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Condanna per l’attacco verbale del consigliere comunale D’Imperio contro la collega D’Introno: “Stai zitta”

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Continuano a far discutere le parole pronunciate ieri durante il Consiglio Comunale dal consigliere Giulio D’Imperio (Demos) che con un sonoro “Stai zitta” ha cercato di mettere a tacere la collega Nadia D’Introno (PD). L’attacco verbale è stato immediatamente interrotto dalla presidente del consiglio Valeria Mazzone che a sua volta è stata destinataria delle proteste di D’Imperio che le ha urlato contro in dialetto:“fa ce vu” (fai quello che vuoi). Poco dopo sono giunte le scuse del consigliere nei confronti della collega e dell’assise che però hanno convinto poco stando alle condanne derivate da varie fonti e alla solidarietà espressa nei confronti della D’Introno come si legge nei vari comunicati stampa:

Articolo 49:

Il pericolo del “però”

Nel corso del consiglio comunale di ieri, un consigliere ha messo a tacere una collega consigliere con un perentorio “Stai Zitta!”. Episodio violento, deplorevole, intollerabile.

Ma c’è di peggio.

Il tentativo goffo, viscido, laido di motivare, giustificare, comprendere la violenza di quelle due parole.
Lo fa il consigliere imbarazzato nel chiedere scusa ma, peggio ancora, lo fanno alcuni suoi colleghi consiglieri, alcuni aficionados dell’amministrazione comunale inondando il web di messaggi e post che ricordano accadimenti passati che mitigherebbero lo scivolone di ieri sera.

La pericolosità di quel “però”, di quel tentativo maldestro di giustificare l’ingiustificabile, ci preoccupa molto più del gesto stesso del consigliere.

Inutile negare che il pensiero corre veloce alle innumerevoli storie di violenza in cui per il carnefice c’è sempre un però che giustifica la violenza stessa. L’ho picchiata però lei mi tradiva.

Non ci sono giustificazioni e a nulla servono marce, fiaccolate e pellegrinaggi se poi all’atto pratico non si è capaci di riconoscere un errore senza se e senza ma.

Bene ha fatto la Presidente del Consiglio ad interrompere il consigliere delirante, malissimo ha fatto il Sindaco a non stigmatizzare l’accaduto con la stessa intensità con cui lo vediamo partecipare a tutte le iniziative contro ogni forma di violenza.

La nostra solidarietà alla consigliera Nadia Gloria D’Introno.”

La segreteria PD Terra di Bari

“Il Partito Democratico di Terra di Bari esprime la sua ferma condanna per l’attacco verbale ricevuto dalla consigliera Nadia D’Introno durante il consiglio comunale di Corato di ieri. Tale episodio, avvenuto in prossimità della celebrazione dell’8 marzo – Giornata Internazionale della Donna -, assume un significato ancor più grave e inaccettabile.

Il rispetto verso i rappresentanti eletti, in particolare verso le donne impegnate in politica, è fondamentale per il mantenimento di un dibattito civile e costruttivo all’interno delle istituzioni. Attacchi di questa natura non solo minano l’integrità personale degli individui coinvolti, ma rappresentano anche un attacco ai valori democratici e all’uguaglianza di genere che il nostro partito sostiene con vigore.

Il Partito Democratico si stringe attorno alla consigliera D’Introno e a tutte le donne che, ogni giorno, lavorano per il progresso della nostra società, spesso affrontando ostacoli e pregiudizi. Ribadiamo il nostro impegno a combattere ogni forma di discriminazione e violenza verbale, e continueremo a lavorare per un ambiente politico più inclusivo e rispettoso.”

*La Conferenza delle Donne Democratiche Pugliesi*:

“Solidarietà e sorellanza alla Consigliere Nadia D’Introno per i modi e le parole “stai zitta che sto parlando” rivoltele durante l’ultimo consiglio comunale, sebbene tempestive siano state le scuse del Consigliere Giulio D’Imperio.

La passione e la pluralità di opinione non può trasformarsi in uno scontro verbale aggressivo nel Partito Democratico e soprattutto nei luoghi istituzionali di rappresentanza. 
La nostra comunità delle Donne Democratiche sostiene da sempre l’importanza e il rispetto del difficile percorso che noi donne affrontiamo nel trovare spazio nei luoghi della politica.
Il rispetto della nostra rappresentanza in politica è un dovere trasversale che va rivolto a tutte le donne a prescindere dalla loro
posizione ed è un errore tarare la solidarietà e il richiamo a un linguaggio corretto solo ed esclusivamente ad alcune donne e solo se appartenenti ad un gruppo. 
Il richiamo ad una politica più femminile e più femminista passa anche dal superare ogni consuetudine prevaricatrice che, per il tramite della parola, trova eco nella politica a discapito degli uomini e delle donne.”

 

 

 

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