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Palazzo Gioia: il Comune condannato a risarcire il danno, il Consiglio di Stato dà ragione al privato 

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Si conclude uno dei capitoli “Palazzo Gioia”, con l’attesa pronuncia del Consiglio di Stato intervenuta in data odierna.

La nostra testata ferma all’ultima vicenda che ha interessato la questione Palazzo Gioia risalente alle dichiarazioni del Sindaco nel settembre 2022 come di seguito riportato nel link : https://ilquartopotere.it/attualita/palazzo-gioia-il-sindaco-smentito-dalle-sentenze-del-tar-consiglio-di-stato-e-dalla-corte-suprema-di-cassazione-sezioni-unite-civili/  sente il dovere di informare la cittadinanza, in punto di verità e di informazione di pubblico interesse. La pronuncia, alla quale si rinvia per i pertinenti punti in diritto, parla forte e chiaro: ora il Comune deve risarcire al privato, difeso all’Avv. Francesco Mascoli il danno subito.
Tale responsabilità è ascrivibile a titolo di colpa. Da qui ne scaturisce la responsabilità delle scelte amministrative di perseguire ostinatamente la via della guerra al privato che legittimamente ha fatto valere un diritto acquisito.
Ma il punto è: c’era bisogno di arrivare a tanto? C’era bisogno di sopportare le spese di un giudizio di appello?
Evidentemente no. La discrezionalità amministrativa impone una scelta in capo agli amministratori, e nel caso di specie, la scelta è ricaduta nel non voler accordarsi in sede transattiva con il privato. Qualora si fosse giunti ad un accordo tale scelta si sarebbe tradotta in un risparmio di spesa pubblica. Sì spesa pubblica! Perché i costi del giudizio li pagano i cittadini.
E allora è lecito chiedersi: “Perché è venuta meno la volontà del Comune di Corato di transigere la lite a fronte della predisposizione del privato a rinunciare al giudizio?
Forse supponenza? Convinzione di aver sempre ragione? Opportunità politica?
Ebbene ora forse di questo dovranno rispondere i nostri amministratori, e non davanti ad un giudice, ma davanti alla città!
Come faranno ora a spiegare alla città la decisione del Consiglio di Stato, che (finalmente) mette luce alle ragioni per anni in contesa?
Quali argomenti potranno mai addurre a tale spreco di soldi pubblici?
La sentenza del Consiglio di Stato parla forte e chiaro e come si sa in claris non fit interpretatio.

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