Home Politica Corrado, Cetto e il gemellaggio con Marina di Sopra

Corrado, Cetto e il gemellaggio con Marina di Sopra

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Siamo abituati alle donne in politica e nei ruoli di potere almeno fin dai tempi della regina Vittoria, ma certamente osserviamo sempre con interesse le evoluzioni del costume. In epoca vittoriana infatti anche le gambe dei tavoli dovevano essere coperte per evitare allusioni, mentre qui da noi e in tempi più recenti – durante la cosiddetta I Repubblica – siamo passati dai modi calmi e posati della Ministra Franca Falcucci a quella più dinamici della Ministra Rosa Russo Jervolino la cui gonna cominciava già a salire pericolosamente verso il ginocchio. E’ vero, in quegli anni ci fu anche l’ingresso in Parlamento di Ilona Staller, ma era talmente sopra le righe e fuori dal contesto da non incidere effettivamente sul costume che era ancora profondamente puritano.

Il cambio di passo è avvenuto con la II Repubblica, periodo in cui le donne dallo spettacolo hanno iniziato a transistare verso la politica (Mara Carfagna, Alessandra Mussolini…) e dalla politica allo spettacolo (Irene Pivetti, Nunzia Di Girolamo…), in un meccanismo di reversibilità perfetta al punto da indurre le più giovani-a pensare di poter fare indifferentemente la velina o la parlamentare a seconda delle indicazioni e della volontà del mentore.
A Corato, paese di provincia anche in questo, si rimane fermi agli anni ’80 fino alle soglie del 2020. Gli annali di Palazzo di Città narrano ad esempio che un Sindaco di non molti anni fa avesse istruito il personale dell’Ufficio Gabinetto, autorizzandolo ad entrare con un pretesto nella sua stanza durante l’orario di ricevimento del pubblico, nel caso in cui una qualche donna appariscente avesse chiesto udienza o si trattenesse nella conversazione più del dovuto. Parimenti è notorio che lo stesso Sindaco si indispose alquanto (rectius “si incazzò a bestia”) quando gli organizzatori di un evento proposero come madrina della manifestazione una fanciulla uscita fresca fresca dal Grande Fratello di allora, non ritenendo in alcun modo che la sua carica istituzionale fosse compatibile con la presenza di detta signorina durante l’inaugurazione.
Nel 2020 arriva il mattino e tutto cambia. Le donne impegnate in politica nei partiti di maggioranza e con ruoli istituzionali ci tengono a dare di sé un’immagine completamente diversa. Abbiamo quindi, in un vorticoso giro di screenshot che impegna gli omologhi maschi e gli osservatori della politica, un utilizzo disinvolto dei social con la pubblicazione di immagini allusive ed esplicite. Come accadeva un tempo con le immagini delle pin up distribuite nei saloni da barbiere o anche con le figurine dei calciatori (“ce l’ho… ce l’ho… manca…”), ora ci si scambia in modo virtuale attraverso il cellulare le immagini di Assessore e Consigliere pubblicate su Tinder (sito di incontri) o su altri social che ritraggono le nostre paladine davanti ad uno specchio durante la prova costume oppure al mare con il lato b in risalto e sul quale è applicato un costume da bagno a guisa di filo interdentale: sguardi maliardi e intensi, particolari anatomici in evidenza, tatuaggi animalier o floreali che appena si percepiscono obnubilati da tanta bellezza campeggiano ora nell’etere con una frequenza appena inferiore a quella dei post pubblicati dall’Assessore Felice Addario per magnificare le sue imprese.
Non tutte fanno così, ma certo più d’una, e – diciamola tutta – questo cambiamento a molti non dispiace: non si intende infatti dare un giudizio di quel che avviene, ma di certo è lecito prendere atto del cambiamento. Siamo di fronte infatti ad una rivoluzione più o meno consapevole del costume operata da rappresentanti del gentil sesso. E’ questa probabilmente l’unica forma di “rivoluzione gentile” di cui si ha traccia dopo diciotto mesi di regno e di governo del Sindaco De Benedittis e, pertanto, anche noi possiamo dire con il Poeta che queste immagini sono “quello che di cotanta speme oggi m’avanza”.
A ben guardare, inoltre, Corrado De Benedittis – grazie alle sue collaboratrici – si inserisce nel solco già tracciato dal suo omologo di Marina di Sopra, il Sindaco Cetto La Qualunque, che, senza dubbiamente, è giunto ad una sintesi efficace dei concetti da me espressi in queste righe: “Cchiù pilu pe’ tutti!”. Riteniamo quindi che da queste pagine possa essere avanzata la richiesta di gemellare il nostro Comune con Marina di Sopra e chiediamo non solo al Sindaco De Benedittis, ma soprattutto ad Assessore e Consigliere Comunali di perseverare nei loro sforzi per dare una trasparenza alla gestione del Palazzo di Città che sia pari almeno a quella dei loro veli.

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