Home Politica Corrado, la pernacchia fa “PNRR”

Corrado, la pernacchia fa “PNRR”

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Il PNRR è il Piano con cui viene distribuita una parte importante delle risorse che l’Unione Europea assegna all’Italia e tutti i Comuni sono impegnati nel predisporre progetti, rispondere ai bandi, gestire i finanziamenti… nel tentativo di ottenere maggiori fondi per avviare o sviluppare i servizi pubblici di loro competenza.

La Città Metropolitana di Bari conta 41 Comuni che alla prova dei fatti si sono dimostrati più o meno abili nell’intercettare i finanziamenti: al primo posto Poggiorsini con 2.812 euro per abitante, al secondo posto Bari con 1.515 euro per abitante e al terzo posto Ruvo di Puglia con 1.256 euro per abitante. I dati sono stati diffusi dalla Città Metropolitana e Corato è al trentunesimo posto su 41 Comuni con 457 euro per abitante in termini di finanziamenti assegnati. In questa situazione qualcuno dell’attuale Giunta – ne siamo sicuri – potrebbe anche sostenere che siamo quasi tra i primi dieci (cominciando da sotto).

Che rilevanza ha questo dato? Tutti i Comuni – nessuno escluso – lamentano gravi carenze di personale quindi il successo e l’insuccesso, atteso che nessun Ente dispone di forze adeguate per impegnarsi su questo fronte, discendono dalla capacità dell’Amministrazione di aggregare le imprese locali, di coordinare il lavoro degli Enti e degli Istituti Scolastici presenti sul territorio, di dotarsi delle giuste professionalità che, se non presenti nella compagine amministrativa, possono essere ricercate con incarichi a consulenti di livello. Siamo di fronte quindi ad un valore numerico – euro per abitante di finanziamenti intercettati – che dà un’indicazione squisitamente politica: ci sono Giunte che riescono a stare al passo e altre che stentano e la nostra Giunta sicuramente non primeggia.

Se questo è il contesto, assume poi ulteriore rilevanza la notizia – data da Direzione Corato e smentita dal Sindaco – che il Comune di Corato avrebbe perso sei milioni di euro di finanziamenti già assegnati destinati alla realizzazione di un impianto per il riutilizzo delle acque reflue a fini irrigui. Non si tratta in questo caso di fondi PNRR ma di altri fondi comunitari già intercettati dall’Amministrazione Mazzilli (terminata nel 2018) e che sono rimasti in un cassetto per anni fino a quando la regione Puglia non ha scritto al Comune di Corato dicendo: “Ma che volete fare? Ridateci i soldi”. Speriamo tutti che Corrado riesca a mettere una pezza, ma la questione non cambia di molto: la vicenda denota scarsa capacità di coordinamento e scarsa capacità di indirizzo e controllo. Come si risolve?

Corrado aveva la soluzione e ne aveva menato vanto nell’approvazione del suo primo bilancio: la realizzazione di un Urban Center finanziato dal bilancio comunale con un milione di euro, Urban Center che avrebbe avuto proprio il compito di progettare, aggregare, coordinare le forze locali in un’ottica PNRR. Che fine ha fatto l’Urban Center e che fine ha fatto il milione di euro? Ce lo siamo giocato in ricchi premi e cotillon assegnati al beniamino di turno? In quella che doveva essere la casa della trasparenza nessun Consigliere – di maggioranza o di opposizione – è ancora venuto a capo del mistero dell’Urban Center perduto e probabilmente qualcuno, impegnatosi nella complicata ricerca, ha anche somatizzato un profondo disagio.
Per dirla tutta l’acronimo PNRR, che sta per Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, assomiglia molto a quello sgradevole rumore detto pernacchia – “pernacchio” secondo Eduardo De Filippo – che in questo caso sarebbe stato rivolto non a Sindaco e Giunta, che hanno sempre motivi per festeggiare, ma a tutta la cittadinanza che non ha risposte, subisce e paga il conto.

Come se ne esce? Alcuni uomini saggi e attempati hanno avanzato una soluzione: Corrado liquidi la Giunta che ha dato prova di scarsa qualità e riparta con una nuova squadra più adeguata, recuperando l’unione di tutta la compagine che lo ha sostenuto durante la campagna elettorale. Dubitiamo molto che una simile idea possa trovare accoglimento dalle parti del cerchio magico e non crediamo che Corrado possa ritornare sui suoi passi chiudendo con i suoi fedelissimi e con tutti quelli che, anche solo per interesse, gli sono vicini e gli esibiscono sperticate dimostrazioni di affetto e stima. La soluzione a nostro sommesso avviso non c’è (non è detto che tutti i problemi siano risolvibili) e la vicenda si chiuderà o a scadenza naturale oppure per l’intervento di una qualche forza esterna che farà cadere il castello di carte. Siamo comunque al 2023 e mancano due anni o poco più alla fine naturale della Consigliatura: forse è il caso di consegnare alla storia – speriamo ala storia politica e non anche alla storia giudiziaria – il cammino fin qui fatto da De Benedittis e tendere a guardare avanti e in direzione diversa. “Bel tempo e cattivo tempo non durano tutto il tempo”.

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