Home Politica La “Patata Bollente” della questione Asipu in Commissione Consiliare Bilancio

La “Patata Bollente” della questione Asipu in Commissione Consiliare Bilancio

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Il 15 marzo scorso il PD Corato aveva inviato una richiesta di iscrizione all’ordine del giorno della prossima Commissione Consiliare Bilancio riferita alla valutazione del piano industriale della società ASIPU (presentato dal suo Amministratore Avv. Renato Bucci in data 02/11/2021) e alle determinazioni circa il futuro della Società. L’ASIPU, lo ricordiamo, è la società partecipata al 100% dal Comune di Corato, che prima dell’avvio della SANB spa – attuale gestore – si è occupata della raccolta e trasporto dei rifiuti urbani e che attualmente fatica a trovare una nuova dimensione economica ed imprenditoriale.

La posizione assunta dal PD Corato è ineccepibile sia per la rilevanza politica del tema posto sia in chiave strettamente tecnica in quanto incardinata sul parere espresso dal Collegio dei Revisori dei Conti del Comune nel verbale n. 139 del 14/12/2021 (verbale redatto in data successiva a quella della presentazione del Piano Industriale da parte dell’Avv. Renato Bucci, attuale amministratore di ASIPU).
Al netto delle irregolarità rilevate e verificate sia dal Collegio dei Revisori dei Conti ASIPU che dal Collegio dei Revisori dei Conti del Comune, gli elementi di sostanza presenti nel verbale che abbiamo citato si riferiscono alla necessita che “Il Consiglio Comunale valuti, quanto prima, la possibilità, come previsto dalla normativa vigente, di attivare eventualmente la procedura di scioglimento della Società partecipata ASIPU srl…”. Rispetto al nuovo Piano Industriale 2022 – 2024 il Collegio dei Revisori dei Conti ASIPU inoltre così si era già espresso (Verbale n. 60 del 19/11/2021): “…il piano presentato non è sostenibile finanziariamente mancando qualsiasi cenno, …, sulla disponibilità delle fonti di finanziamento da utilizzare non solo per fronteggiare i fabbisogni correlati alla realizzazione degli obiettivi attesi, ma anche e soprattutto per la copertura della consistente debitoria non bilanciata da crediti di pari importo”.
In sintesi i due Collegi Sindacali (Comune e ASIPU) hanno intonato il De profundis e fatto suonare le campane a morto sul destino della partecipata, girando la questione al Consiglio Comunale: che si fa? Il PD Corato altro non ha fatto che porre la questione “improrogabilmente” all’attenzione dei colleghi Consiglieri e dei Partiti politici che, stranamente, in questa vicenda che li chiama a responsabilità diretta sembrano sonnecchiare o guardare altrove.
Cerchiamo di essere pratici. Il parere espresso dai Revisori dei Conti è un parere tecnico che si basa sullo stato di fatto, esso non può essere disatteso ma può essere integrato ed emendato apportando elementi nuovi; in sostanza il Consiglio Comunale – preso atto della situazione – deve indicare come ripianare il debito e far ripartire la società ovvero porre in liquidazione l’ASIPU. Tertium non datur. Rimandare le perdite agli anni successivi ed andare avanti come se nulla fosse senza una precisa progettualità è da incoscienti e, probabilmente, già di molto oltre i confini del lecito.
In maniera diretta e non ritenendo che il Comune possa o debba aumentare il capitale sociale apportando risorse fresche nelle casse dell’ASIPU, la questione si risolve applicando la regola aurea: i debiti si ripagano con gli utili, mettendo l’ASIPU in condizione di fare utili (non solo fatturato!) per almeno 1 milione di euro l’anno oppure la società va chiusa. Gli utili – solo se molto consistenti – consentirebbero di recuperare le perdite accumulate, ripulire nel giro di qualche anno il bilancio dai debiti e dagli eventuali crediti deteriorati ancora presenti, sostenere eventuali azioni di sviluppo. Non si può immaginare infatti che la società possa reggersi sul solo contenzioso nei confronti di terzi o di clienti morosi: le somme che chissà quando e chissà come verranno recuperate a seguito di un’azione legale saranno un’utile sopravvenienza, ma comunque in addizione alla gestione aziendale che deve avere elementi di certezza e di solidità.
Qui è il punto: come può una società senza capitali e gravata dai debiti, senza personale e quindi senza know how (l’intero settore tecnico già ASIPU è transitato integralmente in SANB), operando con un solo committente per giunta abbastanza “pignolo” (il Comune di Corato), arrivare a sviluppare utili importanti? Quali sono questi servizi innovativi e a forte valore aggiunto che il Comune di Corato dovrebbe affidare ad una ASIPU “scatola vuota” per farla ripartire? Se ci sono idee in tal senso ci aspettiamo che vengano presentate in Commissione Bilancio fissata per giovedì 7 aprile, altrimenti sarà necessario essere conseguenti.
Da ultimo, qualora si pensasse a servizi a noi ignoti da far svolgere all’ASIPU per conto di committenti privati o pubblici (diversi dal Comune di Corato) coinvolgendo anche soci privati e investitori, ciò sarebbe incompatibile con la stessa figura dell’attuale amministratore, l’Avv. Renato Bucci. L’art. 18 (Incompatibilità) della L. 247 del 31/12/2021 infatti dispone che il ruolo di amministratore di una società sia compatibile con la professione di avvocato solo in caso di società a capitale interamente pubblico.
Insomma, anche in questo caso l’Amministrazione De Benedittis se non può essere ritenuta interamente responsabile del problema, certamente non sta facendo molto per portarlo a soluzione: l’azione coraggiosa del gruppo consiliare e della segreteria del PD, potrà contribuire a diradare le nebbie chi si addensano o condurrà il PD ad un’ulteriore marginalizzazione rispetto a quello che la voce pubblica indica come il “cerchio magico”? Vedremo.

 

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