Politiche Educative e Culturali del Comune di Corato

A seguito delle polemiche e delle analisi circolate sui social riguardo alla spesa comunale per la cultura, riceviamo e pubblichiamo la nota integrale dell’assessore alle Politiche Educative e Culturali del Comune di Corato, Beniamino Marcone.

Di seguito il testo integrale:

Oltre il populismo. Corato investe sulla sua anima e sul suo futuro.

C’è chi pensa che amministrare una città significhi solo tappare buche e chi, come noi, crede che una comunità cresca se investe sulla propria identità, sulla bellezza e sulla capacità di attrarre. Sento il dovere di intervenire sulle recenti polemiche, non per alimentare scontri personali, ma per ristabilire la realtà dei fatti contro analisi parziali, offese gratuite e visioni miopi.

Si tenta di scagliarsi contro la spesa per la cultura (la cosiddetta “Missione 5” del bilancio) mettendola in contrapposizione con la manutenzione delle strade o addirittura con lo stadio. È un’analisi tecnicamente errata e politicamente populista. È profondamente fuorviante ridurre la spesa culturale a una somma destinata a soli spettacoli o eventi: quella missione sostiene l’intero sistema dei servizi culturali e monumentali di Corato. In quelle cifre risiede la gestione operativa dei nostri luoghi: il nostro Teatro, ad esempio, non è un ‘costo’, ma un’eccellenza regionale. Proporre di tagliare queste risorse non è un risparmio, è la proposta di chiudere i presidi di civiltà, condannando Corato a tornare in quel ‘buio cosmico’ di isolamento che abbiamo faticosamente superato.

È troppo facile dire: ‘usiamo i soldi dei concerti per le strade’. La verità è che questa Amministrazione sta portando avanti il più grande piano di investimenti culturali della storia di Corato. Abbiamo ottenuto il titolo di Città d’Arte, lanciato il brand Corato Cultivar Bellezza e messo a sistema i “luoghi della cultura”. Non sono spese improduttive, ma investimenti che generano indotto, portano persone nei nostri locali e rendono Corato un polo attrattivo e non una città dormitorio.

Definire “dissipazione” questo lavoro significa ignorare i risultati:

Turismo in crescita: con un incremento degli arrivi di circa il +28% (oltre 23.000 presenze) e un aumento di turisti stranieri.
Patrimonio restituito: con la riapertura del Museo della Città e dello SMICO, trasformando siti e luoghi in motori di economia.
Infrastrutture sociali: la Community Library, la stagione teatrale “La Grammatica delle Abitudini”, il Patto per La Lettura, l’archivio “Teatro Aperto” sono presidi di democrazia culturale e non semplici “feste”.
Indotto economico: eventi come Primavera Fest, Sei la mia Città, Festa del Santo Patrono o Incanto sono ossigeno per il commercio locale.

In questo contesto, trovo inaccettabile la narrazione che vorrebbe ridurre il sostegno alle associazioni a mere “mance elettorali”. Sminuire il lavoro degli operatori culturali e dei volontari è un atto di profonda irresponsabilità. La nostra è una scelta strategica: accanto a grandi eventi anche di respiro regionale, garantiamo la possibilità anche agli operatori con meno risorse di esprimere il loro valore. Sostenere il talento locale non è clientelismo, è democrazia culturale.

Bisogna poi fare chiarezza tecnica sui debiti citati per lo sport. I debiti cattivi sono quelli che abbiamo ereditato dal passato (contenziosi e debiti fuori bilancio) che abbiamo risanato. Il mutuo per il campo sportivo è invece un investimento virtuoso: genera un patrimonio che resterà ai cittadini per cinquant’anni. È la scelta di colmare un “debito sociale” verso i giovani a cui per decenni sono state negate strutture dignitose. Una città moderna non deve scegliere tra un asfalto e un impianto sportivo: deve saper programmare entrambi.

Infine, un’osservazione su chi si diletta a contare i “righi del mio curriculum” o lamenta la mancanza di metodo scientifico. La cultura a Corato è diventata un sistema integrato dove la storia si conserva e si tramanda ogni giorno nella nostra CommunityLibrary e nei nostri luoghi della cultura. La competenza di un assessore non si misura sulla carta, ma dalla capacità di ascolto e dai risultati portati a casa. In questi anni ho parlato con i fatti, con i riconoscimenti ottenuti e con la presenza costante accanto a chi produce arte e agli operatori della scuola, dello sport e della cultura.

La nostra programmazione è in linea con le strategie della Regione Puglia e ha riportato Corato a essere una città viva. Non permetteremo che critiche basate su cifre fuorvianti sminuiscano questo valore. Corato non è un “Titanic” che affonda; è una nave che ha ripreso a navigare con orgoglio. Non ammaineremo le vele per assecondare la nostalgia del grigiore.”