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Corrado e la roba

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Dalle nostre parti – nel Sud Italia – ogni progetto politico che voglia essere rivoluzionario pone al centro il tema della roba: lo ha fatto Garibaldi promettendo la terra a tutti, lo ha fatto il fascismo con la difesa degli interessi dei proprietari da un lato e con l’assegnazione della terra ai coloni dall’altro, lo ha fatto la Repubblica con la riforma agraria.

Seguendo questo filo logico, quando è apparso l’eloquente Corrado De Benedittis con i suoi propositi rivoluzionari conditi di rampogne verso gli speculatori che avevano cementificato il nostro territorio abbiamo nutrito la speranza che potesse spirare un vento diverso. È pur vero che la rivoluzione corradiana è stata sempre accompagnata da un aggettivo – “gentile” – che in qualche modo ne smorzava i toni, “gentile” però non significa “tarocca” o “farlocca”.
È anche vero poi che la nostra conoscenza dei fatti storici non lasciava intravedere come possibili grandi cambiamenti: la speculazione edilizia infatti termina con i palazzinari che sfruttano ogni centimetro quadro utile, ma inizia quando distinte famiglie – grazie ai loro rapporti con la politica locale – si battono per trasformare in residenziali i suoli che erano agricoli. È quel tratto di matita sulla carta che fa la storia: i palazzinari vengono dopo e corrispondono al proprietario del suolo quanto richiesto, iniziando poi a costruire e tessendo a loro volta rapporti con la politica locale per ricavare quanto più possibile dall’investimento fatto. In queste dinamiche che a Corato hanno avuto il loro momento di massimo splendore oltre quaranta anni fa, tutti – costruttori, artigiani, proprietari terrieri… – si sono arricchiti: è mai possibile – dicevamo sotto voce – che i discendenti dei principali protagonisti di quanto accaduto allora escano a tal punto dal seminato da mettere in discussione quanto fatto dai loro maggiori, disconoscendo la radice stessa del loro benessere? Difficile, molto difficile.
Eppure noi a Corrado abbiamo creduto, non chiedendogli certo di capovolgere il mondo dall’oggi al domani, ma domandogli almeno un segnale forte in modo da far capire a tutti quanto la musica fosse cambiata. Abbiamo compreso nel luglio 2023 quanto le nostre speranze – modeste e ridimensionate – fossero lontane dal vero. In due Consigli Comunali, infatti, entrambi disastrosi per la maggioranza, si sono dispiegati per intero sia il fallimento di ogni proposito realmente rivoluzionario (7 luglio 2023) sia il possibile superamento a Sinistra dell’attuale governo cittadino (21 luglio 2023).
Dell’azione svolta da Nadia D’Introno e dal gruppo dei Giovani Democratici abbiamo parlato nel nostro ultimo contributo ( https://ilquartopotere.it/news/politica/corrado-e-lisola-che-non-ce/) con riferimento ai fatti del 21 luglio 2023. Vorremmo ora riflettere nuovamente su quanto accaduto nel Consiglio Comunale del 7 luglio scorso. I fatti: il punto all’ordine del giorno “Approvazione della Convenzione relativa al Permesso di Costruire Convenzionato inerente l’area in Zona “B2” – Fg. 22 P.lla 1255”, riguardante un sito ubicato lungo viale Cadorna, viene approvato da 12 voti favorevoli con l’astensione di Aldo Addario (PD) e l’assenza di Michele Arsale (Rimettiamo in moto della Città) – presidente della Commissione Urbanistica e Lavori Pubblici – che nel frattempo aveva abbandonato l’aula.
Non si tratta quindi dei soliti “bastian contrari” – Salvatore Mascoli e Nadia D’Introno – ma questa volta anche due tra i fedelissimi non se la sono sentita di votare secondo le indicazioni del Sindaco. Cosa è successo? Come mai il tema più volte trattato in Commissione, registrando ogni volta il dissenso della maggior parte dei Consiglieri, è poi passato in Consiglio con un atto di forza del Sindaco?
Nessuna testata giornalistica, ad eccezione de Il Quarto Potere che ha pubblicato un articolo dell’Ing. Petrone (https://ilquartopotere.it/approfondimento/ledificazione-della-zona-b2-di-viale-cadorna/) , è andata in profondità sentendo i diretti interessati (potrebbe però anche darsi che sia Arsale sia Addario siano stati interpellati e non abbiano voluto rilasciare dichiarazioni) di modo che sul tema è calato un silenzio preoccupante: Corrado De Benedittis e i suoi Consiglieri hanno concesso il permesso di costruire accettando la cessione a vantaggio del Comune di un’area ridotta gravata dalla servitù di passaggio e consentendo la monetizzazione delle restanti parti secondo un parametro non aggiornato. I Consiglieri che hanno votato contro o hanno abbandonato i lavori riferiscono che si tratta di una resa del Comune difronte agli interessi della parte privata, secondo il Sindaco si tratterebbe invece dell’inizio della fine degli interessi degli speculatori, considerando che le prassi in uso non possono essere cambiate dall’oggi al domani. Come a dire: “Per questa volta passi, ma la prossima sarò inflessibile”. Rispetto della prassi o rispetto della legge?
Potremmo dire che, trattando di rivoluzione e di fatti rivoluzionari accaduti in passato nel mese di luglio, sembrerebbe che nel Consiglio Comunale sia avvenuta una presa della Bastiglia al contrario: i sanculotti avrebbero vinto (a loro dire) calandosi le braghe. Al di là del giudizio tecnico in materia di urbanistica, non comprendiamo poi il silenzio sul fatto politico che è ancora più rilevante: dove è la novità se dobbiamo applicare le prassi seguite già in passato e rispetto alle quali si è detto peste e corna in campagna elettorale? Perché di questo aspetto nessuno parla o vuol parlare quasi che tutti – giornalisti, editori, rappresentanti politici… – nutrano un timore reverenziale verso un ipotetico mastino che debba essere sempre lisciato secondo il verso del pelo, mastino che in questo caso potrebbe essere dietro le quinte?
La rivoluzione è finita: Corrado non ci appare come un Robespierre ma semmai come uno dei protagonisti di una novella del Verga. Pertanto, invece di progetti di housing sociale – come avevamo auspicato – rassegniamoci a ricevere passive (e costose) “opere di misericordia” elargite dall’Assessorato ai Servizi Sociali nonché luccicanti (e costosi) eventi promossi dall’Assessorato alla Cultura. Forse un giorno ci sarà chi riporterà al centro il tema dell’abitare e porrà l’accento sull’offerta di alloggi e servizi abitativi a prezzi contenuti destinati ai cittadini con reddito medio basso.

Duca Valentino sospenderà le pubblicazioni nel mese di Agosto e tornerà il prossimo 3 settembre nella speranza che nel frattempo San Cataldo abbia a fare il miracolo, dando a chi può e a chi deve la forza e il coraggio per prendere posizione e fare luce sull’intera vicenda.

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