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Corato e le ZES

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Di Vincenzo Petrone “libero pensatore”

Su iniziativa della Consulta sullo Sviluppo economico e del Lavoro e con il patrocinio del Comune di Corato, in data 10 c.m. presso il palazzo Gioia si è tenuto un incontro pubblico sulle Zone Economiche Speciali (ZES) con la presenza del Commissario straordinario ing. M. Guadagnolo. Da tale incontro è scaturito che le ZES rappresentano per molti Comuni e quindi anche per Corato una occasione unica e irripetibile.
Infatti secondo il Commissario, con le ZES nasce la burocrazia amica delle imprese riscontrabile tramite i seguenti elementi:
• Lo Sportello Unico (S.U.) che sarà l’unico interlocutore per le imprese interessate agli
investimenti;
• L’Autorizzazione Unica (A.U.) del Commissario ZES, che assorbe e sostituisce tutte le
precedenti autorizzazioni, evitando alle imprese gravosi “pellegrinaggi” presso i vari Enti;
• I tempi certi, rapidi e più che dimezzati con termini perentori, silenzio assenso e ove
necessario, rilascio dell’A.U. anche in variante urbanistica;
• Le agevolazioni fiscali, quali il credito d’imposta (max 100.000.000) a valere sull’intero valore dell’investimento (compreso l’acquisto del suolo e/o degli immobili eventualmente su di esso esistenti) – pari al 45% per le piccole, 35% per le medie e 25% per le grandi imprese
– la riduzione dell’IRES del 50% ed ancora i vantaggi derivanti dalla riduzione/azzeramento degli oneri comunali (TARI, IMU, Oneri di costruzione).

L’impressione che è derivata dalla relazione del Commissario e che le ZES rappresentano una straordinaria occasione da non perdere per gli operatori economici e dall’altro lato un improcrastinabile impegno per le Amministrazioni Locali i cui Comuni sono fuori territorialmente dalle ZES.

Vediamo entrambi gli aspetti.
Da un lato tutti gli operatori economici che intendono investire sia in ampliamento delle proprie attività sia di crearne nuove devono, nel più breve tempo possibile, interfacciarsi con il Commissario attraverso lo Sportello Unico (S.U.) per presentare almeno preventivamente le domande di inclusione nelle aree ZES. Ovviamente queste istanze, se non accompagnate da veri e propri progetti d’intervento cantierabili, devono essere serie e corredate di Studio di fattibilità con piano economico-finanziario, volto a garantire che il progetto sia giuridicamente e tecnicamente fattibile
oltre che economicamente giustificabile. In altre parole detto studio deve dimostrare:
• Fattibilità tecnica
• Fattibilità economica
• Fattibilità giuridica
• Fattibilità operativa
D’altro lato i Comuni in virtù della riperimetrazione devono porre in essere tutto ciò che è in loro potere per facilitare l’ingresso delle aziende che operano nel loro territorio nelle aree ZES.

Diversamente si instaurerà una sleale concorrenza tra aree ZES e non ZES che per queste ultime inevitabilmente porterà ad un impoverimento del loro tessuto produttivo e quindi occupazionale.

Infatti se la nostra Città non entra in queste aree accadrà che anche le aziende che oggi operano nel Comune saranno attratte da tutti i vantaggi che le ZES offrono e quindi tenderanno a spostarsi in dette aree. In altre parole si rischia di assistere a fenomeni molto simili a quelli verificatosi per molte aziende italiane che hanno spostato la produzione in altri paesi, ad. es. dell’EST, che offrivano occasioni di investimento con costi ed agevolazioni molto vantaggiosi.

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