Home Politica Corrado e la decrescita di Felice

Corrado e la decrescita di Felice

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Nel discutere di quel che accade a Palazzo di Città gli osservatori e coloro che frequentano Piazza Matteotti spesso ripetono: “Ma non capiscono o fanno finta di non capire?”. Nel caso dell’Amministrazione De Benedittis noi propendiamo per l’assoluta buona fede di Sindaco, Assessori e Consiglieri di maggioranza e non crediamo che stiano simulando alcunché.

Il problema è comunque reale. Un’Amministrazione a fronte delle istanze più diverse che provengono dai cittadini, dalle associazioni e dalle organizzazioni politiche non può trincerarsi nel bunker del “è un problema preesistente”, “accadeva già prima”, “è una questione che ha radici lontane”… L’Amministrazione ha comunque il dovere di trovare una soluzione – e il cittadino ha il diritto di pretendere una soluzione – per ogni questione che investa le competenze del Comune a prescindere dalla causa che ha generato il disagio, causa che può essere interna o esterna, recente o remota. Chi amministra risponde comunque o pensavano i nostri condottieri di prendersi solo il prosciutto lasciando il pane duro ai posteri o ai predecessori?
Così è nel caso dei negozi di vicinato di cui abbiamo parlato domenica scorsa e così è anche nella valutazione del più generale declino della nostra Città, declino che è innanzitutto demografico: Corato infatti – secondo i dati ISTAT – dal 2018 ha iniziato a perdere alcune centinaia di residenti ogni anno.
A tal proposito l’Assessore Felice Addario ha dimostrato di essere un passo avanti agli altri nel cogliere il problema (“La genetica non si sbaglia”) tanto da scrivere in un suo{} comunicato dello scorso 26 luglio: “Nel 2002, gli over 65 a Corato erano il 14% della popolazione (6.400 persone). Nel 2022, sono diventati oltre il 20% (9.495). Nel 2042 arriveremo tra il 25 e il 30% della popolazione. I numeri ci dicono che le nostre Città e famiglie stanno diventando più anziane. E questo crea la necessità di ripensare la Città e le sue opportunità, così come il nostro immaginario collettivo.”
Carenza di nuovi nati, calo demografico e declino delle attività commerciali sono elementi che si intrecciano e per i quali l’Amministrazione si deve adoperare nel ricercare una soluzione; siamo felici (ora ci vuole) che qualcuno almeno il problema lo abbia visto, ma la soluzione qual è?
L’invecchiamento della popolazione è un dato di fatto, ma quali soluzioni possono essere messe in campo per invertire o almeno rallentare questa tendenza? Capiamoci una volta per tutte: il calo demografico non è una responsabilità politica di Corrado De Benedittis, ma la sua Amministrazione quali progetti ha in cantiere? Spero si sia tutti concordi nel sostenere che il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione vada contrastato, ma come?
Qui il discorso si fa complesso e 20 anni fa avremmo risposto più o meno tutti: “l’invecchiamento si contrasta favorendo le nascite”, ora – nel 2022 – le acque sono molto confuse e in tanti (soprattutto nella maggioranza) sembrano non avere le idee chiare su come vengano al mondo i bambini. Sia come esser si voglia, una soluzione andrà comunque pensata: piantiamo i cavoli negli orti di Torre Palomba, favoriamo la nidificazione delle cicogne sui campanili delle Chiese oppure creiamo un programma di incentivi per le famiglie con bambini o ancora potenziamo i servizi per maternità e infanzia oppure – ma lo dico temendo di essere fulminato dai potenti numi del Centrosinistra – creiamo un programma di housing sociale che favorisca l’insediamento di giovani coppie. Si può fare questo, altro o altro ancora purché si parta dalla definizione del problema, individuando le possibili soluzioni e lasciando per un attimo da parte l’invio di lettere a Papa Francesco o a Manu Chao, l’affissione di bandiere alle finestre del Comune e le tante questioni metafisiche che ingombrano le menti affaticate di alcuni. Cosa si può fare stando con i piedi per terra?
Riusciranno a partorire una soluzione? Abbiamo molti dubbi in proposito anche se però talvolta è accaduto che -sia pur per intercessione divina – le menti sterili abbiano concepito idee brillanti: ci vorrebbe un miracolo.

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