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Clima incandescente in consiglio comunale. Non c’è limite al peggio

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All’indomani dell’ultimo Consiglio Comunale il contrasto tra PD e CAP sempre più ai ferri corti ha assunto una forma inquietante; pare aver preso il sopravvento sui problemi della città che di queste beghe è veramente stanca e nemmeno se ne importa.

Un Consiglio comunale incandescente quello che si è svolto ieri sera per più di otto ore, il tempo impiegato per esaminare i nove punti all’ordine del giorno, dopo i lunghissimi preliminari.
Nonostante l’assenza delle minoranze di Centrodestra (che ormai sta assumendo i tratti di una vera e proprio defezione dalla funzione) tutta la serata ha visto un confronto, che a tratti ha preso i toni dello scontro, fra i consiglieri Bovino Vito e D’Introno, da un lato, e la maggioranza dall’altro.
I motivi del contendere sono stati numerosi sia nei preliminari che nell’esame dell’ordine del giorno, i cui nove punti sono stati comunque tutti approvati (con maggioranze risicate) e tutto, è stato contrassegnato dalla parola d’ordine: “refusi”, di cui le documentazioni prese in esame, erano disseminate.
Il Consigliere Bovino (opposizione) e la Consigliera D’Introno (capogruppo del PD, partito che dovrebbe essere di maggioranza) hanno più volte lamentato di non essere stati messi nelle condizioni di esaminare la documentazione necessaria per valutare le delibere da adottare, ma da parte della maggioranza si è continuato a dire che “ci vuole spirito di collaborazione”, che non bisogna fare troppi interventi in consiglio comunale, risolvendo preventivamente i problemi negli incontri di coalizione o nelle commissioni consiliari.
Peccato che questi “refusi” riguardavano centinaia di mila euro!!! (cfr. refuso sulla quota di partecipazione al patto territoriale corredata da confusione totale in riferimento alla compagine certa dei soggetti istituzionali ancora soci).
Un battibecco piuttosto acceso ha contrapposto la D’Introno con l’assessora Bucci alla quale la prima aveva presentato una interrogazione scritta, a suo dire rimasta senza risposta.
L’Assessora sosteneva, invece, di aver risposto e, per darsi ragione, mandava a far stampare la PEC; dal testo però si evinceva che la risposta era stata inviata a un indirizzo errato. E ciò rendeva evidente che, non solo era stato commesso l’errore di digitalizzazione, ma che nessuno poi si era curato di controllarne la corretta ricezione: come tutti sanno le PEC inviate a un indirizzo errato segnalano immeditatamente l’errore, diversamente dalle ordinarie e-mail. Un ennesimo infortunio in Consiglio per l’assessora Bucci accusata peraltro di svolgere il suo lavoro con estrema “flemma” dalla collega D’Introno in riferimento ad un accertamento relativo all’immobile sito in piazza Vittorio Emanuele (angolo via S. Domenico). La Bucci risponde “rispedendo le offese al mittente”.

Di sconcertante, c’è il clima di confusione, approssimazione e pressapochismo, creato da questa amministrazione, che sembra avere le idee confuse su tutto, in particolar modo sui numeri, come dimostrano gli innumerevoli refusi denunciati dal consigliere Bovino nel corso della seduta.
La consigliera D’Introno ha, dal canto suo, definito “sciatto” il modus operandi generale dell’amministrazione comunale provocando un intervento del Sindaco – visibilmente infastidito da siffatte esternazioni – a difesa dell’indifendibile!

Un momento particolarmente “caldo” si è verificato quando si è passati ad esaminare il punto 2 dell’ODG: un ennesimo atto della telenovela avente come protagonista il famoso emendamento al DUP presentato dal PD nel consiglio del 4 maggio: quello prima dichiarato “morto” e poi “resuscitato” su insistenza della consigliera D’Introno che aveva spinto la Segretaria ad approfondire la questione e a darle, infine ragione.
Ieri è stata riportata in Consiglio la delibera del DUP per essere corretta, prendendo atto che l’emendamento era da considerarsi approvato e non respinto. Una soluzione, però, fortemente contestata dai due mattatori protagonisti della serata (Bovino e D’Introno). La capogruppo del PD non ha partecipato al voto ma la maggioranza è andata avanti chiedendo un atto di fede nelle valutazioni tecnico-giuridiche della Segretaria. Peccato che nello scorso Consiglio la proposta della stessa Segretaria sulla stessa questione non fu accettata dalla maggioranza e, come si ricorderà, passò col solo voto favorevole del Consigliere Addario.

Un passaggio, quasi al limite del grottesco,  è stato quello relativo alle dichiarazioni del consigliere D’Imperio in risposta alle segnalazioni, riportate dalla consigliera Malcangi, riguardanti la chiusura anticipata dei cancelli laterali del cimitero, “Mi sono interessato circa un annetto fa le posso garantire che è vero le porte laterali venivano chiuse mezz’ora prima della chiusura normale, mi sono interfacciato con l’ufficio[…] mi sono preso la briga di chiedere spiegazioni a chi era lì, dopodiché ho verificato[…] che il cancello non fosse chiuso mezz’ora prima e alla fine il dottor S…. ha predisposto un documento che è stato dato all’ex custode e a chi gestiva il cimitero e quindi meglio dire un ordine di servizio in cui c’erano delle specifiche indicazioni e posso garantire perché sono andato […] una domenica al cimitero d’agosto, mi sono piazzato lì e ho verificato esattamente che i cancelli laterali non venivano chiusi più alle 11:30 ma a mezzogiorno meno qualche minuto, ora lei sta dicendo che ci sono segnalazioni di questo genere per cui bisognerà ritornare dal dottor Santarella e far presente al nuovo custode […] di rispettare l’ordine di servizio che fu fatto precedentemente”. Non che la questione sia pertinente all’iter di approvazione del bilancio di previsione ma quel che appare sconcertante è che il consigliere di maggioranza ha dimostrato di avere le idee molto confuse su quelli che sono i compiti e le funzioni derivanti dallo status di consigliere comunale rispetto a quelle attribuite dalla legge a funzionari, istruttori e dirigenti, sottolineato nell’assise anche dal consigliere Bovino. La confusione, non solo sua, ma dell’intera maggioranza sembra concentrarsi su un principio chiaro quanto sacro: quel che la legge non ti assegna, non ti compete!!

Il confronto/scontro ha raggiunto il calor bianco sul bilancio quando i due duellanti – Bovino e D’Introno in perfetta sintonia – hanno lamentato la totale assenza di partecipazione dei cittadini ma anche lo scarso coinvolgimento dei consiglieri e persino delle forze politiche di maggioranza: la D’introno ha parlato di bilancio tecnico, “copiato dal Comune di Montespertoli”, in cui “è assente la politica”; affermazione grave se si considera che il bilancio è il principale atto politico di una amministrazione comunale e che siamo al secondo bilancio previsionale approvato (sempre con la stesse modalità sbrigative) da questa maggioranza. Il povero assessore Muggeo anche quest’anno ha accampato le stesse giustificazioni dell’anno scorso (scarsità di personale, tante cose da fare, Covid) che ovviamente sono risultate ancor meno credibili e hanno suscitato le proteste dei due contestatori.

E siamo quindi arrivati alle dichiarazioni di voto. Bovino ha votato contro, ed era scontato. Tutti attendevano però la dichiarazione di voto della capogruppo del PD che ha fatto un intervento molto duro, denunciando di aver subito intimidazioni, minacce (di essere “cacciata dalla maggioranza”) e pressioni per indurla a votare il bilancio o dimettersi. Mentre parlava, i consiglieri di maggioranza, tanto per smentire le sue accuse, le urlavano contro un po’ di tutto (in particolare l’accusavano di essere opposizione) creando un clima ostile e aggressivo, tanto per continuare a smentire la ormai auto millantata fama di “democratici”, “progressisti” e “aperti a ogni confronto”. Invero, verrebbe da pensare che il rispetto della donna si vede soprattutto nei modi con i quali la si tratta non solo rinunciando al Patrocinio morale di Miss Italia!!!
A quel punto la D’Introno, concluso il suo intervento, visibilmente provata, ha lasciato la dichiarazione di voto al suo collega Addario il quale, dopo un intervento dal tono completamente diverso, volto ad evidenziare “il bicchiere mezzo pieno” ma anche a chiedere di “giustificare” le posizioni della sua capogruppo, ha annunciato il voto favorevole del gruppo PD. Poco prima il consigliere Addario aveva invece sottolineato il “bon ton” politico utilizzato dalla maggioranza nell’astenersi alla votazione sul famoso emendamento al DUP.
Alla luce di quanto accaduto nell’ultimo C.c. (e non solo!!!), il voto favorevole sul bilancio della D’Introno esprime chiaramente il risultato di una posizione di saggio equilibrismo politico stante le divisioni interne del Partito democratico, tutte oramai manifestatesi.
Appare evidente che Addario cerchi in tutti i modi di tenere a bada la vis della D’Introno al fine di assicurare gli equilibri – oramai irreversibilmente – precari tra il PD e la CAP.
Difatti, l’approvazione unitaria del bilancio di previsione non suona tranquillizzante per la maggioranza atteso che quest’ultima è estremamente a rischio proprio a causa della spaccatura interna del PD che vede in posizione antitetica i propri rappresentanti istituzionali.

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