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De Benedittis apre al dialogo ma non troppo

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Di Francesco Stolfa

Corrado De Benedittis il suo primo comizio di questa nuova campagna elettorale aveva troppa voglia di farlo, per cui non si è fatto fermare neanche dalla pioggia e lo ha trasformato in quella che doveva essere una conferenza stampa ma che, in realtà, è stata solo l’occasione per fare una diretta facebook del suo soliloquio. Certo, non per sua responsabilità: semplicemente, alla fine, sono mancate le domande.

Vediamo allora cosa aveva Corrado di tanto importante da dirci.

È stato un bel discorso, condotto molto abilmente.

Nella parte iniziale ha fornito una breve risposta alle illazioni e insinuazioni che lo avevano bersagliato negli ultimi mesi, culminate nel famoso comizio in cui il sindaco appena spodestato, Pasquale D’Introno, lo aveva apertamente accusato di essere “pilotato” dal Centrodestra. Lui si è limitato a rispondere che sono tutte sciocchezze e che lui continuerà a stimare e rispettare i suoi accusatori.

Nella seconda parte è passato alle proposte.

Le ha rivolte a tutte le forze politiche, senza distinzioni fra destra e sinistra (a suo dire, figlie del XX secolo e ormai superate) ma anche a singole persone, persino a chi non crede più nella politica o, peggio, crede nell’antipolitica: tutti dentro. La proposta consiste nel creare una Casa della Politica (chiamata CAP 70033) fondata sulla convergenza su valori comuni che dovrebbero essere (non sono stati pubblicati da nessuna parte, sono rimasti affissi sulla porta) i Diritti e la dignità della persona, l’Etica della Legalità, la Multiculturalità, la Responsabilità, la Solidarietà, la Tutela dell’ambiente e il Rifiuto del totalitarismo. La convergenza nella Casa comune deve essere quindi  fondata su tali valori ma anche su reciproca stima e rispetto. Non deve quindi trattarsi di una coalizione dettata semplicemente dalla convenienza del momento o dalla necessità di battere la Destra. In linea di principio il ragionamento è apprezzabile, anche se i valori indicati appaiono piuttosto generici e tali, quindi, da poter essere anche troppo largamente condivisi.

Infine Rimettiamo in moto la Città e Demos propongono anche una leadership consistente nella candidatura a sindaco di Corrado. Propongono, non impongono, è stato precisato. Ma Corrado ha anche sottolineato che una leadership non si inventa a tavolino a cinque mesi dalle elezioni “pescando” dalla società civile, ma deve emergere da una vita di impegno politico spesa al servizio della città. E anche su questo non ha tutti i torti.

È chiaramente un’apertura al dialogo con le altre forze politiche nella consapevolezza che da solo non può farcela. Si tratta di capire se questo dialogo può implicare anche altre candidature alla leadership e, in tal caso, come dovrebbe risolversi il problema (la parola primarie oggi era tabù). Ma più di tanto forse da De Benededittis e, soprattutto, dal suo gruppo, oggi non ci poteva attendere.

Unica nota davvero stonata è il metodo proposto per il confronto con le altre forze politiche che, a dire di De Benedittis, deve essere improntato alla massima trasparenza (e sin qui ci siamo) ed essere quindi gestito non fra delegazioni ristrette ma coinvolgendo addirittura l’intera base delle varie formazioni interessate. Ma questa è sembrata una boutade da dare in pasto alla sua base, notoriamente diffidente oltremisura, probabilmente anche nei confronti del suo pur indiscusso leader.

Ora la palla passa alle altre forze politiche che potrebbero fare coalizione, pardon convergenza con De Benedittis. Come al solito, sia chi è ostile al dialogo con lui sia chi è più possibilista, ha ottenuto dalla sua uscita di oggi ottimi argomenti. Si spera che i ragionamenti politici e il senso di responsabilità verso la Città prevalgano sui risentimenti e sulle diffidenze. Le aperture fatte oggi da Corrado non sono state molte ma andare a “vedere” le sue carte, in fondo, non costa nulla.

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