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Corrado e la guerra di corsa

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Nel rispondere o interpretare ogni questione, da quelle piccole e minute fino a quelle di più ampio respiro, Corrado segue un suo canovaccio logico che è composto dalle dottrine degli autori più diversi. Corrado è un pacifista che apprezza Che Guevara, un ultracattolico che va a braccetto con i “bambini di Stalin” o anche – se le circostanze sono opportune – un comunista radicato in sacrestia. Sembra che il Sindaco abbia saccheggiato gli scritti dei pensatori del passato per trarne un centone di natura cangiante da adattare alle varie circostanze e per potersi esprimere in maniera opportuna a seconda dell’uditorio, lasciando ad altri la ricerca della coerenza logica nelle sue varie esternazioni.

Da un punto di vista letterario questa tendenza di Corrado ad impadronirsi dei pensieri altrui per utilizzarli per fini propri sembra molto simile al costume dei corsari che catturavano i vascelli avversari, appropriandosi delle ricchezze in essi contenute, sotto l’egida di una patente rilasciata da uno Stato e quindi nella perfetta legalità.

In questo gioco di equilibrismo, nel rollìo e nel beccheggio dell’Amministrazione, la stella polare di Corrado è una sola ed è essenzialmente la ricerca del consenso del suo elettore tipo, quello che abbiamo definito “elettore massa”, che è rappresentato da “una persona adulta con un’età superiore ai 40 anni, un titolo di studio medio – alto e un’occupazione quale lavoratore dipendente [o pensionato] prevalentemente nel pubblico impiego” (https://ilquartopotere.it/news/corrado-spezzeremo-le-reni-al-centrodestra/).

I primi a rendersi conto – forse inconsciamente – di questa evidente inclinazione del Sindaco sono stati proprio i giovani che lo hanno sostenuto in campagna elettorale, alimentando a più riprese polemiche e lanciando richiami al rispetto del programma elettorale: sono stati lasciati soli a guardare le bandiere mentre il Sindaco e la sua ciurma si sono diretti altrove.

Fatto il punto per individuare dove siano Corrado e i suoi, appare evidente come questo posizionamento del Sindaco apra grandi spazi alla sua destra e alla sua sinistra per chi voglia sfidarlo alle prossime amministrative. Infatti, le categorie Destra e Sinistra non appartengono a Corrado, egli le supera entrambi e le fonde in un unicum che è a metà fra la moderazione del rivoluzionario e lo slancio del conservatore.

Cosa c’è alla Sinistra di Corrado? Sicuramente ci sono persone intelligenti e preparate, sia giovani sia molto in avanti con gli anni, messe da parte però da una pletora di individui lobotomizzati e spesso famelici: da quella parte, ad eccezione dell’altro “bucaniere” – Renato Bucci – che forse chiotto chiotto sta preparando qualcosa di grosso per riprendere il controllo della filibusta, non c’è molto da sperare.

Cosa c’è alla Destra di Corrado? Un insieme sparigliato di forze e di nuclei di resistenza isolati non ancora in grado di elaborare un pensiero collettivo. In sintesi, è cambiato il contesto e il Centrodestra continua ad imbarcare acqua.

In passato, infatti, il contesto di riferimento era assolutamente chiaro e implicito: il perno era dato dal connubio tra sviluppo economico e miglioramento generale della qualità della vita (e dell’abitare) incardinato nelle dinamiche dell’edilizia per civile abitazione. Lottizzazioni, case, ville, trasformazioni, restauri, condoni… tutti avevano bisogno di tutto e, dal piccolo agricoltore allo speculatore, il filo rosso che legava l’insieme era dato dal mattone. In un contesto così definito era necessario disporre di un punto di riferimento in Comune che riuscisse a sistemare, velocizzare, aggiustare, far entrare il 5 nel 4 e risolvere il problema. Il politico allora era il mediatore che, abilissimo nei rapporti interpersonali, riusciva a mettere un po’ tutti d’accordo tirando sul prezzo da una parte e dell’altra e trovando il modo per sistemare la questione. Non c’era nulla da dire, nulla da spiegare, nessun concetto da esporre: erano chiare a tutti (anche se in modo implicito) la posta in gioco e la sua rappresentazione.

Nel nuovo contesto i riferimenti di fondo non sono più chiari atteso che le esigenze dei cittadini si sono diversificate, sono di carattere più immateriale, non sono ben comprese dagli stessi osservatori, cambiano velocemente nel tempo… Più in generale, gli elettori sono sfiduciati e non vedono molto più in là del loro naso: c’è bisogno ora di chi sappia spiegare, motivare, illudere se necessario e di chi dia riferimenti di senso all’agire (in questo Corrado in campagna elettorale è riuscito bene). Non basta più quindi mettere insieme dei grandi portatori di voti per vincere: il successo elettorale non è più dato dalla somma dei contributi singoli se l’insieme non riesce ad esprimersi con una voce chiara e forte. Lo abbiamo visto con “l’anatra zoppa” del 2013 e con le amministrative del 2020.

Al momento, quindi, in assenza di un pensiero forte, il Centrodestra è silente oppure si pone sulla scia della nave corsara di Corrado navigando di conserva: le critiche fatte a questo o quel provvedimento, le lamentele riferite alle varie inefficienze, il rilievo delle incongruenze degli atti amministrativi… non fanno che rafforzare implicitamente l’idea che quello di Corrado sia il modo giusto per amministrare, anzi l’unico modo, e che quelli rilevati siano piccoli o banali incidenti di percorso.

Altra cosa sarebbe dire che è proprio la rotta presa da Corrado ad essere errata e che seguendo De Benedittis si va a sbattere. Per far questo ci sarebbe bisogno però di una voce forte ed alternativa che disegni un nuovo percorso e faccia fare all’opposizione un salto di qualità ritrovando l’unità di intenti. In sostanza, o il Centrodestra riesce a trovare il bandolo della matassa oppure alle prossime amministrative verrà nuovamente “fatto da corsa” (locuzione che dalle nostre parti indica l’essere ridotto a malpartito dall’avversario) dal commodoro Corrado e dalla sua nave battente bandiera arcobaleno.

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