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Francesco Liantonio:”Cresce il peso dei rosati del nostro consorzio di tutela Castel del Monte” 

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Di Vincenzo Rutigliano  (giornalista il sole 24ore Agrisole)

Sui rosati i consorzi di tutela fanno squadra

“MyStory” con il Veritas è soltanto l’ultima di una serie di certificazioni di qualità che, nel tempo, l’azienda vitivinicola Torrevento ha ottenuto.

Essere tra le sole 3 cantine italiane coinvolte nella blockchain applicata al settore vitivinicolo è la conferma che dalle parti di Corato, nel parco rurale più grande d’Italia, il Parco dell’Alta Murgia, si pratica un’agricoltura sempre più smart che, anche al Sud, sia pure in aziende di eccellenza, comincia a farsi strada.

E come in tutte le storie di eccellenza c’è sempre un’avanguardia, un’azienda più avanti delle altre.

Così, ad aprile 2018, arriva prima Equalitas, certificazione dal grappolo alla bottiglia per la sostenibilità economica, etica e ambientale, poi MyStory con le 3 cantine che tracciano il vino, dal vigneto alla data di imbottigliamento, a gennaio 2019, e ancora i  “3 bicchieri” di Gambero Rosso della Guida ai Vini 2019 al Vigna Pedale per la decima volta consecutiva ed il Premio Speciale per la Sostenibilità Aziendale.

Certificazioni e riconoscimenti,nazionali ed internazionali, ottenuti grazie ad un paziente lavoro in vigna con la valorizzazione di vitigni autoctoni in tutte le 3 aree vitivinicole più importanti della regione nelle quali opera l’azienda fondata nel 1913: nel Parco dell’Alta Murgia barese, nell’areale della Doc Castel del Monte, in Valle d’Itria, terra di vini bianchi, e nel Salento terra di rossi.

Ora per la Torrevento c’è una sfida in più.

Quella dei rosati come il “Veritas” pluricertificato che è anche l’unico rosato Docg in Italia.

È un’altra sfida per l’azienda di Corato come per le altre comprese nel consorzio di tutela della Doc Castel del Monte. Tanto che a rappresentare a Lecce, il primo marzo, al summit dei 6 consorzi di tutela che dal Veneto alla Calabria hanno stretto un patto, nel 2018, a Verona, per valorizzare il vino rosato, c’era proprio Francesco Liantonio.

A Lecce, esperti italiani e non, si sono interrogati sulle prospettive del vino “rosa” concludendo che ci sono margini di crescita enormi. A partire dalla Docg Castel del Monte Bombino Nero Rosato nata nel 2011 che “Oggi – ha detto Liantonio nella veste  di presidente di Puglia Sveva, consorzio di Tutela della omonima Doc – rappresenta un pezzo importante della nostra vitivinicoltura con 500.000 bottiglie commercializzate, sau di 33 ettari, 800 viticoltori ed 8 cantine con 8 etichette”.

 

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