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Corrado e la Woodstock del Mediterraneo

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L’estate è anche la stagione del divertimento e il Comune di Corato si è dato da fare – come tutte le Amministrazioni d’Italia – per rendere il più piacevole possibile a residenti e visitatori il trascorrere del tempo. Sono state impiegate per sostenere il calendario degli eventi cifre imponenti e mai prima messe in campo: oltre cinquecentomila euro per l’estate coratina, somma che si inserisce in un budget annuale del settore che supera il milione di euro. A queste cifre si aggiungono i contributi di altri Enti Pubblici (ad esempio la Regione Puglia) che cofinanziano alcune delle iniziative che godono del patrocinio comunale, le sponsorizzazioni dei privati e – in alcuni casi – i proventi del botteghino alimentati dagli spettatori paganti. Si tratta di un giro di affari non secondario che ha suscitato alcune polemiche e indotto l’intervento un po’ stizzito dell’Assessore Beniamino Marcone (Assessore alle Politiche Culturali e Vicesindaco) che ha affermato nella lettera inviata agli organi di stampa: “La bellezza ha un costo e mantenere la bellezza ha un costo sempre maggiore…” (https://ilquartopotere.it/replica/la-bellezza-ha-un-costo-lassessore-marcone-risponde-sulle-spese-del-cartellone-estivo/).

Secondo Marcone: “Nelle ultime ore, da alcuni ambienti della società civile e collaterali alla politica, si sono intrapresi esercizi infondati di delegittimazione (anche personale) e pesanti insinuazioni riguardo presunte connivenze e non meglio precisate spartizioni e sparizioni”. Precisiamo subito che non intendiamo seguire l’Assessore su questa strada: se sono stati commessi errori o omissioni nella erogazione oppure nella gestione dei fondi chi ha sbagliato pagherà, a noi interessa in realtà il progetto culturale complessivo anche per comprendere la direzione in cui si sta andando. In premessa, va inoltre riconosciuta al Marcone una dose di onestà intellettuale: egli infatti non può essere ricompreso nel novero di coloro che a partire dal 2013 prima hanno avvelenato i pozzi e poi, quando è toccato a loro tenere il mestolo in mano, hanno iniziato a lamentarsi della qualità dell’acqua.
Consideriamo un aspetto di metodo innanzitutto. Secondo l’Assessore infatti “Favorire cultura significa non solo assumersi l’onere di fare investimenti, ma anche l’onere di attuare soluzioni operative e organizzative efficaci”. In termini di soluzioni organizzative ed operative abbiamo contato 28 atti (determine e delibere) di concessione di patrocinio ad altrettante organizzazioni che hanno svolto le loro attività durante i mesi estivi, atti assunti a partire dal 5 luglio, ovvero a ridosso delle manifestazioni stesse. Significativo anche il caso di “Secolare Festival” – il grande evento citato dallo stesso Marcone – tenutosi il 9 e 10 settembre scorsi: l’impegno di spesa (40.000 euro) è stato adottato il 17 agosto ovvero pochi giorni prima della manifestazione in questione. Non crede Assessore che – soprattutto per gli eventi che hanno un budget considerevole – questa procedura debba essere interamente rivista? Come possono le organizzazioni, in assenza di patrocinio e finanziamento, lavorare per la promozione degli eventi? Non si rischia così di strozzare gli eventi più ambiziosi proprio in conseguenza di soluzioni organizzative ed operative non efficaci?
Più in generale la nota dell’Assessore Marcone è costruita su un unico artificio retorico: prima di questa Amministrazione il nulla, con noi la Città riparte. (“Stiamo rigenerando una Città e lo stiamo facendo con ordine e metodo”). Possiamo dissentire rispetto a questa affermazione? Questa Amministrazione infatti non ha modificato la tradizione della Festa del Patrono (illuminazione artistica, grandioso lunapark, spettacolari fuochi pirotecnici…), ha mantenuto giustamente in vita le manifestazioni storiche e ricorrenti (Il Pendio, Le barche di Santa Maria..), ha finanziato alcune manifestazioni che già avevano avuto avvio con le passate Amministrazioni (Gusto Jazz, Festival delle Murge, recital pianistici…) e vi ha aggiunto anche di suo, anche questo va rimarcato. Non è corretto però considerare l’aggiunta come il tutto: è qui che il ritornello dell’Assessore risulta essere stonato.
Per quanto attiene il merito delle scelte possiamo anche dissentire, pur riconoscendo però all’Assessore pro tempore il diritto e il dovere di agire e di fare le sue valutazioni. Va considerato comunque che la piazza si riempie sia con Daniele Silvestri sia con i Ricchi e Poveri sia con Peppino di Capri: ma l’obiettivo è il progetto culturale o l’adunata oceanica? E’ il progetto infatti il problema. Somme così imponenti per la nostra collettività non possono essere legate unicamente al bello se questo non è in qualche modo connesso con l’utile. I territori si connotano con gli eventi culturali che in esso vengono promossi, sviluppando fattori identitari: in Italia possono essere considerati capofila la Toscana e i suoi sub-ambiti, in Puglia può essere un riferimento la Valle d’Itria alla cui idea di fondo anche la vicina Ruvo di Puglia sembra tendere. Qual è l’idea di fondo per Corato? L’Assessore Marcone dice infatti: “Abbiamo costruito identità nella proposta culturale”. Qual è il nome di questa identità per andare nel concreto? La Woodstock del Mediterraneo? Parliamone. Infatti, Assessore, se ne dovrebbe parlare; soprattutto se ne dovrebbe discutere nei luoghi deputati a cominciare dalla Consulta della Cultura, se è viva e vegeta.
Credo inoltre sia di sua competenza, al termine della stagione estiva e in preparazione di quel che verrà, dare conto del lavoro svolto e dei risultati ottenuti, scendendo dall’empireo delle argomentazioni utilizzate nella sua nota del 29 agosto per entrare un po’ più nell’operativo. Certo le emozioni che dà l’arte non possono essere valutate a peso e misura, ma può essere utile anche conoscere quanti artisti sono stati coinvolti, quanti concerti si sono tenuti, quanti cittadini e di che età hanno partecipato ad alcune iniziative, quanti sono stati gli spettatori paganti negli eventi in cui era previsto un biglietto di ingresso…
Coraggio Assessore, concordo poi con la sua affermazione finale: “Lasciamo fuori la città e la comunità dalle logiche della conquista che ci hanno reso piccoli per troppo tempo”, evidenziando però che piccola negli ultimi tre anni è stata la capacità di coinvolgimento e di raccordo fra le varie e diverse istanze.

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