«Purtroppo questo governo non ha mantenuto la continuità nei ministeri Mise e Pubblica amministrazione, non è stata garantita la parità di genere e 18 ministri sono del nord contro soli 5 del sud». Così la senatrice Angela Anna Bruna Piarulli, del Movimento cinque stelle, alla vigilia del voto di fiducia di Palazzo Madama all’esecutivo di Mario Draghi.
La parlamentare, pur restando nel movimento ed essendo orientata, come altri componenti del gruppo, a votare «sì» alla nuova compagine governativa, manifesta un atteggiamento critico, ma costruttivo, puntando l’attenzione su territori e relative competenze, al fine di dare slancio alla nuova amministrazione del Paese.
Sulla parità di genere, «i ministeri non devono essere divisi con un’equa ripartizione tra donne e uomini – osserva Piarulli – e la parità non si ottiene attribuendo, sic et simpliciter, ruoli alle donne, ma sulla base di altri più importanti indici. Se dare un senso alle donne vuole dire mettere ministri senza competenze specifiche, allora saremmo solo nel medioevo».
Quanto ai territori, «la Puglia è stata oggettivamente penalizzata – fa ancora notare la parlamentare -, nonostante i 40 originari parlamentari eletti nel movimento, e non vorrei che passi il messaggio che non ci fossero tecnici, in quanto proprio la sottoscritta è un dirigente di una pubblica amministrazione da 25 anni , direttore di carcere in aspettativa, abilitata alla professione forense e avvocato referente del contenzioso per la Puglia e la Basilicata con riferimento all’amministrazione penitenziaria. Inoltre, abbiamo perso, purtroppo, una perla dal nome di Giuseppe Conte»
In altre parole, «ora occorre una rappresentanza di meridionali e pugliesi, proprio per eliminare divario fra nord e sud ed investendo così le risorse del “Recovery fund” per fare subito le riforme che servono al Paese, nonché – conclude Piarulli – la presenza di donne “competenti”, proprio per la loro intelligenza e sensibilità».