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Processo “Sistema Trani” – Ferri Filippo – Abbiamo dovuto pagare senza poter salvare il nostro gruppo

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Il testimone Filippo Ferri ascoltato durante l’udienza del 19 febbraio attraverso le sue dichiarazioni ha ripercorso tutto il periodo che lo vedeva assieme ai suoi fratelli Riccardo, Antonio e Francesco interessato alla vicenda del fallimento dei Magazzini Ferri.

Filippo Ferri ha risposto, in aula davanti al Presidente Pietro Baffa, alle domande del pubblico ministero Alessandro Prontera e dell’avvocato Domenico Mariani difensore del giudice Michele Nardi.

Di seguito alcuni stralci della sua testimonianza

“Prima che fossimo colpiti dalla vicenda del fallimento il nostro gruppo fatturava 600 milioni di euro, aveva 4000 dipendenti e circa 5000 punti vendita “fiore all’occhiello” del nostro territorio, nel giro di sei mesi ci hanno portato via tutto senza poterci più difendere, abbiamo cercato in tutti i modi di salvare le nostre aziende ma evidentemente presso il Tribunale di Trani il Pm Antonio Savasta e il GIP Michele Nardi, a cui era stata affidata la nostra vicenda, non erano d’accordo. Ai tempi ci rivolgemmo a degli avvocati penalisti e uno di loro, addirittura, ci disse che di lì a poco saremmo stati arrestati per bancarotta fraudolenta, il che ci sembrava del tutto assurdo perché da essere vittime eravamo diventati delinquenti, un giorno un noto professionista di Corato mi contattò chiedendomi un incontro e anche se i miei fratelli non erano d’accordo mi recai al suo studio, in quella occasione lo stesso mi disse che se volevo salvare il salvabile dovevo rivolgermi all’avvocato Vincenzo Miranda che aveva lo studio a Trani, decisi di incontrarlo e lì il Miranda mi disse che aveva ottimi rapporti col giudice Nardi e che avrebbe potuto evitare di farci arrestare se avessimo pagato, la cifra richiesta era di 4 milioni di euro un milione a fratello, gli dissi che non avevamo quella cifra allora ci chiese un anticipo di 500 mila euro ma riuscimmo a racimolare, grazie all’aiuto di tutti i nostri familiari, solo 215 mila euro più 60/80mila euro che pagò Tonio mio fratello, cifre queste che portai personalmente al Miranda il quale mi riferiva che erano destinate al Nardi. Dopo questo versamento l’avvocato continuò a chiamarmi per ricevere altre somme di denaro ma per noi era impossibile ci avevano sequestrato tutto, dovetti dare anche la mia auto in permuta per l’acquisto di un’auto intestata al Miranda, continuava a dirci che se non avessimo pagato avrebbero arrestato tutti i componenti della nostra famiglia. Purtroppo nonostante tutti i nostri sforzi le società del gruppo Ferri fallirono. In quel tribunale di Trani, mentre noi commercializzavamo prodotti per l’igiene della persona, lì compravano e vendevano la pelle delle persone.

Le dichiarazioni di Filippo Ferri essendo collegate ad un periodo troppo remoto, sono servite esclusivamente per far comprendere come funzionava il “Sistema Trani” e come già tempo addietro i giudici avevano messo in piedi una vera organizzazione allo scopo di ricavare profitti, non sta a noi dare il giudizio definitivo ma ci limitiamo a riportare le dichiarazioni dei testimoni.

 

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