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“Di giorno amici dei neoliberisti, di sera paladini della Costituzione”: Italexit sulla candidatura del consigliere Tambone per “Unione Popolare”

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Di giorno amici dei neoliberisti, di sera paladini della Costituzione. Siamo gli unici ad aver difeso la Costituzione negli ultimi 2 anni” –  è quanto si legge in una nota stampa a nome della sezione di Italexit per l’Italia – con Paragone Corato, che continua:
In seguito all’annuncio della candidatura del consigliere comunale Eliseo Tambone alla Camera dei Deputati nella lista “Unione Popolare” (nata dalla collaborazione tra Rifondazione comunista e Potere al Popolo e capeggiata dall’ex sindaco di Napoli De Magistris) e ad alcune incomprensioni sorte in seguito a un post pubblicato nella giornata due giorni fa sulla pagina “Vox Italia Corato”, cogliamo lo spazio gentilmente offertoci dal direttore Michele Varesano, per chiarire la nostra posizione e cercare di fare un po’ di chiarezza verso l’elettorato, anche e soprattutto evidentemente in vista dell’imminente campagna elettorale.
Partendo dal presupposto che non abbiamo assolutamente nulla contro la persona in sé, qualcuno ci ha fatto notare che il consigliere Tambone è sempre stato contrario alle logiche neoliberiste, abbracciando una politica economica di stampo marxista, e quindi coerente con i principi di Rifondazione.
Posto che noi siamo lontani anni luce da un modello economico che mortifica la meritocrazia e che vorrebbe impedire al singolo cittadino di accumulare beni e proprietà frutto del proprio impegno e del proprio sudore, rimaniamo comunque perplessi su come questo si possa sposare con l’essere consigliere comunale, in una coalizione di maggioranza sostenuta anche da partiti esponenti di un modello economico neoliberista e per antonomasia braccio armato dell’establishment dominante (PD, Italia Viva, Demos…), senza sorta di dubbio poco affini a Unione Popolare.
Ancor più perplessità sorgono in noi dal fatto di  presentare la lista Unione Popolare, a detta dello stesso Tambone, come una forza che ha al centro del proprio programma la piena affermazione della Costituzione Repubblicana del 1948. Come può sposarsi il modello economico costituzionale socialista e post-keynesiano con quello comunista e marxista di partiti come Rifondazione? Come possono sposarsi le posizioni europeiste di tali movimenti (pro euro e pro UE), favorevoli dunque alle cessioni di sovranità alla Banca Centrale Europea con l’articolo 1 della Costituzione, che prevede la piena appartenenza della sovranità al popolo italiano? (non ci risulta che Unione Popolare abbia nel suo programma l’Italexit, ad oggi conditio sine qua non per opporsi al neoliberismo e fare politiche ecomiche sociali e favore dei lavoratori?) Come possono conciliarsi le posizioni filo-governative di Rifondazione e PaP negli ultimi 2 anni in merito alla gestione pandemica -protocollo di cure domiciliari assolutamente insufficiente, piano pandemico non aggiornato, sospensione e talora radiazione di pochi medici coscienziosi, lockdown e coprifuoco con privazione delle libertà fondamentali dei cittadini e impossibilità per tanti concittadini di lavorare (nel tentativo rivelatosi fallimentare di anticipare il virus, piuttosto che combatterlo), istituzione del certificato verde Covid-19 con tanto di discrimazione verso chi non ne è stato in possesso – con principi fondamentali sanciti dalla nostra Carta Costituzionale e, ancora prima, da logiche di buon senso che dovrebbero essere evidenti a tutti in una società civile?
Unica nota di merito è la posizione assunta da Unione Popolare in merito all’invio di armi, trovandoci assolutamente d’accordo con quanto, peraltro, sancito dall’articolo 11, che stabilisce il ripudio della guerra (e quindi anche dell’invio delle armi) come risposta a risolvere le controversie internazionali, e della necessità di rafforzare le negoziazioni per porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina (non essendo, quest’ultima, eterodiretta dalla Nato, completamente esente da colpe nello scoppio del conflitto militare).
Si tratta, però, evidentemente, di poca roba: che questa candidatura di una persona indubbiamente seria e onesta (e non lo mettiamo certo in dubbio) possa rappresentare invero – come altre candidature nel resto d’Italia – il maldestro tentativo di riuscire ad attrarre un certo elettorato (deluso dalle continue promesse disilluse e tira e molla di Letta e Calenda), per poi riportare quei voti stessi verso i partiti esponenti di una visione del mondo globalista e capitalista, che a parole si finge di attaccare (come accaduto proprio con le elezioni amministrative coratine del 2020)?
Perché, mentre qualcuno tenta di mantenere un piede in 2 scarpe e a parole si erge a paladino di una Costituzione stuprata dai suoi alleati politici in ogni suo principio (lavoro, sovranità, diritti sociali, risparmio privato, rispetto della persona…), e a maggior ragione negli ultimi 2 anni a suon di DPCM, noi di Italexit con Paragone abbiamo sempre espresso il nostro no a Green Pass e restrizioni (prive di significato scientifico) sui social come nelle piazze, ponendoci in vista delle prossime elezioni come unica forza alternativa all’ordine dominante,  realmente favorevole  al pieno ripristino della Costituzione e vicina alle ragioni e alle esigenze degli ultimi e degli oppressi”. 

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