Negli ultimi 100 anni della Storia d’Italia possiamo distinguere tre periodi: dal 1922 al 1945 (il fascismo), dal 1946 al 1992 (la I Repubblica), dal 1993 ad oggi (la II Repubblica e le sue successive evoluzioni). Nel periodo centrale, durante la I Repubblica, i partiti di massa in un sistema basato sulle ideologie contrapposte hanno esercitato un forte controllo sui mezzi di comunicazione, controllo che però non ha impedito a voci dissonanti di emergere e farsi sentire: Bocca, Montanelli, Scalfari, Biagi… Il giornalista di quegli anni si considerava una voce critica e, anche se schierato, aveva sufficiente autonomia per esprimere il suo punto di vista. D’altro canto il finanziamento pubblico della stampa e dell’editoria, il contributo dei partiti, le sponsorizzazioni, la vendita dei giornali… consentivano agli editori una relativa tranquillità anche in presenza di equilibri di bilancio precari.
Nei due periodi estremi, il fascismo e la II Repubblica, accade invece che siano proprio gli uomini di comunicazione – il giornalista Mussolini e l’editore Berlusconi – a scendere in campo e a prendere il potere, mentre progressivamente la libertà di stampa si riduce, fino ad esaurirsi del tutto durante il ventennio. Diversi sono i modi utilizzati per costringere al silenzio le voci sgradite: la violenza squadrista durante il fascismo e lo strangolamento economico – finanziario nell’epoca attuale. Ai giorni nostri tutte le testate, anche i grandi marchi nazionali, hanno un bilancio fortemente compromesso, talvolta chiudono i battenti e cercano poi di ripartire, talaltra sono costrette a patti scellerati con il potere economico e politico, altre volte ancora si basano sul volontariato e la libera collaborazione dei giornalisti che lavorano senza compenso o con un compenso ridotto.
Corrado De Benedittis si muove nel contesto della II Repubblica (o come altro la vogliamo chiamare) ed ha difronte a sé l’esempio di quello che egli considera un grande maestro – Nichi Vendola – che sembra voler imitare passo passo. Nichi da Presidente della Regione Puglia nomina nel suo ufficio stampa una nipote di re Giorgio (Susanna Napolitano) e inizia a dare sesto a quello che diverrà un vero e proprio ufficio propaganda, anche Corrado appena insediato sceglie tre collaboratori tra le liste dei suoi sostenitori e struttura il suo ufficio di gabinetto con un impegno di risorse che nessun Sindaco aveva mai dispiegato in precedenza. La Regione Puglia finanzia ed elargisce contributi, anche il Comune con Corrado definisce una linea di finanziamento per coloro che fanno comunicazione ed in particolare per giornali e TV locali.
L’obiettivo di Corrado è essere come Nichi e pertanto egli si muove con disinvoltura attraverso i network parentali ed amicali che la coalizione mette a sua disposizione con l’intento di diffondere via etere la sua narrazione che – sempre senza contraddittorio – viene propinata urbi et orbi. Corrado vorrebbe tornare all’età dell’oro di quello che è stato il dominio di Vendola in Puglia, quando una stampa quasi del tutto asservita decantava le mirabili imprese del Presidente nascondendo polvere, cocci e materiali ingombranti sotto il tappeto. In tal senso il caso di scuola è rappresentato dalla Fiera del Levante, implosa negli anni passati e visibilmente decotta da tempo, ma della quale i cantori vendoliani continuavano a tessere le lodi anche quando i bambini che compravano lo zucchero filato avevano capito che era finita.
Eppure Corrado sta incontrando resistenza, non tutti si allineano e non tutte le testate locali si propongono per accettare i contributi elargiti in modo gentile dal Comune. A questo si aggiunga che alcuni consiglieri della sua stessa maggioranza sembrano alimentare un atteggiamento di fronda che sfocia in alcuni casi in contrapposizione frontale. Che sta succedendo? Corrado che pensava di tenere tutti buoni e contenti donando caramelle e lecca – lecca è spiazzato: non è il tempo della violenza squadrista, ha offerto soldi e gli rispondono picche, tende la mano e viene respinto… cosa dovrebbe fare il poveruomo? È nella natura delle cose che egli ricerchi e individui un’altra strada e che quindi rivolga la sua gentilezza a persone più sensibili.
Il Consigliere Nadia D’Introno dà notizia sui social che il Sindaco si sarebbe recato presso la Gazzetta del Mezzogiorno per chiedere una diversa attenzione verso la sua Amministrazione, tacitando o mettendo in sordina le voci critiche. Corrado De Benedittis non smentisce e non risponde ai quesiti posti da Il Quarto Potere. La Gazzetta del Mezzogiorno – osserviamo noi – non è stata tra i beneficiari dei contributi già elargiti dal Comune di Corato, lo sarà in futuro? Nell’immediato in ogni caso sempre la D’Introno riferisce che in data 18/03/2023 sarebbe stato modificato e diffuso sulla Gazzetta del Mezzogiorno un articolo a firma del giornalista Salvatore Vernice il quale disconoscerebbe addirittura il testo pubblicato a suo nome.
Il Quarto Potere, la testata da cui scriviamo, è poi oggetto di attenzioni più sottili.
Questo giornale – lo ricordiamo – non ha goduto per sua scelta del contributo comunale, volendo mantenere la sua linea editoriale libera da condizionamenti e possibili veline. Uno spirito maligno potrebbe suggerire a qualcuno dell’entourage del Sindaco un’idea che suona più o meno così: avviciniamo tutte le aziende che fanno pubblicità attraverso Il Quarto Potere e facciamo loro intendere che questo non è il momento della divisione ma dell’unione e che nella concordia tutti avranno da guadagnare godendo della benevolenza dell’Amministrazione. Il passaggio è appena accennato e in fondo si tratta sempre di rimanere gentili rivolgendo la gentilezza ad altri più propensi alla gratitudine ed emarginando chi non ricambia l’affetto. E’ andata così, potrebbe andare così, andrà così?
Ritornando al paragone con Nichi, al momento possiamo dire che proprio in materia di comunicazione e rapporto con la stampa si è squarciato il ricco paravento artatamente costruito mostrando Vendola per quello che è: alludiamo alla famosa telefonata con Archinà, responsabile delle relazioni esterne dell’ILVA, e a tutto quello che ne è seguito fino alla condanna in primo grado del beneamato Presidente. Accadrà lo stesso a Corrado ovvero sarà il rapporto con la stampa la buccia di banana su cui scivolerà il nostro Sindaco?