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Ex detenuti in protesta per il diritto al lavoro: “Andremo avanti ad oltranza”

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Da questa mattina in piazza Cesare Battisti, dinanzi a Palazzo di Città, è in atto un presidio di protesta pacifica da parte di un gruppo di ex detenuti per rivendicare il diritto al lavoro spesso negato a chi, avendo precedenti penali, anche dopo aver scontato il proprio debito con la giustizia incontra difficoltà a reinserirsi nella società.

“Andremo avanti ad oltranza”, riferisce la portavoce del gruppo dei manifestanti, Rosa Pannarosa. “Abbiamo avuto un primo incontro con il sindaco due tre mesi fa in cui abbiamo prospettato l’intenzione di mettere su una cooperativa creata da noi chiaramente seguendo tutto l’iter burocratico necessario, ma ci è stato risposto che chi ha precedenti con la giustizia non può lavorare con gli Enti pubblici anche se noi crediamo che facendo le dovute richieste in prefettura o al ministero una soluzione si potrebbe trovare. Purtroppo il Comune in questo non ci dà nessun supporto. Noi vorremmo svolgere anche solo piccoli lavori che ci facciano sentire utili alla società e allo stesso tempo utili per la città: togliere l’erba dalle aiuole o dal cimitero o operare presso i bagni pubblici, insomma un’occupazione che ci garantisca un’entrata che ci permetta di mettere il pane a tavola”.

“Il Sindaco ci ha riferito che l’amministrazione ha dei progetti in merito ma sono solo verbali, di cartaceo non c’è niente”, ci riferisce ancora la Sig. Pannarosa. “Anche agli ambulanti, ex detenuti, che si erano cimentati a svolgere questa attività, è stata tolta la possibilità di continuare perché erano senza licenza e requisiti idonei, comprendiamo che giustamente non si può andare contro la legge, ma in alternativa cosa ci viene offerto? Da quel primo incontro non abbiamo avuto nessun riscontro, anche oggi il sindaco non si è avvicinato ad ascoltarci motivo per cui andremo avanti ad oltranza con la nostra protesta, saremo qui tutti i giorni fino alle 20 così come siamo stati autorizzati dalla pubblica sicurezza finché la nostra voce non verrà ascoltata”, conclude la portavoce.

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