Corrado è capitato male: questo lo dobbiamo ammettere. Il governo della Città, anche solo 20 anni fa, era sicuramente più agevole in quanto il flusso di informazioni veicolato mensilmente dall’unica testata locale esistente o dall’articolo che di tanto in tanto veniva pubblicato dal corrispondente de La Gazzetta del Mezzogiorno oppure dai manifesti affissi dai Partiti o anche dagli interventi in Consiglio Comunale rendeva i vari avvenimenti meno crudi, meno diretti, più sfumati e incerti nonché accompagnati da tanti “si dice”.
Oggi, al contrario, tutto deflagra repentinamente sia attraverso le numerose testate locali che pubblicano istantaneamente la notizia non appena un fatto accade, cercando sempre di arrivare prima della concorrenza, sia anche perché i cittadini stessi sono protagonisti attivi e fanno sentire la loro voce attraverso i social, al punto che un’istanza formale inviata al Comune e protocollata ha un peso inferiore di un post in cui si denuncia un abuso o un disservizio: l’istanza infatti giace vittima dei “tempi tecnici”, mentre il post – divenendo virale in breve tempo – costringe Sindaco e Assessori ad agire con la massima urgenza.
Così oggi il Sindaco di Corato, al pari di tanti altri concittadini, trascorre buona parte del suo tempo su Facebook – contando e valutando i like, leggendo i commenti, analizzando le condivisioni… – oltre ad essere risucchiato nelle numerose chat (immaginiamo infatti che ci sia una chat per la Giunta, una per i Consiglieri di Maggioranza, una per ogni Partito della coalizione…) in cui i tanti temi e le notizie del momento vengono discusse e commentate, senza trascurare il fatto che il numero telefonico del Sindaco è nei fatti un numero telefonico pubblico a cui chiunque può telefonare o meglio scrivere via SMS, Messanger, Whatsapp… Insomma, a Bari direbbero “è un giubillero”.
In tutto questo, oggi governare la Città significa anche governare un flusso ininterrotto di informazioni, fornendo delle chiavi di lettura di quel che accade, offrendo delle spiegazioni convincenti, riuscendo ad interpretare il contesto e a decodificare gli avvenimenti. Non ci aspettavamo di meno del resto da un Sindaco filosofo e da una Giunta di alto profilo in cui spiccano avvocati, sociologi ed urbanisti di chiara fama.
L’Amministrazione riesce e a tener dietro a quelle che erano le sue premesse e le sue promesse? Ai cittadini la risposta, risposta che soprattutto andrebbe correlata al tema che già da tempo si sta imponendo all’attenzione della nostra comunità al punto da divenire una vera e propria emergenza: la sicurezza.
In città sta accadendo di tutto e si sta collazionando una vera e propria enciclopedia criminale (dalla “a” di abigeato alla “z” di zuffa), dove ai tanti episodi di violenza si aggiungono i furti che coinvolgono a più riprese le stesse strutture pubbliche (vedi il caso dell’asilo nido) impedendo poi l’erogazione dei servizi agli utenti. Sembra di essere a tutti gli effetti nella trama di uno di quei polizziotteschi anni ’70 del tipo “Napoli violenta” oppure “Il poliziotto senza paura” o ancora “Il cittadino si ribella”.
Qual è stata fino ad ora la risposta dell’Amministrazione? Corrado si è espresso articolando i suoi discorsi su tre livelli e richiedendo innanzitutto la collaborazione dei cittadini attraverso la denuncia dei malfattori alle autorità competenti, in secondo luogo garantendo o richiedendo o promettendo un potenziamento delle forze dell’ordine nonché della sorveglianza e della videosorveglianza e da ultimo promuovendo interventi di varia natura nei quartieri più rischio (il murale, l’urbanesimo tattico, il caffè per strada…).
Manca qualcosa? Sì, manca qualcosa e manca proprio quello che da Corrado ci si attendeva ovvero manca la filosofia, se per filosofia intendiamo anche la capacità di arrivare alle genesi di un fenomeno sociale comprendendone le motivazioni. In sostanza, le denunce dei cittadini e il potenziamento (reale o figurato) delle forze dell’ordine possono facilitare la repressione di alcuni atti illeciti, arrestando i trasgressori che di solito coincidono con la bassa manovalanza, senza risolvere il problema. E’ il caso ad esempio del fenomeno endemico dell’incendio delle automobili: gli esecutori materiali, solitamente derubricati al rango di “giovinastri”, vengono anche arrestati, ma il fenomeno continua e si ripete in quanto non si è stati in grado fino ad ora di comprenderne la genesi ed arrivare ai mandanti.
Analogamente accade con i furti ripetuti e perpetrati ai danni dei cittadini e delle strutture comunali: possiamo potenziare la sorveglianza, ma cosa è accaduto nella nostra Città al punto da sviluppare questa recrudescenza criminale? Si dovrebbe comprendere questo aspetto innanzitutto anche per pilotare in maniera più coerente gli interventi sempre carini e fantasiosi che l’Assessore Felice Addario realizza nei quartieri: in assenza di una visione dei problemi che sia fondata sul dato reale (e non solo sul dato desunto dalle pubblicazioni statistiche) si corre il rischio di apporre un impiastro dove non c’è alcun male e per converso di curare la cancrena con i pannicelli caldi, dando comunque per certo il salasso subito dalle casse comunali per finanziare i vari eventi.
Ci potrebbe essere un denominatore comune in grado di legare e spiegare buona parte di quel che accade? I genitori e le famiglie, senza stare a cavillare troppo, si stanno comunque organizzando e forse arriveremo ad istituzionalizzare le ronde create dai cittadini per presidiare i luoghi di ritrovo dei giovani e le principali vie cittadini nelle ore serali. Infatti, ad opinione di molti quel che appare il pericolo principale da fronteggiare è lo spaccio di droga che sembra essere dilagante: non è detto però che considerando con attenzione questo fenomeno e i suoi addentellati non si trovi la spiegazione anche ad altro. Un grande giro di denaro, qual è quello connesso al traffico e allo spaccio di droga, necessita di compratori che devono procurarsi i soldi rubacchiando o prestandosi al lavoro sporco, si fonda su piccoli trafficanti che contraggono debiti anche ingenti per assicurarsi partite da rivendere impegnandosi a versare a scadenza quanto dovuto (anche a costo di recuperare il necessario con rapine o estorsioni), produce poi ulteriori fenomeni ancora – come ad esempio la prostituzione – pur di dotarsi a qualunque costo del contante.
Non compete al Sindaco la repressione della malavita o l’effettuazione delle indagini, ma la politica tutta e quindi sicuramente anche il Primo Cittadino hanno il dovere di tracciare la linea, aver ben chiari gli obiettivi e programmare gli interventi per quanto di loro competenza. Al momento si ha l’impressione di navigare a vista e non ci fanno dormire sonni tranquilli le risposte fornite fino ad ora dall’Amministrazione, risposte che sembrano date in modo random come dicono gli anglofoni o a z’fò come dicevano i nostri maggiori.