Siamo vicini all’approssimarsi delle feste pasquali e come da tradizione sulla tavola non mancherà quello che è considerato il re incontrastato del pranzo pasquale e cioè l’agnello.
“Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che prende su di sé i peccati del mondo” (G v 1,29)
L’agnello nella tradizione ebraica veniva immolato il giorno precedente la Pasqua giorno in cui appunto Gesù Cristo venne ucciso.
Molti parallelismi apparentano il vecchio testamento con quello che potrebbe accadere alle prossime amministrative e senza aspettare l’esito del voto del 26 maggio, possiamo affermare che già nei due mandati precedenti sì è assistito, similmente, a un atto sacrificale con gli allora sindaci Massimo Mazzilli e Renato Bucci che, chi per un motivo chi per l’altro, li ha visti abdicare prima ancora che terminasse il loro mandato.
Il panorama che oggi si sta delineando lascia presagire che il prossimo futuro sindaco potrebbe correre lo stesso rischio; tanti sono gli indizi, uno tra tutti quello che si potrebbe verificare all’indomani del suo insediamento relativamente alla suddivisione delle poltrone considerando lo scenario attuale che vede la decisione di alcune coalizioni di stare insieme preoccupandosi più della somma dei numeri che dei progetti comuni.
Inoltre apparirebbe che alcuni dei candidati sindaci si presume siano stati messi lì più per spirito di sacrificio che per una vera e propria convinzione e soprattutto condivisione.
Sono otto i candidati sindaci ufficiali, una frammentazione mai vista nella storia di Corato, sembra quasi “tutti contro tutti” e seppur il profilo della campagna elettorale al momento sembri aver assunto dei toni moderati, il sospetto invece è che, sotto sotto, si celino rancori, ripicche e malcontenti.
Il 27 maggio sapremo quali delle coalizioni si sfideranno al ballottaggio perché almeno al momento è difficile immaginare che uno dei candidati possa prevalere al primo turno.
Il timore avvertito dai coratini è quello di ritrovarsi di fronte ad un’amministrazione rappezzata alla viva il parroco che cerchi più di tirare a campare che non di portare avanti un progetto comune per il bene di tutti, il prossimo consiglio comunale si ritroverà di fronte molte questioni irrisolte da anni vedi: degrado urbano, sicurezza, rilancio dell’economia, offerta di servizi, verde pubblico, viabilità e soprattutto la questione elettrodotto e se dovesse verificarsi tutto ciò questo risultato potrebbe essere un ulteriore beffa ai danni dei coratini.