Home Politica Avast a sciucuà: rimboccatevi le maniche e cominciate a fare sul serio

Avast a sciucuà: rimboccatevi le maniche e cominciate a fare sul serio

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Con la sfiducia del PD all’assessora Bucci si apre la prima crisi dell’amministrazione De Benedittis. Una crisi, invero, che viene da lontano e i cui prodromi erano apparsi sin dal momento dell’insediamento della nuova Giunta: con le polemiche riguardanti il suo scarso peso politico e tecnico, la presenza in giunta di un assessore figlio di un consigliere comunale, l’assessorato all’urbanistica assegnato a una professionista del settore operante da lungo tempo in città ecc. ecc.. E poi sono venuti i troppi cambi di casacca che hanno infoltito il gruppo misto, le dimissioni dell’assessora Buonsante mai sostituita e quelle poco chiare della consigliera comunale Carminetti. E poi i problemi dell’Asipu, ormai sull’orlo del fallimento, e quelli della Sixt che tanti disagi hanno creato ai cittadini. Dulcis in fundo il repentino trasferimento (la fuga?) del Segretario Generale mai sostituito. Insomma sin dal suo insediamento questa amministrazione ha vissuto una vita grama aggravata dalle tante gaffe e dai tanti errori che ne hanno evidenziato l’inadeguatezza agli occhi della cittadinanza. Nei giorni scorsi il Sindaco (lui personalmente, non la coalizione che lo sostiene) aveva avviato delle strane e mai ufficializzate “consultazioni” di alcune (non tutte) forze politiche di opposizione i cui esiti non sono stati pubblicizzati ma di cui ufficiosamente si sa che sono state un buco nell’acqua. Poi è scoppiato improvvisamente, anche in questo caso in modo del tutto anomalo, il caso PD. Quello che dovrebbe essere il partito politicamente più significativo della coalizione ha chiesto di discutere in commissione la questione ASIPU ma si è visto inopinatamente “rimproverare” non dal sindaco o dai segretari della CAP ma da uno dei suoi stessi assessori in giunta, appunto l’avv. Concetta Bucci. Qualcuno deve averle improvvidamente suggerito di dare quella risposta senza rendersi conto (o rendendosene conto benissimo) che in quel modo la esponeva a un’evidente frattura col suo partito e quindi alla sua delegittimazione politica, con conseguente apertura della crisi. Come si fa a gestire in modo così improvvido le cose della politica è un vero mistero.

Sta di fatto che ora il Pd ha sfiduciato la sua assessora aprendo la strada a un inevitabile “rimpasto” vista anche la vacanza di un posto in Giunta da diversi mesi (e il Prefetto muto).
Un osservatore superficiale potrebbe anche pensare che al PD possa anche essere sottratto quel posto in giunta perché ormai la sua rappresentanza consiliare si è dimezzata a causa delle defezioni di Mascoli e Palmieri che ormai fanno parte del gruppo misto e quindi che la Bucci potrebbe rimanere assessora anche senza la fiducia del suo (ex?) partito. Ma la cosa è politicamente improponibile perché la Bucci sta lì proprio in quanto designata dal PD (almeno formalmente) e la sua conferma, una volta sfiduciata, sarebbe uno schiaffo intollerabile per quel partito. In secondo luogo, occorre considerare che la vicenda Bucci e il frutto di un vecchio nodo politico venuto ora al pettine ma sorto sin dal momento della formazione della Giunta (o addirittura prima). In quel momento, infatti, il neo Sindaco operò nei confronti del Pd una vera e propria forzatura, forse approfittando degli entusiasmi del momento e della ingenuità del giovane gruppo dirigente di quel partito. Di fatto, i due assessori del PD non li scelse il PD ma li “impose” lo stesso Sindaco. Tutti i piddini ricorderanno l’assemblea in cui il nome di Felice Addario lo fece addirittura lo stesso De Benedittis anticipando le decisioni del partito. E anche per la Bucci il Sindaco finì per imporsi riuscendo ad ottenere dal Pd non un nome secco ma una rosa troppo ampia nell’ambito della quale egli poté poi scegliere chi gli era più vicino. Di fatto, il PD si trovò rappresentato in giunta da un assessore figlio di uno dei consiglieri (il padre in quell’occasione pare dichiarò di volersi dimettere “ma non subito”: e infatti…) e da un’altra assessora dotata di poco seguito. Il malcontento del PD è stato palpabile sin dall’inizio e non è emerso esplicitamente solo per il timore di frustrare gli entusiasmi della vittoria elettorale. Ma col passare del tempo è venuto fuori progressivamente anche perché l’assessora Bucci, oggettivamente, si è sempre rapportata poco al suo partito e non ha brillato per iniziative in un settore vitale per la Città di Corato come quello dello Sviluppo Economico (chissà mai perché da sempre separato dall’Agricoltura, delega che il Sindaco ha invece trattenuto per se’ con risultati comunque analoghi).
Ora pare che questo assurdo inizio dell’amministrazione De Benedittis sia arrivato a un punto di svolta. Il nodo decisivo da affrontare resta però quello del rapporti del nuovo gruppo dirigente insediatosi a Palazzo San Cataldo con i partiti “tradizionali”, quelli che che hanno stabili riferimenti regionali e nazionali. In particolare con il Pd, vista l’inconsistenza degli altri partiti di centrosinistra o presunti tali. De Benedittis intende proseguire nella sua operazione di delegittimazione (per certi versi di “demolizione”) dei partiti in omaggio all’indistinto “civismo” che ha sempre caratterizzato la sua amministrazione? Se è così, apparirà sempre più evidente il suo totale isolamento sia a livello regionale che a livello nazionale in un momento peraltro in cui il flusso degli enormi finanziamenti connessi al PNRR deriva proprio dalla Regione e dai Ministeri; e la Città ne rimarrà sempre più ai margini, più o meno come accaduto fino a questo momento, condannando Corato a una stagione di declino che la penalizzerà per gli anni futuri, tarpandole le ali dello sviluppo.
Al contrario, questa crisi potrebbe essere finalmente l’occasione di una salutare resipiscenza di De Benedittis che, resosi conto finalmente da un lato dell’inadeguatezza della sua squadra e dall’altro della necessità di valorizzare i canali di visibilità che gli possono assicurare solo i partiti nazionali, decida di operare un salutare e profondo rimpasto chiamando in giunta personalità di alto profilo (più o meno quello che si era promesso in campagna elettorale), magari anche tecnici, magari forestieri, scelti con il consenso dei partiti di coalizione, che lo affianchino in questo delicato secondo scorcio di consigliatura nell’affrontare compiti delicatissimi, impegnativi e complessi, decisivi per futuro della nostra Città.
Insomma la speranza è che, per il bene della Città, la si smetta di sciucuà e si comincino a fare le cose sul serio. Come Corato merita.

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1 commento

  1. Lo scritto di Stolfa è stato certamente elaborato in collaborazione con qualche consigliere o esponente del PD. Troppi sono i particolari che Solfa, da esterno, poteva conoscere. Ma tant’è .
    Il Pd, senza volerlo, sta andando in soccorso al Sindaco che ha ora a disposizione almeno quattro deleghe assessorili con le quali soddisfare le richieste dei vari gruppi e cercare di mettere in campo finalmente una giunta di alto profilo.

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