«Il carcere è un luogo di comunità, dove la sofferenza di uno è la sofferenza di tutti, ma dove la speranza di ciascuno è la speranza di tutta la società». Così la senatrice Angela Anna Bruna Piarulli, nel suo intervento in aula a seguito della relazione della ministra Marta Cartabia sull’amministrazione della giustizia.
«Il mio è stato un commento positivo – precisa la parlamentare pugliese -, a cominciare dalle misure efficaci intraprese dal governo per evitare la paralisi del sistema giudiziario, a causa delle restrizioni covid. Le udienze da remoto, per esempio, hanno consentito la regolare prosecuzione di buona parte dei processi pendenti. E poi la massiccia dose di assunzioni: si pensi agli oltre 8000 giovani che inizieranno la loro carriera lavorativa presso il nuovo “Ufficio del processo”».
Diverso appare lo scenario delle carceri italiane, ed è qui che per la senatrice Piarulli, direttrice di carcere in aspettativa, c’è molto da lavorare: «Il sovraffollamento è una questione urgente – spiega -, anche se un passo avanti si è fatto con lo stanziamento di circa 133 milioni di euro per la costruzione e il miglioramento di padiglioni di alcuni istituti penitenziari».
Ma il vero problema riguarda il trattamento rieducativo del reo: «Il carcere non è luogo di repressione, ma di ordine, sicurezza e trattamento – chiarisce Piarulli -, dove i detenuti devono essere condotti all’interiorizzazione delle norme, responsabilizzazione e rispetto delle regole. In questo senso, urge assumere assistenti sociali per le necessarie misure alternative».
La Guardasigilli ha annunciato l’assunzione, anche al Sud, di 1650 agenti di Polizia penitenziaria, «ma sarebbe anche auspicabile intervenire per implementare il numero di personale impiegato in ambito trattamentale, come gli educatori. Molti soggetti presentano patologie psichiatriche – ricorda e Piarulli – e purtroppo bisogna prendere atto che non sempre ci siano delle adeguate articolazioni Asl per la salute mentale. Sono fondamentali le Rems, come pure la giustizia riparativa e la stabilizzazione della magistratura onoraria».