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Corrado e le relazioni pericolose

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In quella che noi chiamiamo politica possiamo distinguere due elementi, uno che riguarda le relazioni tra persone e un altro che riguarda l’amministrare e le decisioni da prendere.
In un piccolo paese l’aspetto relazionale è solitamente prevalente e può decretare il successo o l’insuccesso di un’Amministrazione: a Corato (e lo dico con rammarico) si prendono più voti con un “buongiorno” e un “buonasera” che non con una dissertazione sulla fenomenologia nel pensiero di Wittgenstein.
In che relazioni è l’Amministrazione a guida De Benedittis con le persone e le organizzazioni che compongono quella che noi indichiamo come società civile? Il settore produttivo, composto da microimprese, negozianti, artigiani… è decisamente perso, anche grazie alla mazzata della TARI (Tassa Rifiuti) che con il suo +18% produrrà effetti a lungo termine. I rapporti con chi lavora a vari livelli nella Pubblica Amministrazione sono critici nel senso che lo scarso gradimento e il dissenso, prima mormorati e sussurrati, ora in più casi stanno salendo di tono e forse potranno sfociare in contestazione aperta (si pensi solo alla irrisolta questione della nuova sede dell’Oriani – Tandoi e all’impatto anche economico che essa ha). Le relazioni con le associazioni culturali se vogliamo sono ancora più complesse e minate dalla dinamica dei “figli e figliastri” e, da ultimo, pare che anche i rappresentanti del mondo giovanile inizino a manifestare una certa insofferenza.
Insomma, alcuni gruppi di fedelissimi – in numero sempre più ridotto – ancora resistono ma il cerchio intorno a Palazzo San Cataldo si chiude sempre di più. Il Sindaco – lo considero abbastanza intelligente da avvertire il pesante calo del suo gradimento tra i concittadini – può a questo punto asserragliarsi nel bunker e trincerarsi dietro ai voti dei 13 Consiglieri di maggioranza, consapevole che fino a quando potrà disporre della maggioranza in Consiglio solo un’azione della Magistratura potrà schiodarlo dalla poltrona.
La Magistratura potrà anche arrivare e probabilmente avrebbe sin d’ora alcune buone ragioni per farlo, ma il problema immediato è che anche i 13 nicchiano e non si sa bene quanti e quali siano: anche qui le relazioni vacillano come l’ultimo Consiglio Comunale ha dimostrato tangibilmente.
Il PD è in apparente rotta di collisione con l’Amministrazione e, come ha rivelato pubblicamente durante l’ultimo Consiglio Comunale un acuto Consigliere di maggioranza, “dà più problemi il PD che non la minoranza”: difficile è però pensare ad una sostituzione del PD come se fosse un pezzo del Lego (fai fuori due Consiglieri del PD e nei fai entrare altri due che aspettano di ottenere solo un po’ di spazio). E’ difficile perché il PD è un partito nazionale provvisto di una salda organizzazione territoriale a livello provinciale e regionale: espellere il PD da una Giunta di Centrosinistra attiva meccanismi che rimbalzano immediatamente da Corato a Bari a Roma mettendo in moto una serie di azioni e reazioni a catena. Non si può fare facilmente e non è un boccone da mangiarsi ad occhi chiusi; lo stesso PD del resto ha difficoltà a svincolarsi da una maggioranza che rimane di Centrosinistra: per andare dove? con quali conseguenze e a quale costo?
Continua quindi quella che è una coabitazione forzata fra persone e gruppi che mal si sopportano e che condurranno una convivenza sullo stile della “Guerra dei Roses” per finire possiamo immaginare come. A fronte di relazioni così sfilacciate, all’interno dell’Amministrazione e tra l’Amministrazione e l’esterno, è evidente che qualsiasi fatto amministrativo e decisione da prendere siano di una complessità estrema e conducano a lungaggini spropositate: in assenza di un rapporto franco e di fiducia reciproca anche una pagliuzza può essere utilizzata come arma nella guerra di posizione, arrivando nell’ultimo Consiglio Comunale a sviluppare una discussione di ore su questioni pur importanti ma di natura procedurale e preliminari rispetto alle reali decisioni da prendere.
In estrema sintesi, le relazioni tossiche e decisamente pericolose che questa Amministrazione ha radicato nel giro di poco meno di due anni si estendono come un cancro sulla città, generando un costo (umano, economico, sociale…) che dovrà essere sopportato da tutti noi.
Sullo sfondo un’opposizione silente, probabilmente in crisi di identità, sembra a tratti flirtare con la maggioranza e a tratti giocare a fare l’Aventino, aumentando ulteriormente le indecisioni di molti: a fronte infatti di un progetto di governo serio ed alternativo forse potremmo continuare a nutrire la speranza in un cambiamento. Allo stato attuale, invece, siamo costretti a segnare il passo come comunità in un contesto nazionale ed europeo che avanza. Fino a quando?

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