A un anno dall’insediamento si impone un primo bilancio dell’amministrazione De Benedittis
Proprio in questi giorni, ricorre l’anniversario della vittoria elettorale dello schieramento di centro sinistra, fautore della cosiddetta “Rivoluzione gentile”.
Augurando buon compleanno alla giovane amministrazione, vogliamo passare al setaccio la compilation di sogni, speranze, promesse e risultati che questa compagine variopinta ed eterogenea ha finora regalato alla città.
Ripercorrere passo dopo passo le gesta dei novelli amministratori è cosa impegnativa, per cui evitando di tediare troppo i lettori, focalizzeremo l’attenzione su alcuni dei fatti più rilevanti.
La carrellata è lunga e intensa e non si sa bene se partire dall’inizio o dalla fine tanto, comunque, pur invertendo i termini il risultato non cambia.
Salta agli occhi innanzitutto l’approssimativa gestione dell’emergenza covid che ha tenuto Corato per lungo tempo con un alto numero di positivi. Ma colpiscono anche i diversi bandi persi, non ultima l’esclusione da quello – di importo rilevantissimo – per la costruzione di una scuola dell’infanzia e di un centro polifunzionale per le famiglie.
La situazione dell’edilizia scolastica, poi, appare davvero fumosa: non si hanno notizie precise, a tutto scapito della tanto conclamata “trasparenza” che si sbandierava a gran voce in campagna elettorale. E, invece, ci si è ridotti, a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico, a cercare soluzioni tampone per il prevedibilissimo sovraffollamento delle aule. E nulla si sa ancora della sorte dell’Istituto di istruzione secondaria superiore “Oriani-Tandoi” che in campagna elettorale sembrava in cima ai pensieri della coalizione di Centrosinisitra.
In realtà, dei tanti proclamati obiettivi del programma elettorale di De Benedittis, fino ad ora, si è visto poco quanto nulla; solo tanti selfie, quasi sempre volti a spacciare opere di ordinaria amministrazione per mirabolanti imprese straordinarie. Insomma, tanti proclami ma pochissime realizzazioni oggettive come anche nel contrasto al problema della pubblica sicurezza che tanto preoccupa i cittadini (furti e incendi d’auto, spaccio di droga, ordigni che scoppiano qua e là davanti agli esercizi commerciali ecc.).
E, nel frattempo, gli equilibri all’interno della maggioranza sembrano alquanto labili: prova ne sono le dimissioni fantasma dell’assessora Buonsante, opportunamente taciute per diverso tempo solo per non stravolgere l’immagine di armonica famiglia del Mulino Bianco che si vuole continuare a dare di una maggioranza sfilacciata.
Intanto, la trasparenza amministrativa latita parecchio ed è ormai scesa al di sotto delle amministrazioni precedenti (zero bilancio partecipato, zero consulte permanenti e altri istituti di partecipazione, un sito internet comunale arcaico e farraginoso, ecc.).
I rumors di coloro che cominciano ormai a dubitare che arrivi a spirare davvero il vento del cambiamento si fanno sempre più forti e, soprattutto nel mondo imprenditoriale, si comincia a temere che la nuova amministrazione non sia all’altezza dei compiti che le richiede l’attuazione del PNRR per l’accesso ai cospicui fondi europei (che rischiano di prendere altre direzioni, verso altri comuni e altri enti).
Insomma, a un anno esatto dall’inizio di questo nuovo corso, la luce in fondo al tunnel ancora non si vede e si comincia, anzi, a temere che la svolta del 5 ottobre 2020 possa rivelarsi, per la nostra Città, l’ennesima occasione sprecata.