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Dilettanti allo sbaraglio

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Il Sindaco “porta il lauso” per tutto ciò che non va, a ben guardare però il nostro Corrado De Benedittis non è supportato da una Giunta composta da fulmina belli, ma semmai da una variopinta congrega che in passato – tranne alcune eccezioni – non si è mai occupata di politica e non ha mai militato in alcun partito.

Va fatto un distinguo. Il Centrodestra nominava gli Assessori secondo una procedura precisa, considerando il peso elettorale di ciascun partito e, nell’ambito di ciascuna formazione politica, valorizzando il più suffragato. Questo lo schema di massima che in genere ha garantito stabilità, ma che aveva una pecca: se è giusto e fondato, infatti, che i più suffragati siedano in Consiglio, non è altrettanto automatico che i più votati diventino Assessore, ruolo dove – rispetto al Consigliere – prevalgono o sono comunque importanti le competenze tecniche e specialistiche. A molti elettori del Centrodestra lo schema consueto, con i suoi pro e suoi contro, iniziava a non andare più a genio, avvertendo la necessità di puntare non solo sui portatori di voti ma anche sui portatori di competenze che nel sistema consolidato venivano in secondo o ultimo piano rispetto a chi, comunque sia, aveva dato un ampio contributo alla causa elettorale.
Corrado De Benedittis, promettendo la “Giunta di alto profilo”, ha catturato i voti anche di questi scontenti che – stretti tra la appartenenza ad un’area politica e la necessità avvertita di far cambiare aria – alle fine hanno votato il Sindaco attuale quale interprete del “bene” comune, fidando sul suo equilibrio e sul suo essere espressione di una cultura cattolica.
Alla “Giunta di alto profilo” i più navigati in ogni caso non hanno mai creduto: si sa bene che, a fronte di un compenso modesto, il ruolo di Assessore è gravoso, pieno di impegni e di responsabilità, tale da creare antipatie e invidie e quindi poco adatto a persone che devono dedicare tutte le energie alla loro attività oppure che hanno necessità di mantenere e allargare la clientela, evitando ogni possibile pregiudizio legato ad esperienze politiche. Nessun grande nome tra i forestieri e nessun professionista o imprenditore affermato tra i locali avrebbe mai potuto far parte della Giunta di De Benedettis, questo si sapeva già e si era messo in conto, auspicando l’avvento comunque di persone competenti, magari giovani, e in condizione di favorire un ricambio degli stili di governo.
Questi dunque erano gli auspici con la disponibilità ad accettare l’inesperienza inevitabile del principiante per valorizzare il suo essere portatore di idee nuove. Anche in questo caso non ci siamo ritrovati e, rispetto alla promessa di “Giunta di alto profilo”, non abbiamo avuto né grazia né giustizia.
All’inesperienza, inevitabile e già messa in conto, si sono infatti inspiegabilmente affiancate la supponenza e l’arroganza, creando un mix esplosivo e che in effetti sta esplodendo. Una durezza di toni e di linguaggio, un tagliare corto per non dare troppe spiegazioni, un’asprezza nelle argomentazioni tale da scoraggiare l’interlocutore, una supponenza nel modo di porsi come a dire “l’assessorato sono io”… hanno lasciato basiti molti interlocutori e gli stessi sostenitori, per arrivare poi al capolavoro dei capolavori, all’evento che non ha uguali nella storia repubblicana (non dico la storia coratina ma intendo quella italiana). Parlo del comunicato stampa con il quale l’Assessore Bucci ha “sfiduciato” la segreteria del suo Partito, un fatto nuovo rispetto al consueto schema che vedeva dimettersi dall’incarico l’Assessore in disaccordo con le linee del partito. A questo siamo dunque, l’Assessore sembra considerare la segreteria che ha avallato la sua nomina quasi un corpo estraneo al partito, trascurando che il ruolo che ricopre non procede per investitura divina, ma discende dalla fiducia che hanno risposto in lei le persone che ella stessa ha poi sfiduciato.
Bizzarra anche la replica del PD, “ll Partito Democratico di Corato non si sente più rappresentato in giunta dall’assessore Avv. Concetta Bucci, pertanto lascia al Sindaco ogni relativa valutazione”, che equivale ad un deresponsabilizzante: “Tienimi questo che mi pesa”. In sostanza il PD, come già accadde nel 2002 con i DS, da essere Partito guida ha perso due consiglieri su quattro, non si sente più rappresentato da uno dei due Assessori e trasforma quelli che sono i suoi problemi interni in problemi del Sindaco e della coalizione.
Sembra ora si sia giunti ad una svolta con un inevitabile riequilibrio di una Giunta già monca ormai da mesi dopo le dimissioni dell’Assessore Buonsante, nel frattempo però le speranze in questa Amministrazione da parte della maggioranza dei concittadini si sono di molto ridotte e per alcuni azzerate. Se prima – con una Corrado trionfante – il ruolo in Giunta era oneroso, ora – con un Corrado calante – lo stesso ruolo è oneroso e improbo con la quasi certezza di una débâcle e con stracci che voleranno negli anni a venire come nella miglior tradizione del Centrosinistra locale.
Chi potrà accettare ora un ruolo simile? Probabilmente ci ritroveremo con Corrado alla conduzione, l’Assessore e Vicesindaco Marcone nella parte del maestro Pregadio e un’accozzaglia di fenomeni tra cui il cantante lirico asmatico, l’equilibrista obeso, la ballerina di hula hoop e, cospicuo in mezzo agli altri, l’uomo che con l’ascella riesce a riprodurre pernacchie al ritmo di musica.

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