Home Cronaca Nuovo Istituto Professionale Oriani-Tandoi: quali possibili soluzioni all’individuazione dell’area? (Seconda parte)

Nuovo Istituto Professionale Oriani-Tandoi: quali possibili soluzioni all’individuazione dell’area? (Seconda parte)

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Di Vincenzo Petrone “libero pensatore”

Dopo la pubblicazione dell’articolo “Individuazione dell’area per il nuovo Istituto Professionale Oriani – Tandoi” del 5 marzo che di seguito riproponiamo, così come annunciato, procediamo con la seconda parte che pone l’attenzione sulle possibili soluzioni alle problematiche precedentemente trattate circa l’individuazione dell’area:

Individuazione dell’area per il nuovo Istituto Professionale Oriani–Tandoi

Seconda parte

D) Possibile soluzione

Dalle note precedenti derivano diverse criticità:
– Procedura ipotizzata, PdL d’Ufficio NON idonea
– Area individuata potenzialmente non idonea
– Necessità di esproprio con esborsi anche importanti
– Necessità della VARIANTE urbanistica del P.R.G.

La soluzione di queste problematiche è riscontrabile in quella procedura che è la
“concertazione istituzionale” attuabile con il ricorso all’ACCORDO di PROGRAMMA (A.d.P.) di cui all’art.34 del D.Lgs. n. 267/2000 Testo Unico Enti Locali (TUEL).

Ricordiamo che l’A.d.P. rappresenta la modalità che le pubbliche amministrazioni adottano per semplificare e accelerare processi amministrativi in cui più amministrazioni collaborano al raggiungimento di finalità comuni.
Nel caso specifico le Amministrazioni interessate sono:
– la Regione per la variante urbanistica e conseguente Valutazione Ambientale Strategica;
– la Città Metropolitana per il finanziamento, la realizzazione e la proprietà dell’opera;
– il Comune per la messa a disposizione dell’area e per la variante urbanistica. Senza dimenticare i proprietari delle aree da sottoporre ad esproprio e/o cessione volontaria a prezzo concordato e gli altri Enti comunque interessati da eventuali vincoli che caratterizzano l’area oggetto d’intervento.
Osserviamo che nel caso specifico i requisiti fondamentali per legittimare un A.d.P.
suddistono. Infatti si ha:

interesse pubblico, inteso come verifica dei presupposti rilevanti dell’opera rispetto alle funzioni istituzionali perseguite dalle singole Amministrazioni nello svolgimento delle attività previste dai rispettivi ordinamenti
definizione di un ambito di trasformazione, inteso come intervento puntuale di opera
pubblica o programma di interventi
certezza delle fonti di finanziamento, in quanto gli Enti sottoscrittori finanziano
l’iniziativa in oggetto
condivisione unanime dell’iniziativa: dal punto di vista procedurale, l’accordo di
programma raggiunge gli esiti positivi della concertazione attraverso il meccanismo
della Conferenza di Servizi, dove le esigenze composite dei vari Enti, il rispetto delle
disposizioni legislative, i vincoli, le prescrizioni, trovano nel momento dialettico del
confronto, il presupposto la sua piena condivisione
Si evidenzia che nel nostro caso l’A.d.P. comportando la Variante al P.R.G., ai sensi dell’articolo 81 del DPR 24 luglio 1977 n. 616, deve essere adottato con decreto del presidente della Regione e sostituisce il permesso a costruire, sempre che vi sia l’assenso del comune interessato. Infatti, ove l’accordo comporti variazione degli strumenti urbanistici, l’adesione del sindaco deve essere ratificata dal consiglio comunale entro trenta giorni a pena di decadenza.

L’approvazione dell’accordo di programma comporta la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza delle medesime opere; tale dichiarazione cessa di avere efficacia se le opere non hanno avuto inizio entro tre anni.

Di conseguenza con la pubblica utilità è possibile operare l’esproprio dell’area necessaria alla realizzazione dell’Istituto.

E) Individuazione dell’area

Si ritiene a questo punto evidenziare un’altra opportunità/necessità e che riguarda
l’individuazione dell’area anche al fine di ridurre il costo dell’esproprio.

Secondo chi scrive occorre fissare la propria attenzione su aree a destinazione agricola ad es. sempre in prossimità della stazione Bari Nord, invece di guardare a sinistra e quindi coinvolgere l’area industriale è possibile guardare a destra ed osservare che ci sono ampie aree (anche >> di 5 ha) con destinazione agricola che ben si prestano ad essere interessate dalla realizzazione dell’opera.

Altra possibiltà potrebbe essere l’area limitrofa all’attuale liceo Artistico in via Lago Baione anche se quest’area è interessata dalla realizzazione della scuola media (ma quando si farà? Se si farà?)

Altra possibilità potrebbe essere l’area “F” di pertinenza dell’ospedale, che sicuramente non necessita di ampliamenti, salvo il fatto che quest’area è attualmente in parte gravata dal vincolo P.A.I.

Infine lancio un’ultima idea, visto che da più parti è sorta l’esigenza di realizzare il nuovo palazzetto dello sport, perché non prendere in considerazione il fatto di poter inserire nell’A.d.P. anche questa possibilità?

 

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