Home Politica Corrado e l’uovo di Pasqua del PD

Corrado e l’uovo di Pasqua del PD

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Il PD Corato il 26 marzo scorso ha reso noto con una sua sintetica nota sui social media di non sentirsi più rappresentato in Giunta dall’Assessore Concetta Bucci, lasciando al Sindaco “ogni relativa valutazione”.

Il Sindaco nella sua intervista rilasciata lo scorso 5 aprile ad un’emittente televisiva locale ha dato la sua risposta al PD ed ha derubricato la vicenda a “questione interna” ad un partito della sua maggioranza, confermando la sua fiducia all’Assessore Bucci che, come ognun vede, sta operando molto e bene.

Le cose stanno come dice il Sindaco della cui onestà intellettuale di certo non dubitiamo? Probabilmente sì se guardiamo questa vicenda dal lato degli effetti (è una questione interna al PD), se però dovessimo ragionare sulle cause la valutazione potrebbe essere differente: chi ha spinto l’Assessore Bucci ad entrare in contrasto con il suo Partito (il PD), sostenendola poi quando il PD ha detto di non sentirsi più rappresentato?
Di certo non possiamo pensare che il Sindaco “pacifista” abbia innescato il conflitto, usando l’Assessore come clava contro il PD, e sicuramente non dobbiamo ritenere che il Sindaco “filosofo” sia stato così calcolatore e manovriero da cacciare la segreteria del PD in un cul de sac, ma andiamo con ordine.
Che tra il PD e il Sindaco con annesso “cerchio magico” le cose non vadano per il meglio è noto a tutti gli osservatori ed è stato palesato chiaramente nelle parole della Consigliera D’Introno durante il Consiglio del 6 aprile scorso: che si fa in questi casi? Accade spesso infatti che nella conduzione di una coalizione le parti possano non essere d’accordo ed entrare in contrasto, in tal caso – ritenendo l’unità un valore indefettibile – uno dei due attori si rivolge alla segreteria provinciale chiedendo di mediare con quella della controparte per arrivare ad una soluzione.
Il PD Corato ha un “numero di porta” ed è probabile che il Segretario – Attilio Di Girolamo – abbia già pensato di fare i suoi passi e rappresentare la situazione a Bari. Più complessa è la situazione del Sindaco e del “cerchio magico”: a chi rispondono costoro? Chi è in grado cioè di tenere le fila di questo velleitario civismo privo di connessioni organiche? Non è dato saperlo e del resto il Sindaco ha nominato tra i suoi padri spirituali e politici talmente tante personalità così contrastanti tra loro – contemporanee e passate – da assurgere al rango di vero e proprio filius publicus politicamente parlando.
Con chi dovrebbe ragionare la segreteria barese del PD e a quale tavolo si dovrebbe sedere per trovare una soluzione al “dossier Corato”? Un bel rompicapo. In secondo luogo, prima di fare la sua “sciuta” a Bari, il valido segretario del PD Corato si sarà ben fatto il suo esame di coscienza chiedendosi: “Ma quanti sono con me? Avevo due Assessori e uno non mi rappresenta più, avevo quattro Consiglieri e due hanno abbandonato il Partito… fino a che punto posso contare sugli altri due Consiglieri che dicono di essere con me?”.
Se trattassimo di un altro Sindaco – di certo non possiamo pensare che Corrado De Benedittis ricorra a questi stratagemmi – diremmo che il primo cittadino aveva già pronta la mina per bloccare il PD in caso di necessità: la nomina ad Assessore di Felice Addario, figlio di un consigliere comunale in carica del PD (!) e di una solerte ed ambiziosa funzionaria del Comune di Corato, sembra andare proprio in questa direzione. Da un lato infatti ora il segretario deve trattare con il padre (Addario) per far dimettere il figlio (Addario) nel caso in cui il Partito – messo alle strette – decida di uscire dalla Giunta e passare al sostegno esterno, dall’altro il segretario intuisce che nel rappresentare una gestione così fallimentare agli ambienti baresi verrebbe subito etichettato come “problema” e non come “soluzione”.
In sostanza il Sindaco, certamente per pura casualità e non per calcolo, ha tutte le carte in mano: con la nomina di Addario (figlio) ha messo il “fermo all’oca” al PD e, nel caso in cui Attilio Di Girolamo si faccia sentire, può screditarlo rispetto agli ambienti baresi dicendo che i tre quarti dei Consiglieri già del PD e i due Assessori già del PD sono con l’amministrazione e non con il partito.
La vicenda può apparire buffa e di poca rilevanza, ma purtroppo sono proprio questioni simili quelle più spinose e di ostacolo all’azione amministrativa. Come se ne esce nel caso in cui non si intenda rassegnarsi alla situazione attuale e non si voglia cedere le armi al Sindaco e ai suoi sodali del “cerchio magico”?
Il PD deve fare il partito e non lasciare sola la segreteria, rilevando l’incompatibilità fra Consigliere e Assessore e invitando i due Addario a chiarire la situazione. Se si dimette l’Assessore (Addario figlio) il Sindaco dovrà per forza mettere mano ad una Giunta già monca dopo le dimissioni dell’Assessore Buonsante e si tornerà a discutere, se si dimette il Consigliere (Addario padre) subentra in Consiglio proprio Attilio Di Girolamo, primo dei non eletti, rafforzando così la segreteria e riaprendo i giochi. Nessuno dei due Addario si dimette pur a fronte della richiesta degli organi di partito? E’ un’eventualità remota ma possibile; in tal caso capiremo perché e avremo tutti raggiunto un grado pieno di consapevolezza in merito all’onestà intellettuale del Primo Cittadino, del “cerchio magico” e di quanti hanno trovato casa nella CAP.
Cosa troverà il Sindaco in un uovo di Pasqua così ben apparecchiato e preparato? Da qualche parte ci dovranno pur essere il cioccolato e la sorpresa e non solo la carta argentata che – al momento – è stata l’unica cosa data ai cittadini.

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