Commenti a: Cosa c’è dietro il conflitto in corso fra la CAP e il PD? https://ilquartopotere.it/news/politica/cosa-ce-dietro-il-conflitto-in-corso-fra-la-cap-e-il-pd/ Le notizie sotto un'altra luce Wed, 04 Jan 2023 14:57:32 +0000 hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 Di: Gaetano Bucci https://ilquartopotere.it/news/politica/cosa-ce-dietro-il-conflitto-in-corso-fra-la-cap-e-il-pd/#comment-654 Wed, 04 Jan 2023 14:57:32 +0000 https://ilquartopotere.it/?p=23022#comment-654 L’analisi “ab imis” di Francesco Stolfa è completa ma non particolarmente originale. Molte cose si sapevano, altre più in dettaglio no. Dalla ricostruzione dettagliata della congiuntura di elementi favorevoli che hanno portato alla affermazione di Corrado De Benedittis e del “suo partito” diviso in lato A (Demos) e lato B (Rimettiamo in moto la città) mancano alcuni elementi decisivi. Elementi decisivi prima e soprattutto dopo la elezione di Corrado De Benedittis a sindaco di Corato.
Gli elementi decisivi che sono stati omessi da questa analisi sono relativi non al partito di Corrado ma al PD.
Il primo elemento è il fatto che colpevolmente ma forse in modo interessato il PD (o la parte silenziosa della sezione di Corato) non ha mai chiarito, affermato, preteso e controllato che la sua fosse la “golden share” della percentuale vincente dei voti di Corrado. Il PD ha mantenuto sin dall’inizio una posizione ancellare per convenienza e per mimesi in quanto molti candidati nelle liste del partito di Corrado o comunque nel suo entourage, seppure non proprio nel cerchio magico, erano appartenuti al PD o erano simpatizzanti del partito.
Il PD avrebbe invece dovuto mettere subito i paletti e le condizioni, di uomini e di programmi. Invece ha fatto finta di niente. Hanno fatto nel PD le gatte morte, pensando alle proprie convenienze immediate e non al futuro di Corato.
Dopo le elezioni, visto l’atteggiamento debole e sussiegoso del PD, Corrado ha semplicemente tirato le somme. Si è ricordato che due più due fa quattro ed è andato disinvolto per la sua strada. Anzi ha creato il pregiudizio proprio nel PD assegnando ad Addario figlio un assessorato con Addario padre consigliere. Insomma ha messo a regime il nepotismo, facendo dello stesso un elemento di grave debolezza del PD. Il PD ha abboccato perché a qualcuno così conveniva. Di lì in poi hanno fatto a gara a trovarsi una posizione di convenienza sia nel PD sia soprattutto uscendo dal PD come ha fatto l’Assessora Bucci e il consigliere Mascoli che si è ritagliato uno spazio esclusivo ma improduttivo nella gestione delle questioni della sanità, una specie di “para-assessore”.
Senonché ad un certo punto è venuta fuori, come una sorta di Giovanna D’Arco coratina, la consigliera Nadia D’Introno che non solo ha ridato dignità ad un Consiglio comunale fantoccio ma ha scompaginato tutto; sia nel “partito doppio” di Corrado, sia nel partito del “doppio gioco” del PD.
Il bello è che nessuno ha messo alla porta Nadia D’Introno. Non l’ha fatto Corrado e non l’ha fatto il PD. Che non lo abbia fatto Corrado c’è poco da meravigliarsi: ormai sin da dopo le elezioni egli gettò la maschera della coerenza, della lealtà e della onestà politica. Che non lo abbia fatto il PD è invece cosa gravissima, atteso che la consigliera D’Introno era pure stata indicata come capogruppo. Cioè dietro il candore, la combattività e la preparazione della D’Introno il PD ha mascherato fino ad oggi le proprie convenienze ed anche debolezze.
Pertanto, l’analisi di Francesco Stolfa va integrata anche di questi elementi. E non solo di questi, perché ci sarebbero da dire un mucchio di cose su altre due formazioni politiche che, per convenienza e per solo opportunismo di gente che non nomino ma che Stolfa conosce benissimo, hanno permesso a Corrado, tomo tomo e fesso fesso, di papparsi la città e di imporre quella rivoluzione gentile che, come si dice da noi, è “tutta paglia senza spighe”.
Ma adesso siamo ad un punto di non ritorno perché il fuoco non è più nel PD ma anche nel partito di Corrado, anzi nella coscienza di qualcuno a partire dal consigliere Arsale, che in coscienza non se la sente più di prendersi responsabilità facendo anche la “marionetta alzamano”, dentro e forse anche fuori il consiglio comunale.
Staremo a vedere.

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