“Il Quarto Potere” è un giornale indipendente e non svolge il ruolo che potrebbe spettare ad un foglio che sia un organo di partito. La testata può ospitare rubriche o articoli scritti da persone differenti e, quando interpellata, non ha mai negato spazio a partiti o rappresentanti politici di qualsiasi schieramento.
La rubrica condotta da oltre due anni con cadenza settimanale dallo scrivente – rubrica che non ha certo parole di elogio nei confronti dell’Amministrazione a trazione De Benedittis – non implica che il giornale sia politicamente schierato ovvero che dalle sue colonne altri non possano dire la loro.
Quel che scrive Duca Valentino – ammesso che a più di uno interessi – non è certo pro-Corrado, questo si è bello e capito, ma sarebbe un errore pensare che la critica rivolta al Sindaco implichi l’automatica adesione ad una proposta alternativa proveniente da Destra o da Sinistra. La rubrica semmai riflette quelli che sono i tempi e la difficile situazione in cui si trova la Città: Corrado è “invotabile” per i tanti motivi enunciati in due anni, ma non si può tornare indietro e non si comprende la direzione in cui andare avanti.
Il testo scritto dà poi l’occasione per discutere (offline) con alcuni affezionati lettori. A Corato infatti un buon numero di professionisti e imprenditori si sta affermando in una dimensione che va ben oltre quella locale, contribuendo poi a creare quell’economia che alimenta la Città e che di riflesso consente all’Amministrazione di avere risorse a disposizione per largheggiare a suo piacimento.
In altre epoche ed in altri contesti sarebbe stato logico pensare ad un impegno diretto o indiretto da parte di alcuni che, dotati di professionalità e competenza, fossero in grado poi di creare un’alternativa a Corrado e alla sua corte dei miracoli. Nel 2024 a Corato questo non accade: è lecito chiedersi perché.
Da un punto di vista generale chi oggi ha la responsabilità della conduzione di un’attività economica è pressato da molte urgenze ed ha davanti un futuro che, tra epidemie e guerre, si prospetta molto incerto e denso di rischi e opportunità: il momento consiglia a tutti di rimanere centrati sul proprio business. In secondo luogo ricoprire oggi una carica politica significa essere impegnati a tempo pieno con un impiego di energie che è spesso inconciliabile con i tempi di chi lavora in qualità di imprenditore o professionista. La politica, inoltre, divide e quindi nell’immediato i danni per chi svolga un’attività rivolta al pubblico possono essere palpabili: inimicizie, antipatie, perdita di clienti. Le indennità spettanti al Sindaco o agli Assessori sono infine poca cosa rispetto al danno subito da chi debba lasciare la sua attività o rallentare il ritmo del suo lavoro per fare altro.
A queste considerazioni di livello generale, si aggiunge poi una valutazione di carattere locale. Il Centrodestra a Corato ha bruciato due Amministrazioni in 12 mesi. Chi oggi potrebbe avere una mezza idea di fare il gran passo si chiede: “Due sono già stati affondati, il terzo potrei essere io?”. A questo si aggiunga che al momento l’ipotesi che si possa costruire una larga coalizione di Centrodestra, comprendendo tutto le forze che nel 2014 hanno contribuito al successo di Massimo Mazzilli, sembri pura utopia. Anzi, taluni manifestano evidenti segni di fastidio alla sola idea di sedersi nuovamente allo stesso tavolo. Quand’anche poi si riesca a mettere insieme un cartello composto da più forze e sigle, rimarrebbe da spiegare agli elettori perché sia nel 2018 e sia nel 2019 quelle stesse persone non siano riuscite a cavare il ragno dal buco facendo naufragare la coalizione: c’è qualcuno che si assuma la responsabilità degli errori? Neanche a parlarne.
Il tema del “Chi sarà il candidato Sindaco in opposizione a Corrado?” scivola quindi tra l’indifferenza dei più, camuffato in parte dal “C’è ancora tempo” pronunciato da alcuni per celare l’evidente incapacità di rispondere alla domanda. Imprenditori e liberi professionisti che pure avrebbero da dire e potrebbero costituire l’alternativa per ora vogano molto al largo.
Il concetto è chiaro: per superare Corrado ci vuole un antagonista di livello. Pensare di mettere in campo una coalizione in nome di un “cristiano garbato” privo però della necessaria indipendenza e quindi strumento di coloro che operano alle sue spalle è un tentativo che può solo generare il rigetto da parte dell’elettorato (ammesso che il “cristiano garbato” sia così facile da individuare e sia così cieco da cacciarsi in una simile avventura).
A fronte di questa situazione Corrado gongola: può contare su alcune migliaia di voti sicuri e altri sta cercando di “accocchiarli strada strada”, mentre i partiti di Centrodestra annaspano in una specie di incubo da loro stessi prodotto e a Sinistra coloro che non sono allineati con il Sindaco sono stetti tra i lacci e i lacciuoli che la realpolitik targata Addario – Quercia ha saputo tessere. L’impressione è che in questo scenario possano ingrossarsi le fila dell’astensione e che un ristretto manipolo di pretoriani di Centrosinistra riesca comunque ad imporre Corrado Sindaco: buona fortuna.