Siamo alle battute finali e il sindaco Pasquale D’introno deve iniziare a prendere una decisione, seria.
Sembra che la situazione si complichi e che i suoi colpi di testa, sotto gli occhi di tutti, finora non hanno prodotto nulla di buono.
Dopo la diffida giunta dal Prefetto, arriva anche il richiamo dai vertici di Direzione Italia e Fratelli d’Italia che con una missiva, come nella parabola della pecorella smarrita, invitano il sindaco a ritornare all’ovile.
Dove eravamo rimasti?
L’invito è a una sorta di rewind per ricostruire un rinnovato spirito dell’alleanza e segnare una ripartenza tra coalizione politica e compagine amministrativa a tutela degli interessi della città, scrivono.
Cosa farà adesso la pecorella smarrita?
Vedremo.
Ed è proprio tra un “vedremo”, spesso pronunciato durante la campagna elettorale così come subito dopo l’elezione in risposta a domande di vario tipo che gli venivano poste dai vari organi di stampa ma anche da qualche cittadino comune, lavaggi delle strade e qualche fioriera sistemata, qualche fontana ripulita, le date dimissioni successivamente ritirate, una giunta nominata in barba ai patti con la coalizione che l’aveva sostenuto, sette consigli comunali in poco più di due mesi e intanto un serrato silenzio infranto da vari e insulsi messaggi postati sui social, mai un vero chiarimento sulla crisi politica e sui rapporti con la sua maggioranza e tra un continuo richiamo al senso di responsabilità, a un certo punto, rivolto soprattutto alle minoranze quasi fossero loro i responsabili di tale situazione, Corato è sprofondata nella paralisi più totale.
Quel che è certo è che tutta questa pantomima messa in atto dal sindaco D’Introno costerà cara, in termini economici, a tutti i coratini.
E in questa farsa che va avanti ormai da circa tre mesi ha trovato spazio anche una manifestazione di un gruppo di cittadini spontanei, così si definivano, molto apprezzata dal primo cittadino, come da sue esternazioni, anche se è poco chiaro perché, per cosa e per come così come sfuggente è stato il senso della stessa manifestazione.
L’unico dato evidente è che la stessa , poco più di una decina persone in piazza, esagerando, di cui due in riunione col sindaco nel suo ufficio, ancor prima che la pseudo manifestazione iniziasse, ha richiesto una presenza massiccia delle forze dell’ordine, doverosamente presenti in piazza, ma sprecata per l’occasione.
Come dire: “Se papà può agire con incoscienza perché non possiamo noi figli”?
Non può continuare così questa città.
In questa tornata siamo tutti colpevoli, politici e cittadini; i politici la smettano di peccare di individualismo, di sete di potere, di scambiare il Palazzo di Città come campo di gioco per interessi personali e di candidare chicchessia e i cittadini in quella cabina riflettano sempre più su quella fatidica X.