Il Sindaco, costantemente in uno stato di campagna elettorale latente, ha ora iniziato una fase più acuta di impegno ripetendo in ogni incontro – a quattro occhi oppure davanti ad un piccolo uditorio – che la sua coalizione “vincerà al primo turno” in occasione delle prossime amministrative.
La parola d’ordine – categorica ed impegnativa per tutti – già trasvola infiammando i cuori e gli animi da Bracco fino a via Andria: “Vincere!”. Rispondono all’unisono i suoi più fidati collaboratori: “Vinceremo”.
Il Sindaco, affiancato in questo da due dei suoi più abili strateghi – il suo beniamino, l’Assessore Marcone, e l’encomiabile Consigliere Aldo Addario – ha probabilmente passato in rivista le sue truppe immaginarie, annotandone numero, morale e armamenti. Corrado ha fatto bene i suoi conti?
I sostenitori di Corrado sono disposti in cerchi concentrici: al centro la sua coorte pretoria composta da persone fortemente ideologizzate (i “tre di bastoni”) contro i quali la ragion non vale. Il secondo cerchio è formato invece dai prebendati, coloro cioè che hanno ricevuto da questa Amministrazione compensi, regalie, contributi, posti di lavoro… e che per riconoscenza o per cupidigia sperano che questa Amministrazione continui nel suo percorso. Il terzo cerchio – più largo ed indefinito – è composto da coloro che, non legati a Corrado per motivi particolari, sono però sensibili ai temi che il Sindaco tocca nei suoi discorsi, sono attratti dal luccichio di alcuni eventi culturali ovvero hanno in antipatia i precedenti Amministratori così poco propensi all’uso di parole alate e discorsi ad effetto.
Potremmo però individuare tra tutti un “elettore massa” ovvero l’elettore tipo di Corrado? Ci permettiamo di usare una simbologia – quella dell’operaio massa – cara al movimento operaista ma oggi desueta dato che la Sinistra attuale sembra vergognarsi della sua storia.
Sintetizzando, l’elettore massa di Corrado è una persona adulta con un’età superiore ai 40 anni, un titolo di studio medio – alto e un’occupazione quale lavoratore dipendente prevalentemente nel pubblico impiego – numerosi anche i pensionati. Si tratta in sostanza di persone che hanno raggiunto una loro stabilità e che temono i cambiamenti sostanziali, vorrebbero solo qualcosina in più per stare più comode e più a proprio agio nell’ambiente che considerano a loro confacente. Le richieste che arrivano da costoro vanno nella direzione del potenziamento dei servizi pubblici, del miglioramento del decoro urbano, della realizzazione di un certo tipo di eventi culturali d’essai dal retrogusto intellettualoide. A questo genere di richieste questa Amministrazione corrisponde in pieno cercando di fare tutto il possibile e riuscendo anche bene in qualcosa.
Quante persone a Corato hanno le caratteristiche dell’elettore massa corradiano? Non meno di cinquemila, considerando il fatto che nella nostra Città i soli dipendenti del Ministero della Pubblica Istruzione – escludendo i pensionati – sono già più di un migliaio a cui si aggiungono gli altri lavoratori del settore pubblico o parapubblico: è questo il bacino principale su cui Corrado punta per recuperare consensi. Fidando su questo insieme di forze (tre di bastoni, prebendati, simpatizzanti un tanto al chilo), Corrado e i suoi si riuniscono – pallottoliere alla mano – per fare le sommine, aggiungere ad uno e togliere all’altro, sistemare i pesi, fare in modo di corrispondere ai desiderata del loro elettore ideale.
A questi calcoli si aggiunge una considerazione di altra natura: la forza di Corrado è soprattutto la debolezza dei suoi avversari, i quali – frammentati politicamente oltre che per interessi e per età – hanno la certezza in questo momento di non avere un candidato alternativo al Sindaco attuale. Nel Centrodestra – quello dei Partiti e dei movimenti di respiro regionale o nazionale – c’è la consapevolezza che un ciclo si è chiuso e che non si dispone di forze fresche e pronte: sono i soliti noti a farsi avanti. Di più, il Centrodestra, quand’anche riuscisse a mettere insieme un buon numero di portatori di voti, dovrebbe poi rispondere ad una domanda di fondo: “Perché un elettore dovrebbe votare Tizio piuttosto che Caio? Qual è il progetto?”. A questa domanda non si può più rispondere: “Riavvolgiamo il nastro e torniamo al 2003”, anno in cui una parte significativa dell’attuale corpo elettorale non era ancora nata. Sarebbe necessario – nella speranza che qualcuno abbia questa consapevolezza – un lavoro profondo di ricostruzione di senso prima di porsi il problema di impacchettare le liste.
Allo stato attuale dunque Corrado nutre le sue aspettative a buon diritto e noi non possiamo fargli che i nostri migliori auguri. Attendiamo però un segno che ci faccia comprendere se la partita per le prossime amministrative è aperta.