A breve entreremo nel pieno della campagna elettorale riguardante sia le amministrative locali che le regionali del 2020.
Dei nove candidati sindaco alle precedenti amministrative, ad eccezione di Corrado De Benedittis che il 24 novembre terrà un comizio durante il quale, molto probabilmente, annuncerà la sua ricandidatura a sindaco, nessun altro al momento si è pronunciato ufficialmente, mentre per la ridiscesa in campo di Vito Bovino circolano solo ipotesi.
Ma l’interrogativo che molti coratini si pongono è su cosa farà il senatore Gino Perrone visto l’esito delle due precedenti amministrazioni di centrodestra terminate come ormai risaputo in modo traumatico ancor prima che scadessero i lori mandati naturali; la prima, in ordine di tempo, quella di Massimo Mazzilli che l’ha visto dimettersi ancor prima che raggiungesse il traguardo dei cinque anni di legislatura e l’ultima di Pasquale D’Introno, caduta prima ancora di partire.
Alla luce di questi ultimi scenari politici, la sensazione è che la partita che si giocherà nella prossima tornata elettorale, per il centrodestra di espressione Perroniana, sia tutta in salita anche se dare per scontato un’eventuale débâcle del senatore sembra essere fuori luogo d’altra parte la città conosce bene le doti e la scaltrezza politica di Perrone; alcuni lo definiscono il “gatto dalle sette vite”.
In questi ultimi anni, c’è da sottolineare che il livello di popolarità e consenso per Gino Perrone si è assottigliato notevolmente, infatti si è passati dal 73%, un risultato quasi bulgaro, delle amministrative 2008 in cui fu eletto sindaco a circa il 17% degli aventi diritto al voto, risultato ottenuto dal centrodestra di sua espressione nell’ultima tornata elettorale.
Per dovere di cronaca occorre precisare che gli scenari erano diversi nel 2008 quando il candidato sindaco era lui in prima persona rispetto alle ultime elezioni in cui il candidato era semplicemente una persona da lui individuata e che probabilmente non ha avuto lo stesso ascendente sul suo elettorato, ricordiamo infatti che la scelta ricaduta su Pasquale D’Introno è stata a seguito di una serie di rinunce da parte di altre figure coratine precedentemente invitate da Perrone a candidarsi e lo stesso poi ha fortemente sostenuto il D’introno che lo vedeva alle primarie con l’altro candidato sindaco di cdx Luigi Menduni (Lega).
Il suo consenso in città si è ridimensionato oltretutto anche per la perdita di alcuni suoi compagni un tempo fedelissimi (le cosiddette pecorelle smarrite): Franco Caputo passato alle scorse amministrative nelle file del polo di centro col candidato sindaco Claudio Amorese, Antonio Longo sostenitore del Movimento5stelle nonché padre di Nico Longo candidato sindaco dello stesso movimento, Pasquale Tarantini che seppure non candidato ha appoggiato la campagna elettorale del candidato sindaco Emanuele Lenoci, Pasquale Aloisio sostenitore del Movimento5stelle, Massimo Mazzilli candidato sindaco con la sua lista Città Nuova alle amministrative di quest’anno, Giuseppe D’Introno fratello del sindaco eletto Pasquale D’Introno, per citarne alcuni, che nel corso degli anni, in molti casi hanno anche ottenuto un importante numero di consensi durante le varie tornate elettorali.
La domanda nasce spontanea: – Potranno mai queste pecorelle smarrite tornare all’ovile di Perrone?
Un fattore determinante per le prossime elezioni comunali probabilmente saranno le coalizioni che si andranno a determinare nei vari schieramenti per il voto alle regionali, circostanza che influirà sulle decisioni che Perrone prenderà a livello locale. Secondo alcune indiscrezioni provenienti dagli ambienti dei vertici della politica regionale, si ipotizza un appoggio all’attuale presidente della regione Puglia Michele Emiliano da parte del senatore, se così fosse si sancirebbe un divorzio con l’amico storico di lunghe battaglie Raffaele Fitto, passato recentemente alla corte di Giorgia Meloni di Fratelli D’Italia, che potrebbe contendersi con Emiliano la poltrona a presidente della regione.
A fronte di questo tourbillon non si esclude una sua diretta discesa in campo ipotesi quest’ultima voluta fortemente dal suo entourage.
Nei prossimi mesi in attesa che si aprano le danze delle amministrative riusciremo ad avere un quadro più completo.
Diretta da scesa in campo. Oddio no. Se è vero che il passato insegna,a Corato la memoria è assente totalmente.