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Corrado e i peccati capitali

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Il “pensiero arcobaleno” tutto elide, tutto cancella e tutto fonde. Si liquefanno e scompaiono le classificazioni binarie su cui si è fondata l’evoluzione umana: giorno – notte, destra – sinistra, uomo – donna, giusto – sbagliato… in un relativismo che da un lato giustifica tutto e chiunque mentre dall’altro sposta il confine dell’etica e della morale a seconda delle persone e dei casi. Nella temperie di questa nuova sofistica c’è chi sguazza a proprio agio, c’è chi esprime il suo dissenso lamentando la totale frantumazione di ogni categoria sociale ed esponendosi alle critiche conseguenti, c’è chi vorrebbe parlare ma tace temendo di essere aggredito verbalmente (ma anche fisicamente) dagli ultras del nuovo pensiero che vuol farsi pensiero unico.

Permangono però in un recesso della nostra mente le antiche categorie che un tempo guidavano l’agire collettivo e che oggi sono assolutamente desuete e – vorremmo dire – quasi impresentabili: il concetto di peccato, ad esempio, ovvero il contravvenire ad un precetto morale che è fondato su una verità assoluta. Queste impresentabili categorie e questi concetti desueti però possono essere forse utilizzati per offrire una chiave di lettura di quanto accade, premettendo in ogni caso che tutti siamo ugualmente peccatori e che non è nostra intenzione scagliare alcuna pietra contro la persona di chicchessia, ma semmai dare a noi stessi una spiegazione del contesto e dell’agire politico.

La superbia e l’ira in questa Amministrazione vanno a braccetto. Corrado, infatti, non è stato eletto Sindaco, ma nel suo intimo sente di essere nato Sindaco di modo che il popolo plaudente non ha fatto altro che ratificare quanto a lui dovuto sia per nascita sia per cultura. Corrado e molti dei suoi stretti collaboratori si ritenevano in condizione di spazzare via con il rovescio della mano tutti i problemi irrisolti in forza di un’aura di cui si credevano pervasi. Le cose sono andate ben diversamente e a poco a poco le illusioni sono cadute, lasciando nell’animo degli illuminati un fondo di aggressività che si è manifestato dapprima in astratto contro “la piovra”, poi contro la “macchina che non risponde ai comandi” e da ultimo in concreto contro alcune testate giornalistiche e alcuni commentatori che hanno apertamente manifestato dissenso per le scelte e per l’assoluta impossibilità di confronto con questa Amministrazione che in maniera sistematica elude il dialogo anche nei luoghi deputati. L’ira conduce alla divisione in fazioni e mai come oggi la nostra comunità è stata così divisa e con animo così esasperato, sedimentando poi anche l’invidia verso colui o colei che ha iniziato ad alzare la testa e a far sentire la suo voce dissonante rispetto a quella delle “scimmiette ammaestrate”.

Corrado non è mosso da bassi istinti e nella sua Amministrazione la lussuria e la gola hanno un valore figurato. Esistono infatti molti tipi di lussuria e il peccato di gola può essere inteso come una volontà smodata di affermazione di sé. Ci piace ricordare a tal proposito la figura di Semiramide, regina che il poeta fiorentino colloca tra i lussuriosi, come colei che “di libito fé licito in sua legge” ovvero che trasformò i suoi desideri in norma. Volendo esemplificare, in tutte le Amministrazioni e in tutti i governi vi è stato sempre spazio per parenti, amici, fidanzati ed ex fidanzate – tutto questo è molto umano – ma nessuno ha menato vanto per queste scelte, son quelle cose che si fanno ma di cui ci si vergogna un po’ e che si cerca di indorare parlando di “giunta politica” o di “persone affidabili”. Con Corrado la musica cambia: ci sono ugualmente in Giunta amici ed ex fidanzati, ma la loro scelta non è legata al rapporto con il Sindaco quanto al loro “alto profilo”, quasi a significare che erano la migliore scelta possibile. Questo stato di fatto se da un lato indispone, dall’altro espone gli stessi Assessori a pesanti critiche in caso di errori o incapacità manifesta. Corrado in sostanza trasforma in buona prassi quella che in altri è stato sempre criticato e nella sua Amministrazione perfino le procedure messe in piedi per la selezione del personale ASIPU diventano esempi illuminati di buon governo.

L’avarizia e l’accidia sono poi da intendersi come il portato della sterilità di alcuni atti o comportamenti contrabbandati come momenti di catarsi e rinascita collettiva. Fiaccolate, marce, drappi appesi ad ogni finestra del Comune… sono quei gesti simbolici che “costano poco e fanno comparire”, potendo essere venduti a quei gonzi che vi abboccano come l’essenza del grande lavoro per il cambiamento. La realtà scivola via da tutt’altra parte e se ne impipa delle lotte, delle pugne e delle pugnette di Corrado e dei suoi sodali.

Il sugo della storia è il seguente: c’è chi avrebbe commesso dei presunti peccati, mentre la penitenza la stanno facendo gli altri e primi fra tutti coloro che hanno sostenuto gli attuali Amministratori nella loro ascesa e che ora si battono il petto recitando l’atto di dolore. Nel fare la punta alla matita elettorale e nel cercare il meglio per la nostra Città, ricordiamoci comunque che Corrado è un uomo con i suoi limiti e non il male assoluto: c’è di molto peggio e il rischio è che, sfruttando l’insipienza dei più e la divisione delle forze, qualcuno si insinui nuovamente per riprendere un percorso che anni addietro fu molto breve ma molto intenso. Può essere che in questa complessa vicenda proprio una donna, il cui calcagno è costantemente insidiato, riesca a schiacciare la testa alle aspirazioni più meschine di alcuni e all’ottusità di altri.

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