Fino ad oggi Corrado ha fatto il bello e il cattivo tempo nel Palazzo non incontrando una reale e forte opposizione e – soprattutto – un progetto di governo che si contrapponesse all’evanescente rivoluzione gentile. Si sono registrati in questi ultimi anni unicamente due do di petto: la sentenza del TAR a riguardo del bilancio di previsione 2021 – 2023 che ha dato ragione alle tesi dell’opposizione e il sussulto di orgoglio di coloro che hanno presentato le carte alla Procura della Repubblica a fronte dell’incredibile vicenda dell’assunzione del personale ASIPU.
Per tutto il resto del tempo gli oppositori hanno tirato a campare, lasciando spesso da sola Nadia D’Introno – per giunta capogruppo di una forza della maggioranza consiliare – che ha cercato in tutti i modi di tenere la barra dritta rispetto alla direzione tracciata dal programma elettorale a fronte del trasformismo, dell’opportunismo e della vacuità condita da presunta furbizia di tanti suoi colleghi.
Il fatto che le “opposizioni” si siano date appuntamento oggi, Domenica 28 gennaio – alle ore 10.00, presso il Cinema Alfieri per discutere del progetto “Ecoestramurale”, ci fa intendere che qualcosa covi sotto la cenere; avremmo voluto un’opposizione più presente in questi anni, ma questo è quel che passa il governo: accontentiamoci e speriamo che essa, così come è, riesca ad equilibrare la marcia sbilenca dell’Amministrazione. Non dimentichiamo mai, infatti, che la dialettica tra maggioranza ed opposizione è il sale della democrazia e che un’opposizione debole o silente non fa il bene della collettività.
Perché ci si riunisce per discutere del progetto di “Ecoestramurale”? Perché innanzitutto è un’opera che – se realizzata – impatterà fortemente sulla nostra realtà cittadina e, in secondo luogo, perché proprio nella conduzione di questo progetto si sono manifestati tutti i limiti della maggioranza: pressapochismo, stato di stasi permanente con improvvise accelerazioni per le quali in 24 ore si sono bruciate ingenti risorse in progettazioni affidate a terzi, conti economici a geometria variabile (ci sono 6 milioni di euro, ma ne servono 15 però forse ne bastano 10)… e via dicendo. La nostra testata ha dedicato una serie di approfondimenti alla vicenda, analizzando a più riprese le carenze progettuali e di procedura che si sono palesate nella conduzione dell’iniziativa.
Il Sindaco, cercando di “prendere prima” come si dice in gergo, si è presentato bello bello presso una TV locale dove – senza contraddittorio – ha illustrato il progetto Ecoestramurale, chiarendo però che la progettazione è ancora in itinere e che non si ha un quadro definito al 100%. Di cosa potranno mai parlare quindi gli oppositori, oggi, domenica 28 gennaio? Di chiacchiere?
Quel che ha evidenziato il Sindaco è in realtà proprio il cuore del problema per un’Amministrazione che voleva fare della trasparenza e della partecipazione le sue bandiere. Della trasparenza abbiamo già parlato nel precedente articolo (https://ilquartopotere.it/news/politica/corrado-comanda-chi-puo-e-obbedisce-chi-vuole/) dove è apparso chiaro come non si riesca neanche a tener dietro al minimo sindacale previsto dalla norma, ma peggio ci sentiamo se affrontiamo la questione “partecipazione” riferita al progetto “Ecoestramurale”.
La progettazione dell’iniziativa “Ecoestramurale”, infatti, doveva essere partecipata e questo per legge come nota Vincenzo Petrone in un contributo pubblicato dal nostro giornale (https://ilquartopotere.it/approfondimento/eco-estramurale-la-partecipazione-della-citta-parte-terza/), concludendo che “in realtà sull’Eco-Estramurale la partecipazione della città, anche se richiesta per legge, non c’è stata”. Secondo l’Ing. Petrone, infatti, per dimostrare l’avvenuto coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte progettuali gli estensori del progetto avrebbero fatto ricorso a fatti ed immagini non pertinenti o nelle quali comparivano solo persone interne alla stretta cerchia degli iniziati.
A questo dunque è stata ridotta la “partecipazione” da Corrado e dai suoi? Da pilastro del programma elettorale a foglia di fico (o meglio “pezza da priso”) necessaria per aggiustare le carte e magari lucrare qualche punticino nella valutazione del progetto da parte dell’Ente finanziatore? L’intera vicenda sintetizza il fallimento delle premesse da cui si è partiti e questo a prescindere dalla qualità dell’opera che verrà realizzata.
Non credano però gli oppositori che a fronte di queste gravi carenze dell’Amministrazione sia poi facile mettere insieme un’invincibile armata per riconquistare Palazzo di Città: ci vuole un progetto alternativo da contrapporre a quello di De Benedittis. Il rischio infatti è che, fallita la rivoluzione gentile di De Benedittis e a fronte dell’ennesima minestra riscaldata proposta dagli oppositori, gli elettori disertino le urne e tutti i salmi finiscano in gloria.