In passato avevamo paragonato l’andamento del Consiglio Comunale e, più in generale, quanto inscenato della maggioranza consiliare ai format di alcuni dei più famosi programmi TV condotti da Corrado (Mantoni) quali “La Corrida – dilettanti allo sbaraglio” oppure “Il pranzo è servito”. Con l’ultimo Consiglio Comunale tenutosi nei giorni scorsi riteniamo si sia rafforzata negli spettatori l’impressione di assistere a più puntate di “Ciao Darwin”, programma televisivo in cui di volta in volta le fazioni più diverse si affrontano: giovani contro vecchi, uomini contro donne, PD contro PD…
Il buon Corrado, aiutato in questo da Valeria Mazzone nel ruolo di “madre natura”, si sbraccia per mantenere un po’ d’ordine, conservare la consequenzialità nei discorsi, rispondere in modo garbato alle interrogazioni o – alle brutte – sviare il discorso come riesce a fare benissimo, ma tutto intorno al conduttore una variopinta e variegata umanità si fronteggia in contrasti che deflagrano e assumono una rilevanza non solo locale.
Noi esprimiamo la nostra più completa solidarietà al Sindaco in quanto comprendiamo il suo travaglio e la chiara percezione che egli ha del fallimento politico, fallimento generato in buona misura dai suoi compagni di viaggio palesemente inadeguati rispetto al programma elettorale tutto “peace and love”. Rammentiamo, infatti, che la Concordia era per i romani una divinità che rappresentava l’armonia che deve regnare in una comunità prospera: Corrado si è rifatto a questo antico culto in campagna elettorale e nella visione di se stesso quale nuovo Cesare e nuovo Augusto ha incantato l’elettorato parlando di “alleanza bella” tra il Palazzo e tutte le parti della società. Alludendo poi al mito del “sol invictus” (il famoso mattino che doveva sorgere) ha riesumato Eliogabalo e i culti mitraici dei quali vi è costante riferimento in tutta la sua oratoria che giustappone svariate concezioni filosofiche in un unicum da far intravedere secondo una diversa prospettiva al mutare delle circostanze.
Tutto questo lavoro di rammendo operato dal Sindaco e tutta questa simbologia efficace ed allusiva si infrangono però contro il muro rappresentato dai limiti della sua maggioranza e dallo stato di fatto in cui versa la comunità che – purtroppo – è pungolata da esigenze impellenti e di più basso livello. Mai come oggi infatti la nostra comunità è stata divisa – altro che “alleanza bella” – e sfiduciata.
Da queste difficoltà nel conciliare il piano ideale con l’operatività e i mezzi a disposizione ecco che scaturiscono le apprensioni, le difficoltà, i dubbi del primo cittadino, tutti elementi che si traducono nella evidente stanchezza che compare dai suoi lineamenti e nella amarezza che tracima dalle sue parole. In ogni caso, a Corrado era stato detto tutto e la sua parabola politica era già stata descritta in ogni aspetto prima ancora che il suo mandato iniziasse: ha preferito non dare ascolto fidando sull’abilità sua e di chi gli buttava “la polvere in faccia” e ritrovandosi ora a capo di un caravanserraglio in cui non riesce a mettere ordine.
Ovviamente nel disordine e nella mancanza di chiarezza di ruoli, compiti e confini sono sempre più deboli ad avere la peggio ed in questo il povero segretario del PD – Giuseppe Quercia – non fa eccezione. In uno degli ultimi post pubblicati sulla pagina ufficiale del Partito in riferimento alla querelle D’Imperio – D’Introno (l’ormai famoso “Stai zitta!”) si ha infatti la plastica evidenza del livello di confusione che ha preso materialmente possesso della mente del segretario e di quella dei suoi più stretti collaboratori:
Al di là degli errori ortografici – peccati veniali cui Attilio Di Girolamo aveva faticosamente posto rimedio e che ora sono tornati prepotentemente alla ribalta – quel che lascia interdetti è il passaggio dalla narrazione in terza persona singolare alla prima persona singolare nel periodo successivo: chi scrive a che titolo scrive? E’ il segretario che parla di sé o è qualcuno che scrive a riguardo di ciò che il segretario pensa (sempre ammesso che il segretario abbia consapevolezza di essere tale)? Questo psicodramma è l’effetto della lotta che le varie fazioni interne al PD conducono senza esclusione di colpi e in cui il povero Giuseppe è incappato non senza sue responsabilità: PD contro PD, includendo anche il PD provinciale, è una contesa che forse solo Bonolis potrebbe gestire nel suo programma.
Il gran varietà continua regalando colpi di scena e risate, ma sedimentando nell’animo di molti un oscuro senso di apprensione: è ancora notte fonda e non si comprende la direzione dell’oriente atteso che i tentativi per costruire un’alternativa appaiono ancora asfittici. Non si tratta infatti solo di mettere insieme i portatori di voti ma di costruire un programma di governo, un’idea che abbia capacità di futuro: rispetto a questo obiettivo siamo tutti lontanissimi con l’aggiunta che qualcuno – a Destra come a Sinistra – viaggia in direzione opposta.