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Corrado e il pifferaio magico

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Nel Consiglio Comunale scorso (mercoledì 18 ottobre 2023) abbiamo assistito ad un fatto brutto: un ordine del giorno articolato in otto punti, comprendente anche un’interrogazione sul progetto di rifacimento dell’estramurale (Eco-estramurale), l’approvazione del bilancio consolidato per l’anno 2022, la suddivisone del Comparto C10 (area nei pressi di via Lago Baione), una variazione di bilancio e l’approvazione di debiti fuori bilancio è stato snocciolato in meno di quattro ore, preliminari inclusi, in un clima che a molti è apparso surreale.

Ha tenuto banco – e non è la prima volta – Nadia D’Introno, Capogruppo del PD e Consigliere organico alla maggioranza di governo, che ha posto l’interrogazione al primo punto all’ordine del giorno sul progetto Eco-estramurale e che è intervenuta a più riprese in altre occasioni, rinfocolando il dibattito e dando occasione al Sindaco di prodursi nell’ennesimo discorso urbi et orbi. Su quel che ha detto e su come si sia posta Nadia D’Introno possono esserci valutazioni discordanti, ma se il Capogruppo del PD fosse stato in silenzio o fosse stato assente in quanto tempo si sarebbe “cotto e mangiato” il Consiglio Comunale? Meno di sessanta minuti? E soprattutto, oltre ad alzare la manina, di cosa avrebbero discusso i Consiglieri? Della guerra in Israele? Della pavimentazione sconnessa del corso cittadino? Di cosa altro?
L’opposizione questa volta non si è accodata a Nadia D’Introno – nessun Consigliere è intervenuto a supporto delle argomentazioni espresse dal Capogruppo del PD o ha sottolineato alcuni passaggi del suo discorso – ma è rimasta inerte, limitandosi a qualche cenno di assenso quando Nadia ha cercato di difendersi e lanciando così un messaggio chiarissimo: la D’Introno sta crescendo troppo e i partiti dell’opposizione possono sì alimentare le crepe interne alla maggioranza, ma di certo non possono favorire l’ascesa nel Centrosinistra di un’alternativa a De Benedittis. Nadia D’Introno d’ora innanzi dovrà fare da sé, potendo contare unicamente sulle forze sue e del suo gruppo e sapendo di essere invisa alla coalizione in cui è stata eletta e al tempo stesso osteggiata da chi nel Centrodestra o nelle liste civiche si prepara a confrontarsi con De Benedittis e vede in lei un potenziale rivale. Una situazione non facile.
Se questo dunque appartiene alla sfera di quella che si chiama politique politicienne, quel che lascia basiti è che l’opposizione non abbia neanche cercato di imbastire una linea sua propria in un Consiglio Comunale che offriva numerosi spunti per aprire il dibattito: tutto tace, se si escludono alcuni interventi che sono sembrati addirittura portare acqua al mulino del Sindaco, dando libero campo a De Benedittis che pontifica, assolve e condanna.
Possiamo esprimere alcune ipotesi. La prima: l’opposizione vuole fare ma non può, non ha cioè la forza di fare in quanto dilaniata ancora da guerre intestine e quindi incapace di progettualità. La seconda ipotesi è che l’opposizione o meglio i padroni del vapore dell’opposizione non abbiano interesse a fare, lasciando che il buon Corrado si cuocia nel suo brodo ed ottenendo in cambio la benevolenza del princeps oltre che qualche forma più tangibile – reale o promessa – della sua riconoscenza. Quale ipotesi scegliere?
Va da sé poi che le categorie professionali – artigiani, commercianti, imprenditori, professionisti… – comprendendo “l’ariobà” e anche paventando di essere lasciate sole a guardare le bandiere, preferiscano tenere un profilo basso e in alcuni casi sembrino cercare approcci, offrendo collaborazione ad una Amministrazione che fino ad oggi ha messo sotto i piedi il mondo produttivo. Si ha così un effetto definibile del “pifferaio magico”, effetto in cui in realtà non si è ancora compreso chi è il topo e chi suona il piffero, ma nel quale si scorge una cordata di soggetti che volenti o nolenti segue l’onda, se non con entusiasmo almeno con la certezza che questo oggi passa il convento e che il poco è meglio di niente.
E’ nei fatti che questo clima di realpolitik foderato con un programma elettorale di tutt’altro tenore non sia compreso dai più giovani che scalpitano, protestano, rumoreggiano e che attraverso Nadia D’Introno portano in Consiglio l’eco delle speranze tradite e il grande rammarico di aver dato corpo ad un progetto di cui si è impadronito un gruppo di persone che pensa di cambiare il mondo interpretando la parte delle mosche cocchiere. Il rammarico poi è condito anche dal dispetto, considerando che effettivamente per un breve periodo questi giovani hanno avuto il pallino in mano, ma hanno mancato il passaggio cruciale, fidando sulla buona fede di chi ha promesso di “dimettersi ma non subito”. Se infatti secondo prassi e secondo giustizia la segreteria del PD di allora avesse richiesto al Consigliere Addario di dimettersi per far entrare il figlio in Giunta, dando così spazio in Consiglio ad Attilio Di Girolamo (primo dei non eletti), oggi probabilmente staremmo scrivendo una storia diversa.
La storia e la politica non si fanno con i se e con i ma ed oggi la situazione nella sua cruda essenza è impostata su un equilibrio di forze e di pesi che il Sindaco tenta di nobilitare imbastendo le sue nenie per piffero, flauto dolce e flauto traverso, dando però a tutti noi l’impressione che la partitura non sia più in mano sua ovvero che egli abbia completamente smarrito la melodia che era nel progetto originale.

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