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L’imperatore Gino Perrone risorgerà dalle sue ceneri?

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a cura di (Il Gabbiano ipotetico)

IL VESTITO NUOVO DELL’IMPERATORE

“Il Re è nudo”, con quel grido, come è noto, un bambino mise fine alle ipocrisie di tutto un popolo. Come si chiamerebbe a Corato quel bambino? Forse Pasquale.

Era evidente che a Corato l’Imperatore si era cacciato in un vicolo cieco quando aveva aderito a Direzione Italia, dopo aver lasciato il porto sicuro Berlusconiano, per seguire l’ondivagante Raffaele alla continua ricerca di una realizzazione politica.

La cosa è apparsa ancor più evidente quando l’amico Raffaele si è candidato in un partito, Fratelli d’Italia, del tutto estraneo alla tradizione democristiana. L’Imperatore coratino, da quel momento, é stato costretto a navigare a vista in mare aperto, senza precisi punti di riferimento.

Il primo segnale di debolezza era venuto proprio dalla ribellione del suo uomo più fidato, quel Massimo che per dieci anni era stato disciplinatamente al suo fianco per poi essere proiettato con successo sulla massima poltrona cittadina.

Come mai, poco più di un anno fa, Massimo si era improvvisamente ribellato? E perché lo aveva fatto solo alla fine del suo mandato, dopo 14 anni di fedele vassallaggio? In quel momento pochi avevano pensato che quello fosse il primo scricchiolio del potere dell’Imperatore; i più avevano dato credito a un irrazionale colpo di testa del sindaco.

E probabilmente, in quel caso, anche la componente caratteriale avrà avuto la sua  rilevanza. Ma era comunque un segnale, un segno di debolezza dell’Imperatore che andava colto.

Un segnale confermato dalla sua mancata rielezione al senato dello scorso anno.

L’interessato non aveva affatto sottovalutato questi segni e proprio per questo, probabilmente, ha messo in atto una spietata “punizione” politica verso il ribelle che ha portato alla sua non riconferma come candidato del Centrodestra, sebbene sindaco uscente, e poi alla sua clamorosa mancata elezione come consigliere comunale.

Nelle intenzioni dell’Imperatore doveva essere una lezione esemplare per dimostrare quanto fosse intatto il suo potere.

A compimento dell’operazione, ecco saltar fuori dal cilindro un nuovo candidato, pressoché sconosciuto, privo di esperienza politica, che egli è riuscito a far eleggere sindaco nonostante la ribellione di tanti suoi luogotenenti (ecco un altro segnale) e la conseguente frammentazione del quadro politico.

Il Centrosinistra, con le sue assurde dinamiche divisive gli ha dato una mano enorme ma il suo è stato ugualmente un vero capolavoro politico.

Era solo apparenza, però, perché il Re era ormai nudo, cioè privo di coperture politiche nazionali; ed ecco che un Pasquale qualsiasi sta cercando di giocarlo sul suo stesso terreno, nell’ambito cioè nel suo stesso Centrodestra “vittorioso”.

L’Imperatore, quello di una volta, lo avrebbe schiacciato come un moscerino, ma ora Pasquale ha quelle coperture politiche nazionali che a lui, all’Imperatore, ormai difettano.

Ed ecco il senso della partita in corso a Palazzo San Cataldo. È finito un Impero? E da cosa, da chi sarà sostituito?  Un nuovo gruppo di potere emerge dalle ceneri del Centrodestra ma in agguato vi è anche un terzo gruppo, quello del Polo di Centro, che, ammaccato dal voto popolare, intravede ora l’insperata possibilità di tornare in gioco, magari grazie alla collaborazione, più o meno ingenua, più o meno consapevole di qualche coccio del Centrosinistra.

Non è detta però l’ultima parola, l’Imperatore si dice che abbia sette vite, come i gatti, e con un guizzo improvviso potrebbe risorgere dalle sue stesse ceneri scompaginando tutte le carte con un salto mortale carpiato che lo porterebbe addirittura nella coalizione destinata a sostenere, alle prossime regionali, il governatore regionale uscente. E qui la realtà, supera davvero la fantasia.

Chi vivrà vedrà.

Il Gabbiano Ipotetico

 

1 commento

  1. Buonasera.

    Habemus Major maybe!!! Sembra il titolo di una canzone, il ballo delle incertezze. Sarà possibile andare avanti con questa amministrazione? Ricordano molto il Capitano e Giggino, così credo che avremo 2 governi paralizzati, quello centrale e quello locale. Mi sorge spontanea una domandina, intanto si denota l’inesperienza politica, almeno da una parte e troppa esperienza dall’altra , ma non potevano delineare la spartizione delle cadreghe e sgabei per evitare querta sorta di teatrino partenopeo.
    Saluti Roberto

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