A cura di Francesco Masciavè
Il 20 e il 21 settembre 2020, saremo chiamati a votare per le elezioni regionali e per il referendum sul taglio dei parlamentari. Tranne a Corato.
Sì, perché noi saremo chiamati anche a votare, dopo nemmeno un anno dalle elezioni che avevano visto trionfare Pasquale D’Introno della coalizione di centrodestra, per l’ennesimo tentativo di trovare una guida per la città.
Dico proprio ennesimo, perché dalle dimissioni di Massimo Mazzilli, la nostra città è diventata come una barca, di sera, senza la stella polare.
Chiunque trionferà, troverà una situazione piuttosto delicata.
Oltre ai ben noti problemi delle strade, del verde pubblico, dei contenziosi, si aggiungono le spine nel fianco legate all’ordine pubblico.
Sì, anche questo. Perché le aggressioni in centro e in periferia stanno diventando una macabra routine, a cui noi tutti, purtroppo, ci stiamo abituando, senza avere capacità di reazione.
Quindi, lo scenario entro cui si sta svolgendo questa campagna elettorale è davvero sconcertante: mancanza di senso d’appartenenza locale, giovani che si sentono trascurati dalle amministrazioni, attività commerciali sull’orlo del fallimento, esasperazione totale, sfiducia nella politica.
Siamo arrivati al punto che, girando per le strade del nostro centro storico, si sente sempre lo stesso coro, per la maggior parte in dialetto, ma di cui vi porto la traduzione:”Chiunque vada, basta che sistemi questa città, perché non se ne può più!”.
Amministrare Corato è diventato difficile, come se si fosse in una capitale europea.
È opportuno definire i quattro candidati, Luigi Perrone, Corrado De Benedittis, Vito Bovino, Niccolò Longo, dei coraggiosi e degli avventurieri, che saranno costretti a navigare tra la profonda incertezza che attanaglia gran parte della cittadinanza e anche la motivata indifferenza, del partito del “tanto ormai…”.
Sebbene, i nostri “Fantastici Quattro” (per citare un famoso cartone animato degli anni Novanta) appartengano a schieramenti politici e ideologici, si è creato involontariamente un tre contro uno, ovvero, i tre che mirano al cambiamento radicale della cultura e della tradizione politica della città, una sorta di rivoluzione pacifica e l’unico che rappresenta il nesso col passato, che però, può dare conforto e sicurezza, essendo stato sindaco per ben dieci anni.
Stiamo parlando di De Benedittis, Bovino e Longo contro Luigi Perrone.
La bellezza di vivere in una città di piccole dimensioni, offre l’opportunità di conoscere meglio quali siano gli umori e le sensazioni degli e delle abitanti.
Assistiamo, da un lato, ai giovani e agli studenti che persistono in un radicale desiderio di innovazione politica e dall’altro, invece, agli over 40 fino ad arrivare agli anziani, i quali combattono contro loro stessi, nell’estenuante battaglia tra rinnovamento e la garanzia che il passato decennale ha offerto.
Questa sfida, piena di contorni instabili, per come la “vox populi” si sta ponendo, potrebbe non eleggere il sindaco al primo colpo.
Ma si sa, la politica locale coratina ci ha abituato a colpi di scena clamorosi.
Su un aspetto, tuttavia, si è tutti quanti concordi: la rinascita della nostra Corato.
E allora, a tutti e a tutte voi che credete e che avete fiducia nelle istituzioni, non resta che dire: Buona rinascita, Corato.