Home Politica Corrado, due assi, quattro pupazzi e tanta cultura

Corrado, due assi, quattro pupazzi e tanta cultura

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Prendendo in prestito una felice metafora coniata dal Sindaco avevamo parlato di Corato quale possibile “Woodstock del Mediterraneo”, alludendo ad un’identità che l’Assessorato alla Cultura sta faticosamente costruendo per dare alla nostra comunità il giusto posto nel panorama artistico di quel che oggi si chiama “territorio vasto”.

Il percorso verso questo ambizioso obiettivo si è arricchito nei giorni scorsi di altri eventi che certamente rimarranno scolpiti nell’immaginario collettivo; per meglio descriverli riportiamo alcune brevi note tratte dai comunicati stampa pubblicati da alcune testate locali:

“In macchina con l’artista
A spasso nella poesia con una poetessa al volante per le strade della Murgia. …Attraversare un paesaggio che non conosce cantando è una delle gioie della sua vita. Questa performance è un invito al viaggio, nella sua macchina, con le sue parole e con la stupefacente comunità provvisoria del cruscotto. Durante il viaggio in macchina con chi vorrà condividere con lei l’abitacolo, Claudia Fabris traccerà storie e mappe, geografie della coscienza a partire dai personaggi che più vi colpiranno di quella comunità. Saranno dialoghi amorosi perché senza dirlo a nessuno si farà filosofia e non esiste filosofia senza eros, senza l’amore fisico per la sapienza, che è un sapore e si sente in corpo. E poi andremo a cercare per farne mazzolini da regalare. Saranno antologie.”

Visioni per una comunità creativa itinerante
Solitudo è un progetto di comunità itinerante che si è sviluppato a partire dall’esperienza laboratoriale e dalla condivisione di pratiche sul movimento. L’azione performativa incontra via via temi e spazi, accogliendo nuovi partecipanti per realizzazioni spontanee e inclusive. Un oggetto accompagna da sempre il lavoro: l’asse di legno. L’asse strumento di mediazione tra il corpo e lo spazio realizza immagini e visioni per un tempo creativo e performativo. Durante il workshop l’attenzione si rivolge all’origine del movimento in relazione allo spazio, in connessione con il sé, attraverso un viaggio di consapevolezza in dialogo con gli altri corpi e con le assi.”

Precisiamo a tal proposito che Il Quarto Potere non è tra i destinatari dei comunicati stampa degli organizzatori di questi ed altri eventi forse perché testata non gradita ai “padroni del vapore” oppure perché foglio ritenuto non idoneo per dare notizia di simile leccornie culturali.

Riguardo alle attività proposte osserviamo che probabilmente siamo oltre Woodstock, evento che in fin dei conti fu in tutto simile ad un concerto, per inoltrarci in una terra incognita disvelata dalla sapiente guida dell’Assessore Beniamino Marcone.
Rispetto a queste meraviglie che ci vengono proposte noi ci facciamo piccoli e ci mettiamo in disparte, confessando la nostra incapacità a comprendere e ben sapendo in ogni caso che l’incontro con il sublime non è un processo razionale ma molto più profondo: sembra quasi che non ci venga richiesto di capire, ma di abbandonarci alla partecipazione creativa di un qualcosa non riproducibile ma significativo in quanto atto unico. Confessiamo infatti nel leggere la presentazione degli eventi di essere presi da un malessere in tutto simile a quello tipizzato nella Sindrome di Stendhal.
Non essendo in condizione di valutare nel merito quel che viene proposto per evidenti nostri limiti culturali, vorremmo però ancora una volta cercare di comprendere il senso complessivo del cartellone artistico che Palazzo di Città propone: in che direzione stiamo andando e quale identità stiamo costruendo?
Sembra a noi profani che il progetto culturale di questa Amministrazione si sostanzi in un’ipertrofia della programmazione – con una conseguente crescita della spesa – senza una precisa linea di indirizzo: tutto è bello, tutto è degno della massima attenzione, a chi chiede viene dato, a chi bussa viene aperto… ma cosa si sta sedimentando? Non crediamo che questa Amministrazione stia utilizzando l’Assessorato alla Cultura come un bancomat per foraggiare il consenso e siamo certi che una riflessione l’Assessore l’abbia fatta ma non l’abbia ancora esplicitata o almeno non l’abbia sviluppata ad un livello tale da essere intesa anche da noi. Ribadiamo il concetto: Corato non è una metropoli e al pari di altre Città medio piccole ha bisogno di una o due manifestazioni tematiche di alta qualità (su cui si lavori per dodici mesi l’anno) per crescere di livello. Si tratta insomma di seguire l’esempio di Giffoni, Melpignano, Viareggio oppure Perugia con l’Umbria Jazz…: è di questo che si dovrebbe parlare, individuando fra le tante attività da sostenere quelle da sviluppare in quanto connaturate con la nostra comunità ed in grado di portare a Corato visibilità, spettatori e turisti.
In una programmazione di ampio respiro in cui certo si deve dare spazio all’arte in tutte le sue forme è necessario stabilire in quale ambito concentrare gli sforzi, quali progetti sostenere, quali non finanziare (a qualcuno si dovrà pur dire no!) e quali potenziare per superare la soglia critica e trasformare l’evento in un attrattore di livello nazionale. Invece, dare poco a tantissimi – come sembra che questa Amministrazione stia facendo – incrementa la spesa, produce tante iniziative scollegate tra loro e non consente alla comunità di superare lo stretto cerchio dei cinquanta volenterosi che fanno da massa di manovra in tutta le iniziative di Palazzo di Città per fare numero, battere le mani e dire “Che bello! Che bravi!”.
Assessore, “pupazz & stascedd” possono anche andare bene per una sera… ma forse quando si è parlato di rivoluzione non ci siamo ben capiti: si intendeva cambiare la Città oppure più semplicemente ostracizzare Bobby Solo e i Ricchi e Poveri per dare spazio al pensiero alternativo?

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