Quasi 80.000 i votanti. La confusione e l’ incertezza dominano:sicuro il ballottaggio il 4 e 5 ottobre.
Campagna elettorale molto atipica, sicuramente strana, certamente confusa, dagli esiti incertissimi, e anche poco originale con qualche slogan tipo “Volete la solita minestra riscaldata?”,“Torna il sereno”, “…..rompe”). Tra le 20 liste, e gli oltre 600 candidati al Consiglio, la città dovrà scegliere sindaco e consiglieri comunali. A guardare le liste non sono mancati cambi di casacca, ritorni dal passato di ex amministratori di centro sinistra sonoramente battuti nel 2010 dalla prima giunta Giorgino che interruppe 17 anni di governo della sinistra, infilamenti di ex-amministratori o ex consiglieri comunali della seconda giunta Giorgino, nati in Forza Italia e nelle liste civiche di appoggio, e questa volta passati in quelle, forse più ospitali (almeno credono), della Lega, a sostegno dell’ l’avvocato Scamarcio. Tanto che nel corso di una sua visita ad Andria, il governatore regionale uscente, Michele Emiliano, ha detto: “Andria è stata distrutta dal centrodestra, cambiano i partiti ma le facce sono sempre quelle”. Molte le incognite: i 5Stelle che hanno riconfermato tutti i consiglieri uscenti, tranne uno, come andranno? Confermeranno il 20% del 2015 con l’exploit di Michele Coratella che ha riparlato in questi giorni di “sciatteria amministrativa” della giunta Giorgino, di cooperative sociali chiuse, dei debiti del Comune per 75 milioni, di cultura al lumicino (compreso il teatro che non c’è), di servizi alla persona latitanti ? Nino Marmo – molto forte di suo, liste a parte – e che con la sua decisione di non votare il bilancio 2019 ha mandato a casa, con coraggio, tutto il consiglio comunale, dicendo no,come ha ripetuto in questi giorni, “ad accordi di palazzo, non ai sepolcri imbiancati” — andrà meglio di Scamarcio? E Scamarcio , favorito invece dal traino dei simboli di partito di 3 delle sue 5 liste, riuscirà a far dimenticare di muoversi in continuità con la Giunta Giorgino, di cui , ha detto nel comizio di chiusura, “accetto l’eredità politica senza beneficio di inventario, riconosciamo i nostri errori, ma ora andiamo avanti”, ce la farà ad andare al ballottaggio? Giovanna Bruno beneficerà della ritrovata unità a sinistra e dell’impegno, fortissimo nei suoi confronti, dei due candidati di area alla regione, Giovanni Vurchio del Pd e Sabino Zinni di Senso Civico? Riuscirà a rassicurare gli andriesi su una nuova stagione di serietà, competenza, solide relazioni con altre istituzioni per ricostruire la città e la sua effervescenza di un tempo?. Tra oggi e domani gli elettori andriesi sceglieranno mettendo le basi per decidere, al ballottaggio, i nomi dei due contendenti e quindi a chi andranno, il 4 e 5 ottobre, i nuovi consiglieri, 19 per la maggioranza e 13 per la minoranza. Per fare cosa? Intanto per individuare e recuperare alle casse comunali una quantità enorme di soldi non pagati, perchè non pagano 4 andriesi su 10, anche se usufruiscono dei servizi (per esempio raccolta differenziata dei rifiuti, pubblica illuminazione, strade,etc.). Poi occorrerà salvare tutto il settore dei servizi sociali in credito per centinaia di migliaia di euro per attività rese da anni e non pagate, si dovrà mettere mano alla organizzazione degli uffici stravolta a poche settimane dal voto, fare arrivare linfa nuova tra i dipendenti (demotivati, stanchi, età media 50-55 anni), occuparsi della Multiservice salvando i 100 posti di lavoro, ma dandogli anche nuovi compiti per giustificare un costo del lavoro così alto rispetto al fatturato ottenuto, aprire gli impianti sportivi, fare chiarezza su piscina, circolo tennis, decidere la gestione dei centri di aggregazione splendidamente abbandonati e preda dell’incuria. Nei prossimi giorni capiremo a chi andrà quella poltrona -scomodissima – di Sindaco e come avranno scelto, al primo turno, i circa 80.000 andriesi aventi diritto al voto. Il voto di oggi e domani non basta però. Il turno di ballottaggio sarà decisivo. Il 5 ottobre Andria avrà il suo sindaco che dovrà fare ogni sforzo per evitare il dissesto.