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Cosa sta succedendo tra il PD, partito di maggioranza e il sindaco De Benedittis?

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Note di politica coratina: vi è necessità di una comunicazione eteroguidata – questa l’indicazione al Partito Democratico?

Prevediamo che l’assessore Concetta Bucci resti assessore.
L’assessore Concetta Bucci, che non rappresenta più le istanze del Partito Democratico in Giunta, immaginiamo continuerà a svolgere il suo ruolo assessorile, non essendoci alcun segnale di segno contrario.
Ma questa è una decisione del Sindaco, indiscutibile dal punto di vista giuridico, ma con la quale il Sindaco si assumerà forse la responsabilità di una crisi profonda di rapporti con il Partito Democratico; e se ciò non dovesse avvenire per “puro miracolo” comunque ad una situazione di indiscutibile difficoltà negli sviluppi politici futuri.
Questa è la logica ineluttabile conseguenza delle decisioni del Sindaco.
La decisione presa dal Partito Democratico – Sezione Corato di sfiduciare l’Assessore Concetta Bucci, certamente, è da presumere  e/o da intuire, seppur ci mancano riferimenti concreti, ma seguendo solo un ragionamento ispirato alla pura logica, sarà stata adottata a seguito di incontri di Coordinamento.
Ai nostri occhi, però, la decisione del Partito Democratico non poteva che essere la naturale ed ovvia conclusione del braccio di ferro posto in essere dall’Assessore Bucci, convinta di poter “rimproverare e/o bacchettare” sul piano mediatico la capogruppo del partito Nadia D’Introno nonché il suo segretario Attilio Di Girolamo, per un comunicato, quello del partito, che lei non condivideva, ossia l’aver osato da parte del partito e della capogruppo D’Introno far conoscere “pubblicamente” un atto dell’attività istituzionale, quindi, “pubblico” del consigliere comunale capogruppo del partito: la richiesta di fissazione di una commissione con all’ordine del giorno la questione Asipu, richiedendo che un siffatto breve e quasi irrilevante comunicato dovesse passare dalla approvazione del Coordinamento.

Evidentemente vi è da intuire, mancando alcun segnale da parte del sindaco, da ipotizzare certamente a conoscenza, già da prima della pubblicazione del comunicato di sabato scorso, delle decisioni del Partito Democratico rispetto all’assessore Bucci, che la Bucci, ben conscia di essere più vicina ad un certo modo di sentire la politica fatta di silenzi, era ben certa di prevalere sul proprio partito, ove ci fosse stata una reazione dello stesso, così da restare comunque assessore, godendo della fiducia del proprio sindaco ed avendo consapevolezza della mancanza di rilevanza politica agli occhi del sindaco del Partito Democratico, relegato, così di fatto, ormai ad un ruolo di mero gregariato e/ o di irrilevanza politica.

Lo stile laconico del comunicato del Partito Democratico di sabato scorso era significativo ed espressivo della sofferenza di un partito, che sa di aver trascinato alla vittoria il sindaco De Benedittis con tutte le iniziative elettorali prese, tra l’altro finanche con la partecipazione dell’allora suo segretario nazionale Zingaretti, ma che sapeva già come si sarebbe conclusa la vicenda – conferma dell’assessore Bucci. Il comunicato poi concludeva con una posizione doverosamente rispettosa delle prerogative del sindaco.

Il Partito Democratico nei consigli comunali svoltisi ha più volte evidenziato la necessità di muoversi nell’ambito della CAP 70033, la quale sull’onda della convergenza non appare rappresentare una coalizione, ma bensì un aggregato di forze politiche dove vi è il nucleo costitutivo che crede di poter svolgere un ruolo di primazia relegando il Partito Democratico ad un ruolo di subalternità.

Il Partito Democratico con la capogruppo D’Introno, astenendosi in una deliberazione di consiglio comunale, ma con un intervento fondamentalmente contrario, ha dimostrato di non condividere un certo modo di porsi rispetto alle questioni politiche più importanti per la città: ossia un modo estremamente politico e forse poco incline alla valutazione delle questioni sotto il versante tecnico – giuridico.

Alla capogruppo avvocato D’Introno, quindi, al momento non resterà altro che continuare la sua attività di consigliere, affannandosi nei suoi ragionamenti e nelle sue valutazioni tecnico-giuridiche, ma il sindaco, non incline ai cambiamenti, nemmeno a quelli necessari – sostituzione di un assessore dimessa si mesi fa, continuerà il suo cammino senza alcuna considerazione della questione postasi sotto il profilo politico all’interno della sua maggioranza. Il sindaco, d’altro canto, per quanto ci sembra di capire, ha, inoltre, delegato se stesso ad una serie di consultazioni politiche con altre forze politiche presenti in consiglio comunale.

Ora la domanda sorge spontanea: vuole liberarsi del Partito Democratico, il quale apparirebbe poco incline alla sua visione della politica?

Certamente non conosciamo l’esito di questo mandato esplorativo assegnato a se stesso che ha portato il sindaco, per quanto appreso, ad incontrare una serie di forze politiche da Bovino all’UDC. Questo, però, viene naturale chiedersi: “Forse significa che il sindaco vuole allargarsi verso il centro-destra con il mancato rispetto di tutto quanto espresso in campagna elettorale”? Certamente quanto sta accadendo era assolutamente impensabile per gli elettori del sindaco Corrado De Benedittis.
Non dimentichiamo che ad oggi l’opposizione di centrodestra appare quasi inesistente e l’assenza assordante da tutti i consigli comunali tenutisi fino ad oggi da parte dell’ex senatore Luigi Perrone, leader indiscusso del centrodestra, forse è sintomatico di un voler attendere altri momenti prima di far sentire decisamente la propria voce. La situazione politica coratina comincia ad essere di difficile lettura o meglio il pensiero del sindaco De Benedittis di difficile interpretazione.

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1 commento

  1. Il pezzo di Liliana Cazzato mostra in modo impietoso la realtà amministrativa di Corato caratterizzata da un “impiastracciamento totale”. Politicamente c’è una tale confusione la cui logica conseguenza non può non essere che l’inefficienza e l’inefficacia dell’azione amministrativa.
    È giunta l’ora di trarre le dovute conclusioni e agire di conseguenza. Soprattutto c’è necessità che i consiglieri comunali di maggioranza, in primis quelli dei due partiti personali di Corrado De Benedittis abbiano il coraggio di alzare la testa e di giudicare in modo obiettivo i dubbi metodi e i modestissimi risultati dell’azione amministrativa. Il minimo che devono chiedere è un totale cambiamento della giunta, senza condizionamenti nepotistici, amicali e clientelari.

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