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Corrado e la convergenza senza equilibratura

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Corrado è un magnifico “Sindaco-operaio” ma, fatta la convergenza, non gli è riuscita l’equilibratura ed ora il bolide di cui pensava di essere alla guida procede in modo sbilenco e perde pezzi. I numeri per governare ci sono ancora, ma tutto diventa più difficile e legato ai capricci dei più riottosi tra i Consiglieri che ancora rimangono nella CAP.

Il PD dal canto suo è un ospedale in cui la geriatria sembra aver avuto la meglio sulla pediatria, affidando al suo segretario il compito di reprimere ogni dissenso interno e di mantenere una linea politica il più appecoronata possibile nei confronti di Sindaco e Giunta (“con la nostra faccia sotto i vostri piedi e potete anche muovervi”).

Si tratta di un fatto nuovo o imprevedibile?
No, a Corato i problemi del Centrosinistra sono sempre stati nel Centrosinistra. Tra il 2000 e il 2002 – durante la Consigliatura Fiore – il Centrosinistra sotterrò l’idea che fosse possibile realizzare una coalizione cittadina composta dai partiti nazionali. Nel 2003, terminata prima del tempo l’esperienza di governo, si andò divisi: i Socialisti da una parte e il resto del Centrosinistra dall’altra. Il giovane Renato Bucci – faceva danni già allora – tuonava: “Solo gli stupidi non cambiano idea e noi saremo stupidi fino in fondo: mai più con il Partito Socialista”. Negli anni successivi, dopo il trionfo di Luigi Perrone, abbiamo assistito alla progressiva dissoluzione del Partito Socialista e alla deriva di tutti i tentativi di creare e sostenere un partito a vocazione maggioritaria. Il PD, infatti, – nato sulle ceneri di DS e Margherita – non è mai riuscito ad essere determinante, finendo compromesso nella carnascialesca avventura di Renato Bucci (ancora lui!), poi aggiogato al carro di Bovino ed infine bullizzato nella CAP di De Benedittis.

Se però la crisi del Centrosinistra nel 2002 ha contribuito insieme ad altri fattori alla perdita di peso dei partiti nazionali, cosa accadrà ora a seguito delle tante crisi interne della maggioranza di De Benedittis? Corrado nel famoso “Discorso del 5 + 5” lanciò la sua idea di governo a lungo termine, ma questa ipotesi sembra oggi priva di un reale fondamento e rimane solo una pia illusione o una cara speranza di chi ha interesse a tenere in vita la gallina dalle uova d’oro.

Cosa accadrà dunque? La teoria più accreditata parla di un ritorno del Centrodestra più ringalluzzito e compatto che mai: noi ci permettiamo di nutrire qualche dubbio. Il Centrodestra potrà ritornare al governo se prima riuscirà a sanare le profonde spaccature che lo minano da tempo e – soprattutto – se saprà darsi una veste diversa da quella vista nel 2020, veste simpatica ma troppo folkloristica e soprattutto lontanissima dagli elettori più giovani. Per il Centrodestra – lo ribadiamo – non si tratta solo di trovare un pupo o una pupa da mettere in prima fila per poi lasciare tutto invariato. Intendiamoci: una buona parte dei cittadini “metterebbe la firma” per tornare a quindici anni fa, ma quella parte non è più maggioritaria anche perché in quindici anni il corpo elettorale si è rinnovato.

Se dunque no De Benedittis e no Centrodestra, è fondato pensare che una coalizione di Centrosinistra, alternativa a De Benedittis, la spunti al ballottaggio contro un Centrodestra diviso ed ancorato ai tempi delle vigne in mezzo alla piazza? L’ipotesi è ardita e troverebbe anche molti generali pronti a mettersi al comando, solo che non capiamo quali siano e dove siano le truppe che potrebbero lanciarsi in questa impresa. La fine della consigliatura De Benedittis infatti porterà con sé strascichi pesanti, ulteriori divisioni e – a parte il solito manipolo pronto a riciclarsi – lascerà morti e feriti sul terreno oltre a tanta disaffezione verso la politica attiva.
Corato è in emergenza da molti punti di vista – anche in termini sociali ed economici – e in questo contesto in progressivo deterioramento si aggiunge – e peserà ancor di più in futuro – l’emergenza civile legata alla scomparsa di una politica che rappresenti il territorio e che possa essere punto di riferimento e di confronto per la comunità. In sostanza, se la Consigliatura Fiore ha sotterrato il Centrosinistra dei partiti nazionali, quella di De Benedittis sotterrerà il Centrosinistra dei movimenti con l’aggravante di non trovare un’alternativa in un Centrodestra preparato.

Cosa accadrà? Potremmo avere un ulteriore calvario, prolungando l’agonia, se un Sindaco – qualunque esso sia – vincerà in qualche modo al ballottaggio e con una manciata di voti si accomoderà a Palazzo di Città in rappresentanza di se stesso e pochi intimi. In altri termini, qualcuno vincerà comunque le elezioni e questo qualcuno potrebbe essere privo di un progetto, affermandosi solo grazie alle tante divisioni presenti al Centro, a Destra e a Sinistra. Oppure – e questa potrebbe essere una speranza – una coalizione composta da liste civiche e animata da imprenditori, professionisti, dirigenti e funzionari pubblici, studenti… troverà la quadra intorno ad un programma stringato e solido di “cose da fare”, lasciando da parte le ideologie e le divisioni in un momento in cui la casa comune frana.

Cosa accadrà? Per il momento assistiamo ai colpi di coda di questa Consigliatura mentre tutto altrove sembra tacere forse in attesa che si arrivi alla stretta decisiva in modo da fare la mossa al momento giusto. Nel frattempo Corrado in un modo o nell’altro procede sulle sue ruote eccentriche e squilibrate: tra un salto e uno scossone la Città resta in attesa.

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