Sono trascorsi circa 20 giorni da quando è stato emanato il provvedimento del DPCM dell’8 marzo che invita gli italiani a un distaccamento sociale evitando le uscite dalle proprie abitazioni se non per comprovate esigenze
Questa decisione che ha costretto molti cittadini ad una sorta di reclusione forzata nelle proprie case, fermo restando che è la migliore soluzione per contrastare il rischio di contagio da coronavirus, non possiamo però non denunciare che oltre all’emergenza sanitaria ad emergere è anche quella, e non meno importante, sociale-umanitaria; sono molte le persone che in questo momento stanno vivendo una situazione a dir poco drammatica dovuta alla mancanza di disponibilità economiche per l’assenza di entrate finanziarie che precludono la possibilità di poter far fronte alle spese di beni e servizi di prima necessità come: alimentari, farmaci, utenze, affitti e altri beni necessari alla sopravvivenza.
E già fanno il giro del web alcuni video a testimonianza di episodi che si stanno verificando davanti ai supermercati o alle banche balzati anche alle cronache sia locali che nazionali; è accaduto a Palermo dove alcune persone hanno tentato di saccheggiare un supermarket riempiendo i carrelli e cercando di non pagare lamentando di non avere soldi così come è accaduto a Bari dove sono stati presi a calci i cancelli di una banca da una commerciante che dopo la chiusura dell’attività, causa coronavirus, si è trovata senza soldi.
E potremmo essere solo all’inizio!
Sono immagini di gente in preda alla disperazione che non è molto lontana dalla nostra realtà cittadina, giungono infatti anche alla nostra redazione denunce da parte di cittadini appartenenti a varie fasce sociali: dai lavoratori precari ai disoccupati, dai piccoli imprenditori agli esercenti costretti a chiudere le loro attività come da decreto e che iniziano già ad accusare il colpo delle misure anti contagio, per non parlare di quelle famiglie che dignitosamente, per così dire, riuscivano ad andare avanti con lavori giornalieri e che sono già sul lastrico, anche perché oltre alla sopravvivenza quotidiana c’è da adempiere alle varie utenze delle diverse compagnie multinazionali che a quanto pare non sono state affatto colpite dalle misure anti coronavirus.
La situazione che potrebbe allargarsi a macchia d’olio, considerando che non si conoscono i termini di tempo di questa emergenza, rischia di trasformarsi in una bomba ad orologeria se le istituzioni del territorio non corrono ai ripari con misure eccezionali nel più breve tempo possibile.
Sarebbe il caso da parte di alcuni politicanti di impegnarsi o farsi portavoce di questa vera emergenza, visto che al momento almeno a noi non risulta stando alle testimonianze raccolte, piuttosto che fare richiesta dei numeri ufficiali di contagio per poi postarli come trofei sui social.
Occupatevi dei coratini che forse per la prima volta la città ve ne sarà grata.
Un ringraziamento invece va rivolto ad alcune realtà imprenditoriali da sempre sensibili al territorio che anche in silenzio si sono e si stanno adoperando in soccorso di alcuni disagi sociali.