La nomina della Dott.ssa Valeria Mazzone a Presidente del Consiglio Comunale – sono trascorsi circa due anni da allora – non ci ha visti particolarmente entusiasti. Dicevamo tra noi: non è una persona particolarmente competente in materia di diritto amministrativo, non è una persona di particolare esperienza in campo politico, non è una persona cha abbia fino ad ora dimostrato doti di particolare equilibrio, rivelandosi spesso di parte nelle sue valutazioni in un modo che è quasi sempre sconfinato nell’ala estrema del tifo da stadio. Ricordavamo inoltre alcune sue famose esternazioni nei Consigli Comunali tenutisi anni addietro, Consigli nei quali ella si è sbizzarrita in prolusioni che – tuttora agli atti – hanno stupito più di uno per virulenza e aggressività.
Ricordavamo e pensavamo tutto questo, lasciando comunque spazio ad una flebile speranza e non calcando la mano – anzi prendendo quasi le difese di Valeria Mazzone – in occasione ad esempio del famoso scivolone che la ha vista protagonista sull’interpretazione del voto di astensione espresso in un Consiglio Comunale, questione poi sanata dal Segretario Generale che ha dato dei fatti una lettura diametralmente opposta a quella della Nostra. Riteniamo infatti corretto dare a tutti una possibilità – anche a coloro che per puntiglio, partigianeria o partito preso non hanno mai espresso giudizi equilibrati – prima di giungere ad una valutazione compiuta.
La competenza, infatti, può in qualche modo essere supplita dal Segretario Generale, che viene pubblicamente interpellato da Valeria Mazzone ad ogni piè sospinto, ed anche l’esperienza è in divenire e può essere acquisita sul campo così come può essere che una persona – nel momento in cui acceda ad un ruolo istituzionale – riveli doti di equilibrio prima sconosciute. Abbiamo quindi sospeso il giudizio, fidando in un’aspettativa che potrebbe anche contemperare le presunte carenze, credevamo cioè che Valeria Mazzone potesse essere almeno coerente con quanto ha sempre espresso in Consiglio Comunale in termini di trasparenza, informazione dei Consiglieri, accesso agli atti e collegialità.
Tutte le speranze sono state mal riposte e oggi riteniamo semmai che Valeria Mazzone sia più un problema che una risorsa per lo svolgimento ordinato e democratico dei Consigli Comunali.
L’affermazione è forte, ma non riusciamo a trovarne una più calzante per indicare una conduzione dei lavori nella quale i Consiglieri Comunali di Minoranza sono messi nell’impossibilità di ricevere informazioni e partecipare consapevolmente ai lavori: provvedimenti d’urgenza disposti senza nessun approfondimento, fascicoli corposi inviati poche ore prima dell’assemblea o della commissione, pareri vincolanti che vengono inviati dopo che la commissione si è tenuta, punti all’ordine del giorno definiti in commissione che variano di titolo e significato nella convocazione del Consiglio… Tutti stratagemmi che denotano un’incapacità di tenuta dei processi ovvero la pervicace volontà di sminuire le Minoranze o ancora tutte e due le cose insieme. Valeria Mazzone sta replicando molto in peggio i malvezzi che ella stessa ha denunciato in passato in Consiglio, stracciandosi le vesti più di una volta ed arrivando anche ad abbandonare i lavori.
A questo si aggiunge – e qui entriamo nelle valutazioni più soggettive – una conduzione dei lavori prolissa, ridondante, leziosa e stucchevole al punto che il Presidente Mazzone – facendo la somma del minutaggio di tutti i suoi interventi – tiene la parola per decine e decine di muniti durante ogni Consiglio Comunale.
Se questo è dunque il contesto, il Consigliere Nadia D’Introno in occasione dell’assise del 29/11/2022 ha fatto giustamente notare che in Consiglio non ci sono “le scimmiette addomesticate”. In Consiglio, e più in generale in Città, sono presenti tuttavia intelligenze ed esperienze che assolutamente non possono essere ricondotte al denominatore cui questa Amministrazione vorrebbe riportare tutti. Ci sono alcuni che rifiutano di portare il cervello all’ammasso, avendo la capacità di separare le incrostazioni della retorica dalla realtà fattuale, di discernere tra forma e sostanza, di comprendere le priorità e la concatenazione logica degli atti amministrativi.
Mai avremmo pensato di dover rimarcare questi aspetti in quello che doveva essere “il governo dei filosofi” e che si sta rivelando invece come una pesante cappa oscurantista e assolutista che grava sulla Città al punto quasi da paralizzarla. In questo triste scenario, se Corrado De Benedittis è il primo attore e Valeria Mazzone la sua egeria più viperina, mentre di altri ancora ha già detto Nadia D’Introno, ci rivolgiamo a coloro cui va la nostra stima: esercitate il vostro giudizio e non appiattitevi – le responsabilità politiche sono collettive, ma a queste si aggiungono le responsabilità civili e penali proprie del Consigliere Comunale che sono per loro natura individuali. Abbiate il buon senso di tutelare voi stessi e la comunità.