Un’app in grado di violare la privacy facendo giungere le informazioni personali dei suoi utenti direttamente al Partito Comunista cinese. E’ questa la motivazione alla base della probabile decisione degli Stati Uniti di bandire il servizio della popolare applicazione Tik Tok. A comunicarlo è Mike Pompeo, segretario di Stato americano, il quale in una intervista rilasciata a Fox News, ha annunciato che si tratta di una decisione che il governo sta valutando “molto seriamente“.
Alla luce dei recenti eventi, la ByteDance con sede in Cina e proprietaria della celebre applicazione, ha deciso di sospendere il servizio nell’ex colonia britannica, a causa della controversa legge sulla sicurezza nazionale voluta da Pechino.
Tik Tok, nota anche come Douyin in Cina, è un’app che negli ultimi anni ha letteralmente spopolato in tutto il mondo e consente agli utenti di creare brevi clip musicali di durata variabile (fino a 15 o fino a 60 secondi) ed eventualmente modificare la velocità di riproduzione, aggiungere filtri ed effetti particolari ai loro video. Super gettonata inizialmente solo tra gli adolescenti, in Italia ha preso sempre più piede anche tra gli over 35.
La decisione è stata condivisa quasi del tutto, anche da Facebook, Google e Twitter che, attualmente hanno sospeso le richieste del governo e della polizia di Hong Kong per avere informazioni sugli utenti, come previsto dai nuovi provvedimenti.
E intanto, la leader di Hong Kong, Carrie Lam, ha intimato di non contravvenire alla nuova legge sulla sicurezza nazionale nella città, in quanto le conseguenze saranno “molto gravi“.
E in Italia? I nostri 007, sulla scia del governo americano, stanno indagando sull’utilizzo che il governo cinese fa dei dati sensibili degli utenti italiani iscritti su TikTok.