Home Economia Le aziende façoniste dell’abbigliamento hanno finalmente il loro contratto collettivo (con un...

Le aziende façoniste dell’abbigliamento hanno finalmente il loro contratto collettivo (con un risparmio del 40% sul costo del lavoro)

0

a cura di Dott. Christiencarlo Mangione

(Consulente del Lavoro in Corato)

Le aziende façoniste del settore abbigliamento, quelle cioè che operano, senza marchio proprio, nel confezionamento di abiti in serie sulla base di modelli realizzati dal committente, hanno finalmente ottenuto un primo riconoscimento della loro specificità.

Con sentenza n. 2195/2019 il Tribunale di Trani, Sezione Lavoro, ha accertato il diritto di un’azienda del settore (difesa dallo Studio Legale Stolfa-Volpe di Corato) di applicare il CCNL per i Dipendenti da Aziende esercenti lavorazioni conto terzi a Façon, sottoscritto dal FAILTs- C.I.S.A.L.- LAIF e ANPIT invece del CCNL Tessile Industria, sottoscritto da Femca-CGIL Filctem-CISL e Uiltec-UIL con SMI-Confindustria.

Non si tratta di una novità di poco conto perché le aziende façoniste finora avevano dovuto applicare un contratto palesemente inadeguato alle loro caratteristiche, che poi è sostanzialmente il medesimo contratto collettivo applicabile ai loro committenti.

Ma tutti sanno che, nel settore, il decentramento produttivo è determinato da mere esigenze di risparmio dei costi e che i committenti – spesso alcune fra le griffe più importanti – decentrano la produzione proprio sul presupposto che i façonisti riescano a contenere il costo del lavoro. Era impossibile, quindi, che a entrambi tali soggetti si applicasse la medesima disciplina retributiva e contrattuale.

La cosa ha sempre creato notevoli difficoltà alle aziende contoterziste che di fatto non sono mai riuscite a rispettare i minimi retributivi contrattuali, sono sempre state esposte al rischio di vertenze giudiziarie e che, ultimamente, sono state messe in ginocchio anche dall’affacciarsi sul mercato della spietata concorrenza delle aziende asiatiche e dell’Est Europeo.

Non a caso negli ultimi anni, in Puglia e non solo, stiamo assistendo alla chiusura di molte aziende del genere che pure rappresentavano un elemento essenziale della nostra economia.

Di questa situazione la contrattazione collettiva gestita dalla maggiori confederazioni sindacali non ha mai voluto prendere atto e ha messo sempre nel medesimo calderone contrattuale committenti e façonisti. Di questi ultimi, anzi, il CCNL del tessile-abbigliamento non ha mai fatto neanche menzione.

Ci hanno quindi pensato alcune sigle sindacali minori e, in particolare la FAILTs- C.I.S.A.L. (dal lato sindacale) e la LAIF e l’ANPIT (dal lato datoriale) le quali, da alcuni anni, avevano stipulato, appunto, un contratto collettivo specificamente dedicato ai façonisti. Restava però il problema che quel CCNL non era riconosciuto da INPS e INAIL ai fini del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.

Proprio su questo aspetto è intervenuto il Tribunale di Trani che, con una sentenza davvero innovativa della dr.ssa Di Benedetto, ha stabilito che quella dei façonisti è una categoria contrattuale a sé stante, non considerata dal CCNL firmato dalla triplice sindacale (aderente a CGIL-CISL e UIL) e che quindi, nell’ambito di tale specifica categoria, il CCNL “comparativamente più rappresentativo” da utilizzare quindi a tutti i fini, anche fiscali e previdenziali, è appunto quello stipulato da FAILTs- C.I.S.A.L., LAIF e ANPIT.

Per capire meglio quanto possa incidere questa novità sul futuro delle nostre imprese, analizzeremo ora il costo di un operaio a parità di mansione, confrontando i due CCNL.

Ebbene, diciamo subito che, esaminando le tabelle retributive attualmente in vigore nei due contratti collettivi, si rileva che l’azienda che opta per il CCNL Façonisti CISAL paga mediamente una retribuzione lorda inferiore del 40%.

Ad esempio, prendendo a riferimento la paga base attualmente in vigore per il livello più basso del CCNL Façonisti CISAL (€ 793) e quello del CCNL Tessili Industria CGIL-CISL-UIL (€ 1.231,41), otteniamo una differenza mensile di ben € 438,41. Tale differenza moltiplicata per tredici mensilità, comporta per l’azienda che applica il CCNL Façonisti, un risparmio annuale, di sola paga base, di ben € 5.699,33.

Al di là del confronto dei soli minimi tabellari, che già parlano chiaro, siamo passati poi alla vera e propria simulazione di due buste paga: una applicando il contratto CGIL-CISL-UIL e l’altra applicando il contratto dei façonisti CISAL.

Considerando una lavoratrice-tipo inquadrata come “addetta alla stiratura finale del capo”, a gennaio 2020 la retribuzione mensile di fatto ammonta a 1.548,65 euro (basata su una retribuzione oraria di 8,95 euro) per il primo contratto e 978 euro (basata su una retribuzione oraria di 5,65 euro) per il secondo.

Il grafico che segue può rendere visivamente la differenza.

L’azienda che applica il CCNL Tessili Industria CGIL-CISL-UIL dovrà quindi sostenere, mensilmente, un maggior costo del lavoro pari ad € 865,25.

La sentenza in esame, che non è stata appellata dall’INPS ed è quindi diventata definitiva, apre quindi prospettive davvero interessanti per le nostre imprese che potrebbero finalmente rappresentare una boccata d’ossigeno per il settore.

 

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.