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Corrado, è arrivato un bastimento carico di…

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Debiti fuori bilancio, tempi tecnici per gli adempimenti contabili non rispettati, impegni annunciati in modo trionfalistico e poi disattesi, convegni sul PNRR che non si comprende a cosa abbiano portato… tutto questo noi che abbiamo votato De Benedittis un po’ ce lo aspettavamo, avevamo cioè messo in conto l’inesperienza del gruppo dirigente, gruppo che però sta facendo peggio delle previsioni.

Siamo ancora tolleranti e disposti a subire molto a fronte di un’unica ed esplicita richiesta: l’apertura verso l’innovazione e il tanto atteso cambiamento. Purtroppo però proprio su questo versante l’Amministrazione è carente e spaccia per mirabolanti progettualità ciò che è anche un po’ al di sotto della ordinaria gestione, sperando che non arrivi ad attribuirsi meriti – affiggendo i relativi manifesti stradali – per essere riuscita a mantenere aperti gli uffici comunali durante gli orari di servizio.
Con l’insediamento di De Benedittis, infatti, avevamo immaginato che sarebbero stati sviluppati nuovi servizi o che quelli esistenti avrebbero avuto una nuova veste. Non pensavamo necessariamente a cose strabilianti ma, ad esempio, a guide ai servizi scritte anche in arabo o in altre lingue, allo sviluppo di servizi digitali che tengano conto delle tante etnie che oggi popolano il nostro Comune, ad attività di mediazione culturale… nulla di tutto questo oggi è in essere: l’Amministrazione annaspa nell’ordinario.
Prendiamo ad esempio il cimitero dove, non bastando l’alto ufficio del Sindaco e non essendo sufficiente l’alto profilo dell’Assessore al ramo, è stato necessario delegare alla “organizzazione, pulizia e decoro” il Consigliere di punta e più rappresentativo di questa Amministrazione, dico il Professor Dottor Giulio D’Imperio. Questi, ricevuto l’incarico, ha ingaggiato una titanica lotta contro i pennuti che popolano il camposanto, i virgulti delle siepi e le erbe infestanti che fanno capolino dalle crepe dei muri e dalle fessure dell’asfalto. In altre epoche questi stessi problemi erano affrontati in modo più prosaico e sbrigativo: era il messo comunale che, d’ordine del Sindaco, pronunciava due parole bisbetiche ed eteroclite (“Pulizz dà!”) all’orecchio di chi di dovere, ottenendo ad un dipresso il medesimo risultato di chi oggi si propone con occhi di Argo e braccia di Briareo.
In un contesto simile possiamo pensare di aprire una discussione sulla realizzazione di un’area all’interno del cimitero comunale dedicata alla sepoltura di persone che hanno una fede diversa da quella cristiana e cattolica? Ci prenderebbero per pazzi, eppure – con centinaia di residenti – la comunità non cattolica ha anche questa elementare esigenza che oggi non si capisce bene come venga affrontata e risolta. Corato è insomma ancora oggi una Città dove, dopo tante promesse, per molti è difficile vivere e per alcuni è impossibile morire.
Il Sindaco in realtà lo ha capito (la furbizia non gli manca di certo) e per non portare il “lauso” si è arrischiato a fare gli auguri via social alla comunità islamica in occasione del Ramadam. Nobile gesto che, però, senza alcuna azione conseguente e concreta somiglia molto alla versione 2.0 di quei “Buongiorno” e “Buonasera” che hanno fatto la fortuna di più di un politico nostrano.
Cosa c’è quindi nel bastimento che è approdato a Corato?
I corradiani di stretta osservanza affermano che il bastimento è pieno di ogni ben di Dio e il Sindaco – proprio in questi giorni – ha sciorinato un lungo peana per magnificare le sue gesta. Gli antagonisti, invece, dicono peste e corna, profferendo epiteti irripetibili per denominare il contenuto del vascello. In mezzo ci siamo noi, seduti tra gli indifferenti, ma ancora speranzosi che qualcosa di buono si concluda. Non confidiamo nel nocchiero, né nel suo equipaggio, né nella nave, ma dobbiamo sperare che qualcosa – anche per un caso fortuito – vada per il verso giusto con l’Amministrazione che abbiamo in una Città che in questo momento non ha un progetto di governo alternativo. Di necessità virtù.

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