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Corrado, il pranzo è servito

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All’incirca un mese fa al malcapitato segretario del PD, il fido Giuseppe Quercia, fu sottoposto per la firma un comunicato stampa successivamente inviato alle testate giornalistiche e da queste pubblicato. Nel comunicato il PD (quel che rimane del PD?) magnificava la “centralità delle politiche sociali” (link: https://ilquartopotere.it/news/politica/verso-lapprovazione-del-bilancio-comunale-quercia-il-pd-sara-al-fianco-dellamministrazione/) nell’agire dell’Amministrazione De Benedittis, esaltando il ruolo del giovin signore che, nato da magnanimi lombi, è ora assiso sulla poltrona dei Servizi Sociali, parliamo del proattivo Felice Addario.

In quel comunicato stampa noi, per quell’incorreggibile difetto che ci allontana dalla contemplazione e ci induce a considerare le cose a peso e misura, abbiamo rilevato la presenza di un’enorme tavola imbandita e subito ci siamo chiesti: ma chi ha dato a Felice i trenta denari per aprire centri, sportelli e strutture?
In alcuni casi, è vero, si tratta di finanziamenti pubblici che il Comune ha ottenuto (fondi PNRR o altro), fondi che in ogni caso una volta terminati si tradurranno in spesa corrente per il nostro Ente se si vorranno mantenere le strutture aperte. In altri casi invece abbiamo l’impressione che i progetti, le attività, le strutture… peschino direttamente dal bilancio comunale e quindi dal PEG (Piano Esecutivo di Gestione) dell’Assessorato che sarebbe stato ampiamente foraggiato a scapito di altri settori.
In qualsiasi Amministrazione vi è infatti solitamente un equilibrio: le risorse (poche) vengono suddivise tra gli Assessorati, ognuno dei quali cerca di tirare la coperta dalla sua parte, dopodiché – attribuiti i fondi – ciascuno fa il meglio di quel che può. Felice Addario non sembra avere di questi problemi al punto che il suo PEG appare essere già ora molto cospicuo e probabilmente destinato a diventare fuor di misura quando – finiti i fondi reperiti altrove – anche quello che è stato finanziato dovrà diventare spesa corrente.
Si tratta chiaramente di una scelta politica, preferendo concentrare le risorse su un settore piuttosto che su un altro e lasciando alcuni Assessori praticamente senza portafoglio. I trenta denari sono quindi tutti sudati e meritati, rendendo anche ragione del fatto che per raggiungere questo obiettivo la segreteria del PD e chi inconsapevolmente la rappresenta siano passati su parecchi cadaveri.
Quel che però incuriosisce è che per il nostro Assessore e per la sua parte (esitiamo a chiamarla “partito”) il concetto di “evidenza pubblica” si riferisca unicamente allo strombazzamento del taglio del nastro alla presenza della corte celeste e non già anche alle caratteristiche delle procedure per la selezione dei fornitori e dei soggetti gestori di sportelli, centri educativi, strutture sociali… Forse siamo stati poco attenti, ma non ci sono passate sotto gli occhi le procedure di gara (ad evidenza pubblica appunto) per l’individuazione delle associazioni, cooperative, imprese che dovranno gestire o gestiscono le varie attività. Osservando poi gli elenchi dei soggetti ammessi alla “Gerusalemme celeste” notiamo ripetizioni e assonanze, quasi che solo un ristretto numero di operatori possa avere l’onore di fare corteggio al nostro Felice nel suo luminoso incedere. Tra quei pochi – si sa e non può essere diversamente in una Città di cinquantamila abitanti – molti sono anche parenti, amici, familiari… di Tizio o di Caio o di Sempronio, alimentando così un vespaio di voci e mugugni di cui non si sente alcun bisogno.
Facendo però la tara dei “si dice” e ben sapendo che alcuni giudicano acerba l’uva che non riescono a carpire, dobbiamo anche registrare che a intendere poco e ad essere distratti non siamo solo noi, ma anche alcuni Consiglieri Comunali (di maggioranza!), tant’è che il pugnace Salvatore Mascoli (Presidente della Commissione Consiliare “Coesione sociale e attività per il cittadino”) ha già tenuto una prima Commissione e ne sta convocando une seconda proprio per discutere di questo tema. Il tutto ruota su una domanda già posta e da riproporre all’Assessore Addario, domanda che grosso modo suona così: chi decide e con quali criteri l’assegnazione di fondi e l’affidamento dei contratti di gestione?
Probabilmente partecipando alla Commissione Consiliare che si annuncia ormai prossima avremo lumi per comprendere qualcosa in più. Nel frattempo non sarebbe male se qualcuno – rappresentante politico o giornalista – si prendesse la briga di controllare tutte le determine pubblicate dal 2020 ad oggi dall’Assessorato ai Servizi Sociali e facesse le sue brave sommine, considerando gli affidamenti diretti di servizi e forniture con importi e contraenti e a margine i contratti di appalto anche qui con importi e contraenti.
Su questa base di dati, inoppugnabile per tutti ma non certo per la Giunta e i suoi più fedeli sostenitori, avremo elementi per dire con più certezza chi si è seduto alla tavola imbandita e quanto ha mangiato nella speranza che a tutti noi cittadini ritornino almeno i gusci delle noci e un po’ di fichi secchi in termini di servizi resi.

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