Già dai tempi dell’individuazione del candidato sindaco da parte della coalizione di centrodestra si era capito che la scelta ricaduta su Pasquale D’Introno, seppur non del tutto gradita, era l’unica possibile vista la rinuncia di una serie di figure da essa individuata precedentemente, una su tutte quella di Filippo Tatò, persona ritenuta moderata e affidabile dallo stesso Gino Perrone.
Oggi quella scelta forzata ha presentato il suo conto, infatti le sue dimissioni protocollate pochissime ore prima del primo consiglio comunale che ha lasciato i consiglieri di maggioranza a bocca aperta non ha fatto altro che avvalorare le sue perplessità.
La vicenda sta assumendo via via dei contorni tragicomici e le motivazioni del contendere non sono affatto chiare.
Oggi l’ennesimo colpo di scena, quando tutti si aspettavano che una giunta sarebbe venuta fuori, Direzione Italia attraverso i suoi consiglieri decide di votare scheda bianca per la nomina del presidente del consiglio cogliendo di sorpresa il resto dei consiglieri e soprattutto il sindaco D’Introno.
I motivi di questa decisione sarebbero legati molto probabilmente alla proposta di composizione della squadra degli assessori, ormai si sapeva che il primo cittadino avrebbe proposto in consiglio una propria giunta, autonomamente, ridimensionando i numeri a Direzione Italia ed escludendo Forza Italia e Lega.
Mentre la situazione scorre inesorabilmente verso una crisi difficilmente risanabile i tempi stringono infatti entro la data del 31 luglio l’amministrazione si ritroverà di fronte all’approvazione di variazioni di bilancio e la ricapitalizzazione della SANB, scelte queste determinanti per le sorti della città.
Nulla lascia presagire ad una rapida soluzione, sembra del tutto chiaro che ormai tale situazione stia diventando una partita a scacchi tra Perrone e D’Introno e ognuno di loro cerca di fare scacco matto all’altro.
Ahinoi… la sfida è appena iniziata! Chi la spunterà?
